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Caso Avastin-Lucentis. Soi: "Bene parere Css, ma si adotti nostra metodica per frazionamento di Avastin"
Il timore della Società oftalmologica è che ora, per la preparazione di Avastin nelle farmacie ospedaliere, ci si chiuda in una "gabbia di irrealistici centri di eccellenza per lo svolgimento di una pratica clinica elementare". In questo modo, per la Soi, potrebbero crearsi seri disagi per i malati.
16 MAG - Il Consiglio superiore di sanità dopo aver rimarcato che non esistono differenze significative di efficacia e sicurezza tra Avastin e Lucentis, ha invitato Aifa a consentire, il più presto possibile, l’impiego di Avastin per il trattamento della degenerazione maculare senile e ad attivare idonei strumenti di monitoraggio. Nel contempo il Css ha reputato necessario che la preparazione di Avastin per l’uso intravitreale sia effettuata nel rispetto delle Norme di buona preparazione da parte di farmacie ospedaliere in possesso dei necessari requisiti e ha raccomandato l’utilizzo dei suddetti farmaci in centri di alta specializzazione.
 
La Società Oftalmologica Italiana si è detta soddisfatta nel veder riconosciuto dal Css quanto da anni sostenuto e evidenziato in tutti i modi possibili ad Aifa "senza essere mai stata ascoltata". La Soi, però, ha anche rilevato nel parere del Css delle incongruenze e un tentativo di ritornare al passato "costringendo nella gabbia di irrealistici centri di eccellenza lo svolgimento di una pratica clinica elementare – se attuata secondo le Raccomandazioni di buona pratica clinica già pubblicate dalla stessa Soi nel 2007 – che ha un enorme richiesta, che necessita di controlli clinici ravvicinati, che richiede la ripetizione frequente delle somministrazioni e che per tutte queste ragioni deve essere la più diffusa e capillare possibile sul territorio nazionale se si vuole contenere al minimo il disagio per i malati".
 
Le Raccomandazioni Soi sulla preparazione di Avastin per via intravitreale sono "molto più esigenti di quelle garantibili dalla maggior parte delle farmacie ospedaliere che – non avendo sviluppato idonei percorsi per il frazionamento di prodotti farmaceutici liquidi e non disponendo delle idonee attrezzature – non sono in grado di garantire la sterilità della preparazioni per almeno due mesi come richiesto dalle Raccomandazioni della Società Oftalmologica Italiana". Per questo la stessa Società oftalmologica ha auspicato che venga adottata la sua metodica certificata per il frazionamento di Avastin.
 
"Aifa - ha auspicato la Soi - prenda coscienza degli errori che ha commesso e del danno che ha prodotto alla salute dei cittadini e alle casse dello Stato e ponga rimedio nel più breve tempo tecnico possibile autorizzando l’utilizzo di Avastin per la tutela della salute dei cittadini e le casse dello Stato, come ha per altro statuito ieri con ordinanza il Consiglio di Stato nella causa tra Regione Veneto e Soi, da una parte, e Novartis, dall’altra".
16 maggio 2014
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