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Covid. Anticorpi “ingegnerizzati” contro le varianti del virus
La rivista Cell Reports ha pubblicato online uno studio internazionale sul Covid collaborativo che vede alleate l’Università di Roma Tor Vergata (Giuseppe Novelli) l’Università di Brescia (Arnaldo Caruso, Francesca Caccuri) e altre Istituzioni Usa (Università di Washington) e Canadesi (Università di Toronto). 
27 MAG -

Una sola molecola per bloccare le varianti del virus. Un gruppo internazionale che ha visto la collaborazione dell’Università di Roma Tor Vergata (Giuseppe Novelli), l’Università di Brescia (Arnaldo Caruso, Francesca Caccuri) e altre Istituzioni Usa (Università di Washington) e Canadesi (Università di Toronto) ha ingegnerizzato anticorpi monoclonali contro Sars-CoV-2 in modo da potenziarne le capacità neutralizzanti.

In questo modo, è possibile bloccare le varianti del virus utilizzando una sola molecola a concentrazioni molto basse e non un cocktail anticorpale. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cell Reports.

Questo anticorpo si lega alla proteina spike con una potenza almeno 100 volte superiore a quella degli altri anticorpi disponibili e neutralizza un'ampia gamma di varianti del virus. La tecnologia utilizzata ha consentito di sviluppare una piattaforma robusta e modulare per la produzione rapida di anticorpi monoclonali di nuova generazione che superano di gran lunga gli anticorpi tradizionali bivalenti e quindi utilizzabili per altre applicazioni farmacologiche preventive. 

La possibilità di ottenere con grande rapidità anticorpi ad elevato potere neutralizzante può costituire una nuova arma per contrastare virus che cambiano rapidamente come Sars-CoV-2.

L'infusione passiva di questi anticorpi monoclonali come pre-esposizione o profilassi post-esposizione può offrire una protezione immediata dalle infezioni che potrebbero durare settimane o mesi. 

“La progettazione – afferma Novelli – lo sviluppo e la produzione di anticorpi monoclonali di nuova generazione è urgente per disporre di terapie mirate e immediate. Gli anticorpi monoclonali potrebbero limitare la progressione della malattia durante l’infezione precoce soprattutto per l’emergere di nuovi varianti che sfuggono ai vaccini”.

“Dobbiamo pensare a lungo termine – afferma Caruso – l’emergenza di nuove varianti capaci di evadere l’immunità acquisita naturalmente o a seguito di vaccinazione rende necessario lo sviluppo sempre più rapido di monoclonali neutralizzanti. La pronta disponibilità di questi anticorpi in grado di contrastare tali nuove varianti permetterà non solo di potenziare una eventuale terapia con farmaci antivirali specifici, rendendo il decorso della malattia più lieve e di breve durata, ma anche di proteggere per lungo tempo ed in maniera efficace tutti quei pazienti immunocompromessi o fragili che non rispondono alla vaccinazione".

La ricerca, frutto di una collaborazione internazionale, è stata realizzata grazie ai finanziamenti della Fondazione Roma e del Ministero Università e Ricerca.

27 maggio 2022
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