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Le “droghe” vegetali in pediatria. Ecco come usare erbe e piante medicinali senza rischi. Le linee guida dei pediatri italiani
Preferire prodotti ben conosciuti e usati da tempo nella fitoterapia. Attenzione al principio attivo. Evitare quelli con alcol fino ai 2 anni e comunque usarne il meno possibile. Attenzione alle interazioni tra fitoterapici e tra questi e i farmaci convenzionali. Gli oli essenziali solo sotto il controllo del medico. Attenti al paese d’origine. E infine evitare di comprali sul web. LE LINEE GUIDA FIMP.
27 MAR - Troppo spesso si ritiene che i prodotti di erboristeria (indipendentemente dal fatto se siano venduti fuori o dentro le farmacie) non siano “pericolosi”. “Sono naturali”, si dice con eccessiva leggerezza, dimenticando che in natura non tutto è salutare, anzi.
 
Per questo quando si decide di usare piante o estratti di piante per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere psicofisico, bisogna avere le stesse attenzioni che si hanno quando si ha a che fare con i farmaci convenzionali.
 
Tant’è che nelle loro linee guida appena pubblicate, i pediatri italiani della Fimp definiscono senza mezzi termini i fitoterapici come “droghe” vegetali, usando, riteniamo volutamente, la traduzione italiana del termine drugs che in inglese sottende per l’appunto al farmaco inteso in senso generale.
 
Quindi anche erbe e prodotti derivati sono “droghe” a tutti gli effetti e come tali vanno trattati, avendo quelle attenzioni generali di prudenza e consapevolezza del “cosa” si sta prendendo che, se occorre avere da adulti, bisogna aver ancor di più quando si decide di usarli per i bambini.
 
Le linee guida Fimp si rivolgono ai pediatri, sempre più spesso interessati o direttamente o su richiesta dei genitori, all’uso di fitoterapici per la cura di diversi disturbi del bambino. Ma il suo contenuto è ovviamente utile anche ai genitori stessi, soprattutto per i consigli e le raccomandazioni generali in esse contenute.
 
La prima cosa da tener presente è che le piante medicinali/officinali rappresentano un presidio terapeutico complementare per il pediatra e che a lui deve essere lasciata la valutazione, per il singolo paziente, sull’opportunità di utilizzo e sulla reale efficacia e sicurezza.
 
Per questo, sottolinea la Fimp, è indispensabile che i pediatri apprendano le principali nozioni di fitoterapia, anche a prescindere da finalità prescrittive, al fine di dialogare con il paziente, sempre più informato, anche per evitare i rischi derivanti dall’auto-prescrizione e supportino i genitori ed i pazienti nella scelta e nell’utilizzo di prodotti che devono rispondere a requisiti di alta qualità, sicurezza ed efficacia.
 
C’è poi da considerare che comunque in Italia, a differenza di altri Paesi europei, oltre il 95% dei prodotti a base di piante medicinali è commercializzato sotto forma di integratore alimentare e di conseguenza assoggettato alle norme legislative del settore alimentare. Ma questo non deve ingannare il medico e il consumatore perché è comunque indispensabile che questi preparati siano prodotti secondo le norme di buona qualità produttiva e nel rispetto assoluto delle indicazioni delle Farmacopee (Europea ed Italiana) per la sicurezza.
 
Ma veniamo alle raccomandazioni dei pediatri.
Usare solo prodotti “sicuri”. In età pediatrica vanno utilizzate esclusivamente “droghe” vegetali che a riprova della loro sicurezza abbiano una lunga tradizione d’uso in questa fascia d’età e una conferma scientifica derivante da studi clinici sul bambino (in mancanza anche nell’adulto) di sufficiente qualità metodologica.
Scegliere solo quelli standardizzati per principio attivo. I Fitoterapici utilizzabili in pediatria devono essere titolati e standardizzati in principi attivi. Il dato deve essere riportato nell’etichetta del prodotto, meglio se accompagnato anche dal rapporto droga/estratto, perché il pediatra possa verificarne la corrispondenza ai principi dettati da Farmacopee e Monografie ESCOP e OMS. Deve inoltre essere specificato il tipo di preparazione farmaceutica delle “droghe” vegetali.
 
