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La tavola rotonda: "Ma come mai gli italiani pagano ancora 1 miliardo di ticket l'anno per i branded?"
18 SET -  
L’importanza della solidarietà, anche alla luce del progetto “Farmacia di strada”, è stato il fil rouge della tavola rotonda organizzata nell’ambito dell’Assemblea di Assogenerici che ha visto protagonisti medici e farmacisti.
 
Lucia Ercoli, Direttore sanitario dell'Associazione Medicina solidale e ricercatore dell’Università di Tor Vergata ha ricordato gli esordi della Onlus: “Per anni abbiamo rappresentato l’impegno del Policlinico Tor Vergata verso un territorio molto difficile come quello di Tor Bellamonaca. Questo impegno iniziale ci ha permesso di entrare in un’altra realtà, quella di una periferia invisibile, quella degli insediamenti anomali dove vivono migliaia di persone soprattutto donne e bambini che spesso vengono sgombrati. Abbiamo toccato con mano l’impossibilità a curarsi di persone che dovrebbero essere protette dalla nostra Costituzione. Abbiamo donato farmaci a pazienti che non potevano curarsi, perché la povertà è una delle peggiori malattie con la quale dobbiamo fare i conti. Avere un farmaco da donare può fare la differenza tra la vita e la morte – ha aggiunto – e questo non avviene nel Sud del mondo, ma nella Capitale. Dare solidarietà significa quindi promuovere i nostri valori”.
 
“Ci sono iniziative di grande speranza come quella portata avanti dall’assembla di Assogenerici che parlano di solidarietà” ha detto il Presidente del Banco farmaceutico Sergio Daniotti che ha ricordato come non serva fare tavoli di confronto, ma occorra invece portare avanti progetti concreti mettendo sul piatto risorse concrete. Soprattutto ha evidenziato “uno dei meriti del progetto ‘Farmacia di strada’ è la collaborazione tra le professionalità”. Un valore essenziale quando si parla di solidarietà.
 
Andrea Mandelli, Presidente della Fofi ha ricordato l’impegno dei farmacisti sul fronte del volontariato. Un impegno iniziato dal terremoto de L’Aquila e ormai diventato una realtà consolidata nella categoria, portata avanti con la Protezione civile nei luoghi dove è richiesto il supporto del farmacista.
“Credo che la Fofi possa essere un catalizzatore di solidarietà – ha detto Mandelli – garantendo assistenza di qualità proprio grazie alla professionalità dei farmacisti. Il farmaco donato è fondamentale, ma è fondamentale anche il ruolo del farmacista nel gestire la donazione nell'interesse del paziente e nel rispetto dei protocolli di sicurezza che questa attività impone. Per questo stiamo sensibilizzando gli Ordini per organizzare una partecipazione capillare e stabile dei farmacisti a queste azioni di solidarietà”.
 
Per Brunello Pollifrone della Fnomceo la possibilità di offrire solidarietà passa anche attraverso la disponibilità di luoghi dove curare i pazienti. Per questo ha ricordato “abbiamo chiesto di poter avere gli immobili sequestrati alla mafia dove prestare cure odontoiatriche gratuite”.
 
La collaborazione è importante per dare solidarietà. Ne è convinto Silvestro Scotti, Segretario generale della Fimmg che invita tutti i professionisti a fare rete, ricordando che in ogni caso lo Stato non può e non deve abdicare alle sue funzioni previste dalla Costituzione e dalla legge istituiva del Ssn che tutelano gli indigenti garantendo loro servizi e assistenza sanitaria ad ogni livello.
 
Dalla solidarietà alla sostenibilità. Cresce il mercato degli equivalenti e dei biosimilari, ma nonostante il trend in crescita ammonta ancora a 561 milioni di euro il totale del differenziale di prezzo pagato dai cittadini nel primo semestre dell’anno (la cifra complessiva nel 2017 è stata superiore al miliardo di euro) per ottenere il branded a brevetto scaduto invece del generico.
 
Un dato che segnala come ancora ci siano resistenze da parte dei cittadini, nonostante l’evidente risparmio che, a parità di efficacia tra i due farmaci, si può conseguire per il sistema sanitario nazionale. Pregiudizi o mancanza di cultura? Su questo si sono poi confrontati nel corso della tavola rotonda medici e farmacisti.
 
Per far decollare il mercato dei farmaci a brevetto scaduto servono campagne di sensibilizzazione, ha sostenuto il Presidente del banco farmaceutico Sergio Daniotti: “Bisogna educare il cittadino a capire qual è l’importanza del generico anche in termini di sostenibilità al sistema che deve essere considerato come un bene da difendere. Purtroppo nel nostro paese paghiamo ancora una lentezza culturale”.
 
Sulla stessa lunghezza d’onda Lucia Ercoli: “Curare significa anche educare il paziente – ha detto – noi abbiamo una resistenza all’educazione perché son saltati dei patti, e non viene riconosciuta la funzione e il ruolo del medico. Lo sforzo è riappropriarsi del binario educativo anche in salute facendo capire che il farmaco generico non è meno efficace del farmaco brended”.
 
Anche per Stefano Vella, Direttore del Centro per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità, esiste una resistenza culturale al generico considerato come “meno buono” del griffato.  Ma quello su cui bisogna insistere è il tema dell’appropriatezza: “La strada per la sostenibilità del sistema passa attraverso la diffusione del generico, ma anche su un uso appropriato del farmaco per essere pronti all’arrivo dell’innovazione”.
 
“Ci sono resistenze al generico dovute all’affezione tutta italiana verso la griffe che si estende anche al farmaco, ma a volte legate anche a fattori banali e difficilmente controllabili. Di certo il farmacista ha dato un contributo importante nel diffondere la cultura del generico anche perché tutti abbiamo ben presente il tema della sostenibilità del sistema” ha sostenuto Andrea Mandelli, che non ha nascosto timori sulla tenuta del Ssn. “Parliamo di sostenibilità, ma vedo pochi margini per incrementare il fondo sanitario. Dalla legge di bilancio non mi aspetto nulla di particolare. Il problema serio è che l’innovazione ‘robusta’ sta arrivando e quindi il tema della sostenibilità nel breve termine diventerà non più eludibile. Dobbiamo interrogarci come rendere sostenibile il sistema”.
 
Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg reclama invece la conoscenza dei dati per capire il fenomeno. “Abbiamo emanato leggi senza portare avanti progetti di educazione –  ha affermato – e ora non solo cerchiamo di individuare soluzioni ma anche di scoprire i colpevoli. Sono anni che chiedo ai soggetti deputati al controllo, i dati per capire, attraverso le ricette dematerializzate, se ci sono medici di famiglia che nel prescrivere farmaci inseriscono la non sostituibilità degli stessi. Dubito che i medici di famiglia lo facciano. Sarebbe invece interessante capire chi sono i prescrittori”.
 
E.M.
18 settembre 2018
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