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Paura del dentista? Ecco come poterla vincere 
Nessuno ci si reca volentieri, anche se mantenere una buona salute orale è un must per evitare una serie di malattie. Ma per qualcuno, andare dal dentista configura una vera e propria fobia. Un gruppo di ricercatori inglesi ha adesso messo a punto una tecnica, basata sulla terapia cognitivo-comportamentale che sembra risolutiva nella maggior parte dei casi di dentofobia. Ne bastano 4-5 sedute e il dentista non fa più paura
28 NOV - Che il dentista non sia uno dei professionisti più amati nel mondo della salute è cosa nota. Meno noto è che per una persona su dieci, varcare la soglia di uno studio odontoiatrico scatena una vera e propria fobia, secondo i risultati dell’ultima Adult Dental Health Survey condotta in Gran Bretagna. La fobia dentale colpisce le donne più degli uomini e in genere è più comune tra le classi sociali non elevate.
 
Il problema non è da poco, né per il numero delle persone interessate, né per le conseguenze che genera: cattiva salute dei denti e ricadute negative sullo stato di salute in generale. Senza contare il fatto che questo comportamento di evitamento, fa arrivare dall’odontoiatra quando i problemi non sono più in fase iniziale e le soluzioni diventano inevitabilmente più complesse e dolorose.
 
Ma adesso, uno studio del King’s College di Londra, pubblicato su British Dental Journal, propone una possibile soluzione a questo atteggiamento fobico. 6-10 sedute di terapia cognitivo-comportamentale (CBT), una tecnica normalmente utilizzata per i disturbi ansioso-depressivi, sarebbero in grado di ridurre notevolmente l’ansia legata alle procedure odontoiatriche e quindi a riportare la gente dal dentista.
 
La ricerca è stata condotta su 10 pazienti (99 donne e 31 uomini) sottoposti a CBT. I pazienti, tutti arruolati presso il King's College London Dental Institute Health Psychology Service del Guy's and St Thomas' NHS Foundation Trust, sono stati sottoposti ad un questionario per valutare il grado di ansia, legato alle procedure odontoiatriche, allo stato ansioso generale, alla eventuale presenza di depressione o di pensieri suicidari, al loro consumo di bevande alcoliche e alla qualità di vita correlata alla salute orale. Tre su 4 dei soggetti coinvolti in questo studio, mostravano un punteggio molto elevato sulla Modified Dental Anxiety Scale (MDAS), indicativo di ‘dentofobia’. I rimanenti pazienti presentavano comunque punteggi elevati, suggestivi di un certo livello di ‘paura’ correlato alle procedure odontoiatriche.
 
Le procedure più temute sono risultate, prevedibilmente, le punture per l’anestesia e il trapano; in pratica la quasi totalità (94%) dei pazienti ha riferito un effetto ‘domino’ derivante da problemi dentali o gengivali sulla vita quotidiana e sulla qualità di vita.
 
Nel 37% dei pazienti, la ricerca ha evidenziato anche la presenza di ulteriori disturbi psicologici che andavano da un elevato livello d’ansia (37%), alla depressione (12%). Il 12% dei pazienti riferiva inoltre pensieri suicidari e il 3% ha ammesso un recente tentativo di suicidio. Queste persone sono state immediatamente segnalate al medico di famiglia e ai servizi di supporto poiché considerate ad elevato rischio suicidario.
 
Alla fine delle sedute di BCT il 79% dei ‘dentofobici’ è riuscito a sottoporsi alle cure odontoiatriche senza dover ricorrere alla sedazione e il 6% ha accettato di effettuare un trattamento in sedazione. In media sono state necessarie 5 sedute di BCT per arrivare ad affrontare il dentista senza che fosse necessario ricorrere alla sedazione.
 
“Le persone con dentofobia - spiega il primo autore dello studio, il professor Tim Newton del Dental Institute at King's College di Londra - vengono in genere sottoposte a sedazione per consentir loro di rilassarsi a sufficienza al fine di sottoporsi alle cure odontoiatriche. Questo tuttavia non li aiuta a vincere la paura del dentista nel lungo termine. Scopo principale del nostro servizio di CBT è di mettere in condizione i pazienti di sottoporsi a cure odontoiatriche senza dover più ricorrere alla sedazione. Questo si ottiene lavorando con ciascun paziente alla definizione di obiettivi precisi che incontrino le loro priorità. Bastano in media 5 sessioni di CBT per riuscire a sedersi sulla sedia del dentista senza richiedere di essere sedati. E’ necessario tuttavia che le persone affette da dentofobia vengano valutate con attenzione da esperti in CBT, abituati a lavorare in tandem con i dentisti. Alcuni dei pazienti che abbiamo valutato, sono risultati affetti da condizioni psichiatriche ulteriori, che hanno reso necessaria un altro tipo di gestione e trattamenti. La CBT è estremamente efficace nel ridurre il ricorso alla sedazione, ma non nella totalità dei casi. Chi deve sottoporsi urgentemente ad un trattamento odontoiatrico o deve sottostare a trattamenti particolarmente invasivi infatti non ne potrà comunque fare a meno ”.
 
Maria Rita Montebelli
28 novembre 2015
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