Leggere sempre l’etichetta e se non c’è evitare di usare il prodotto. L’etichetta, compilata secondo le indicazioni previste dalle normative, oltre ad essere di per sé una garanzia di buona qualità di un preparato, è per il Pediatra una guida indispensabile nella scelta del prodotto ad uso terapeutico/salutistico da prescrivere una volta fatta la diagnosi e scelta la terapia appropriata. I parametri fondamentali da ricercare riportare nella confezione dell’integratore alimentare sono: a. Nome della/e parte della pianta/e e parte utilizzata (droga vegetale): nome comune nella lingua locale e nome binomiale in latino. b. Titolo espresso in % del/dei componenti più importanti secondo farmacopea. c. Quantità espressa in mg del/dei fitocomplessi e dei componenti marker per ml, bustina, compressa. d. Dose minima o massima giornaliera indicata e, ove necessario, modalità di assunzione in relazione ai pasti. e. Informazioni nutrizionali (qualora rilevanti dal punto di vista nutrizionale) f. Data di scadenza g. Nome del Produttore e del distributore
 
Attenti all’alcol, soprattutto sotto i 2 anni. La somministrazione di prodotti che contengono alcol deve essere ridotta al minimo e l’indice rischio-beneficio va calcolato avendo ben presente che il soggetto da trattare è un bambino. Nell’uso pediatrico la quantità di alcol contenuta nel prodotto e ingerita per singola dose terapeutica non dovrebbe produrre concentrazioni ematiche (BAC) superiori a 0,125 g/l. Tutti i prodotti a base di piante medicinali/officinali contenenti alcol non devono essere usati nei bambini di età inferiore ai due anni. Nel caso di bambini più grandi occorre mantenere adeguati intervalli tra le dosi (non meno di quattro ore per evitare problemi di accumulo) e l’intero periodo di trattamento deve essere più breve possibile. Nei bambini di età inferiore ai sei anni, i trattamenti di durata superiore alla settimana devono avere una giustificazione adeguata (rapporto beneficio/rischio ottimale).
 
Attenti alle interferenze tra diverse piante medicinali. Le sinergie tra varie piante medicinali e la mancanza di interferenze tra i principi attivi in esse contenuti sono supportate dall’esperienza nell’uso tradizionale e da studi clinici. Per questo motivo quando si verificano le condizioni di cui sopra (accertata sinergia e assenza di interferenze), sono accettabili combinazioni di più piante nello stesso preparato. Per motivi di sicurezza è comunque preferibile utilizzare fitoterapici con combinazioni limitate di fitocomplessi.
 
E anche a quelle tra “erbe” e farmaci convenzionali. È possibile l’uso contemporaneo di farmaci “convenzionali” e di fitoterapici, in un’ottica di complementarietà terapeutica; in tale situazione è peraltro assolutamente necessario tenere conto delle possibili interazioni fra i diversi medicinali riportate nelle monografie e nella letteratura di riferimento, nonché della necessità di eventuali “adeguamenti” posologici.
 
Oli essenziali con cautelae sotto controllo medico. L’utilizzo pediatrico degli oli essenziali è da evitare per via orale o inalatoria, se non sotto stretto controllo medico, fatte salve le dosi minime per uso alimentare stabilite dalle norme italiane. Secondo le più recenti indicazioni (9) l’uso topico degli oli essenziali è consentito in concentrazioni non superiori allo 0,1-1,5% (da 0,25% nel bambino di età superiore ai sei mesi al 1,5% del bambino sopra di età 6-15 anni).
 
Come fare una “buona” prescrizione. Nelle prescrizioni di fitoterapici vanno: Rispettate le controindicazioni all’uso in età pediatrica negli studi pubblicati, nelle monografie di riferimento (OMS, ESCOP) o nelle Farmacopee ufficiali; Considerate le possibilità di interazioni note o presunte, con altri farmaci; Valutati i possibili rischi derivanti da allergie note o sospette alle piante contenute nei preparati; Segnalati eventuali effetti avversi.
 
Non usare prodotti da Paesi poco attenti alle legislazioni in materia e mai sul web.Non vanno usati prodotti provenienti da Paesi la cui legislazione in materia non offra particolari garanzie di sicurezza. In particolare va scoraggiato l’acquisto di prodotti con il sistema “porta a porta” e su web.
27 marzo 2015
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