Conferenza delle Regioni. Partono le "Comunità amiche" per le persone con demenza
20 FEB - “Abbiamo approvato definitivamente le Linee
di indirizzo nazionali per la costruzione di ‘Comunità amiche’ delle persone con demenza, lavorando su tutti gli aspetti che favoriscano la messa in rete e le sinergie sul territorio per la loro realizzazione”.
È quanto ha annunciato il presidente della Conferenza delle Regioni,
Stefano Bonaccini. Un documento,
anticipato nei mesi scorsi e approvato ora in via defiitiva dalla Conferenza Unificata con piccole limature, che punta ad aumentare la consapevolezza della comunità e la comprensione verso la demenza;
- ridurre lo stigma sociale associato alla demenza;
- rendere partecipi del processo di mutamento sociale le persone con demenza e i loro familiari in tutte le fasi di attuazione;
- favorire il supporto e una presa in cura appropriata della persona con demenza;
- favorire un contesto comunitario vivibile e fruibile ovvero attività ricreative, culturali, sociali facilmente accessibili ed appropriate;
- promuovere un ambiente urbano familiare ed accogliente;
- rendere i servizi socio-sanitari e socio-assistenziali maggiormente attenti e sensibili.
Questo accordo – spiega Bonaccini – permette infatti di valorizzare la fondamentale sinergia tra le associazioni, gli enti locali, il terzo settore e il sistema socio-sanitario e assistenziale. L’obiettivo è di realizzare la loro indispensabile collaborazione, ma serve anche il supporto di una efficiente rete di servizi territoriali. Va anche attivato un processo di cambiamento culturale e sociale, che consenta di promuovere e comunicare la realizzazione di queste Comunità amiche a sostegno dei malati e dei loro familiari. Nessuno si deve sentire solo e abbandonato.
Ricordo che solo in Italia si parla di oltre un milione di persone colpite dalla malattia – ha aggiunto Bonaccini – e che in futuro si preveda un continuo aumento del fenomeno e del numero delle persone interessate. Senza parlare dei costi, che non sono solo quelli sociali, stimati in decine di miliardi.
Le ‘Comunità amiche’ possono essere una risposta concreta, che attiva le migliori energie che abbiamo all’interno della società, sia dal punto di vista del sostegno ai familiari che sotto l’aspetto socio-sanitario e ambientale, migliorando qualità della vita, partecipazione e la riduzione della disabilità”.