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Reflusso gastroesofageo nei neonati. Ecco le nuove linee guida del Nice britannico
Rassicurare i genitori nel caso di rigurgito, diffuso nel 40% dei neonati, e nello stesso tempo prestare attenzione ai sintomi da ‘bandiera rossa’: queste le nuove raccomandazioni del NICE per gli operatori sanitari. Importante distinguere tra episodi di reflusso e malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) LE LINEE GUIDA
20 GEN - Il NICE, l’Istituto Nazionale inglese per la Salute e l'Eccellenza Clinica, fornisce indicazioni per gli operatori sanitari, affinché rassicurino i genitori nel caso di episodi di rigurgito di cibo nel neonato, un fenomeno molto diffuso nei bambini piccoli (circa il 40% di essi sperimenta tale reflusso); allo stesso tempo gli operatori sanitari devono stare attenti a sintomi significativi che possano suggerire la presenza di malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE) o altri tipi di patologie. Queste nuove raccomandazioni costituiscono un aggiornamento delle ultime Linee Guida del NICE, intitolate “Gastro-oesophageal reflux disease: recognition, diagnosis and management in children and young people” (“Malattia da reflusso gastro-esofageo: identificazione, diagnosi e gestione nei bambini e nei giovani” [tra i 12 e i 18 anni]) e pubblicate il 14 gennaio 2015. A darne notizia è la pagina online del NICE http://www.nice.org.uk/news/article/gord-in-children

In queste Linee Guida, in particolare, gli operatori sanitari sono invitati a illustrare alle famiglie la differenza tra rigurgito-reflusso e malattia da reflusso gastro-esofageo. Infatti, nei neonati il reflusso è frequente (il 5% dei neonati presenta circa 6 o più episodi al giorno) e solitamente non richiede ulteriori approfondimenti e trattamenti, spiega il NICE: questo fenomeno inizia di solito prima che il bambino abbia raggiunto le otto settimane di età e la sua frequenza diminuisce nel tempo (il 90% dei casi si risolve entro il primo anno di vita).
 
“Può essere difficile effettuare una distinzione tra i ‘normali’ episodi di reflusso e la più seria patologia MRGE, ma queste nuove linee guida del NICE sosterranno i medici a fare la corretta diagnosi. Neonati, bambini e giovani [fino a 18 anni ndr] otterranno le cure di cui necessitano, mentre si eviteranno trattamenti non necessari nei bambini sani”: questo è il commento del Professor Mark Baker, Direttore del Centro di Pratica Clinica del NICE, sulla pagina online dell’Istituto.
"Il reflusso RGE e la MRGE nei neonati, nei bambini nei giovani, anche se comune, possono essere molto dolorosi. I genitori e chi si prende cura dei bambini possono sentirsi disarmati e potrebbero percepire che le loro paure o preoccupazioni non vengano accolte. Il personale sanitario dovrebbe rassicurare le famiglie, ma anche prendere sul serio tutte le preoccupazioni. Se non trattata, la MRGE può portare a malnutrizione nei bambini, causare ulcere nell'esofago e avere effetti psicologici sul rapporto del bambino con il cibo. La MRGE può essere trattata bene con i farmaci, così i bambini nei quali i sintomi sono persistenti dovrebbero essere indirizzati dallo specialista”, prosegue il Professor Baker.
 
In particolare, tra i sintomi definiti da ‘bandiera rossa’, ovvero ai quali prestare attenzione, il vomito frequente e forte; distensione addominale, dolorabilità o massa palpabile; diarrea cronica (che può suggerire la presenza di un’allergia alimentare); fontanella gonfia; aumento crescente e rapido della circonferenza della testa (1 centimetro a settimana); mal di testa mattutino persistente e peggioramento del vomito nella mattina. Si tratta di alcuni dei sintomi che suggeriscono ulteriori approfondimenti e/o trattamenti.
 
Le Linee Guida includono raccomandazioni riguardanti la terapia: non bisogna somministrare inibitori di pompa protonica o antagonisti del recettore H2 per trattare un rigurgito manifesto che ricorre come sintomo isolato; allo stesso modo non bisogna proporre terapia con metoclopramide, domperidone o eritromicina per trattare il distrubo da reflusso gatroesofageo senza opportuna indicazione dello specialista e tenendo conto dei potenziali effetti avversi di questi trattamenti.  
 
Le raccomandazioni includono anche alcune indicazioni relative all’alimentazione del neonato con frequente rigurgito associato a un marcato dolore. In particolare, secondo il NICE gli operatori sanitari dovrebbero riesaminare la storia alimentare del bambino, e poi ridurre il volume dell’alimentazione solo se essa è eccessiva per il peso del piccolo. In seguito, come passo successivo, l’operatore sanitario dovrebbe proporre una prova con pasti contenenti quantità di cibo minori e più frequenti, a meno che i pasti non abbiano già queste caratteristiche: in tal caso, offrire una formula addensata, come ad esempio quella contenente amido di riso, amido di mais e/o altro. Se questo approccio per gradini non ha successo, inoltre, l’operatore dovrebbe interrompere questa formula e procedere con una terapia di alginato per un periodo di prova di 1-2 settimane. Se la terapia ha successo, l’indicazione è quella di continuare, effettuando degli intervalli di pausa per vedere se il neonato non presenta più i sintomi.
 
Viola Rita
20 gennaio 2015
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