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Lazio. Semaforo verde dalla Corte dei conti: “Tempi sono maturi per uscita da commissariamento”
La magistratura contabile ha dichiarato regolare il rendiconto 2018 della Regione. Avanzo di 48 milioni, debito in calo (dagli 8 mld del 2012 è sceso a 3,5 mld). “La Regione, attraverso le misure prese in attuazione del suddetto piano di rientro, è riuscita a contenere la tendenza espansiva dei costi del settore sanitario e ad avviare un’azione di risanamento strutturale” ma avverte: "Attenzione all'elevato contenzioso con i creditori delle Asl". IL DOCUMENTO
23 LUG - "Per quanto riguarda l'aspetto sanitario, riteniamo che possano essere maturi i tempi per la chiusura del commissariamento e quindi la Regione potrà ritornare, nel campo della sanità, finalmente a un regime di ordinarietà che consentirà di avere più risorse e di avere soprattutto la possibilità di colmare i vuoti che si stanno creando con l'assunzione di personale". Così il presidente della sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei Conti Roberto Benedetti, parlando con i cronisti al termine dell'udienza sulla parifica.
 
 
"Oggi abbiamo dichiarato regolare il rendiconto della Regione Lazio per l'esercizio finanziario 2018 - ha aggiunto - Abbiamo escluso soltanto un paio di partite che riguardavano dei contributi ai Comuni e li vedrà poi la Regione cosa fare".
 
I conti 2018 della sanità del Lazio.
 
Il settore sanitario, al IV trimestre 2018 presenta un disavanzo prima delle coperture di 42,47 mln di euro (i Tavoli, nella riunione del 28 marzo 2019, segnalano che il programma operativo 2016-2018 prevedeva l’equilibrio di bilancio per l’anno 2018). Come si evince dalla seguente tabella, dopo il conferimento delle entrate fiscali preordinate e vincolate alla copertura dei disavanzi del SSR, come aggiornate a seguito delle valutazioni effettuate ai sensi del d.l. n. 120/2013 (cfr verbale Tavoli del 26 luglio 2018), pari a complessivi 91,09 mln di euro, residua un avanzo di 48,62 mln.
Sempre in rosso i bilanci delle aziende ospedaliere (-391 mln nel 2018) anche se meglio rispetti ai -471 mln del 2017.
 
“La Regione – sottolinea la Corte dei conti - , attraverso le misure prese in attuazione del suddetto piano di rientro, è riuscita a contenere la tendenza espansiva dei costi del settore sanitario (pur se emerge un aumento degli stessi nell’anno 2018 rispetto agli anni precedenti) e ad avviare un’azione di risanamento strutturale che ha consentito di ridurre in maniera rilevante il debito del comparto sanitario che, dagli 8,08 miliardi di euro del 2012 è passato a 3,51 miliardi. A fronte di tale riduzione, risulta tuttavia ancora elevato il debito della Regione riferito alla sanità, che deve aggiungersi a quello proprio del comparto sanitario e che ammonta, al 31 dicembre 2018, a 9,52 miliardi, con una riduzione di circa 256 milioni rispetto all’anno 2016”.
 
“Emerge – rileva la Corte - anche la presenza di un consistente debito potenziale dovuto a un rilevante ammontare di contenzioso con i creditori delle aziende sanitarie che se pur fronteggiato, secondo quanto espresso dalla Regione, da un congruo fondo rischi, necessita di appropriati monitoraggi e controlli. Tale rilevante esposizione debitoria si ripercuote sui costi della gestione in termini di interessi passivi e oneri finanziari, pari nell’anno 2018 a 71,2 mln di euro solo per il comparto sanitario. La riduzione dell’indebitamento richiede mezzi finanziari disponibili, che a loro volta si avvantaggiano di politiche volte alla riduzione dei costi improduttivi o esuberanti”.
 
A tal proposito questa Corte ritiene “essenziale, data la presenza di una molteplicità di centri decisionali di spesa in ambito sanitario, la esplicitazione, da parte degli Organi regionali a ciò deputati, dell’eventuale mancato raggiungimento dei risultati programmati, al fine di attuare le dovute correzioni, sia nei confronti delle singole aziende sanitarie che dei settori nei quali si concentra la gestione di rilevanti risorse, anche al fine di premiare realtà più efficienti rispetto ad altre, al di là di una logica semplicemente perequativa nella distribuzione dei finanziamenti destinati al SSR”.
 
“La riduzione dei costi incongrui – sottolinea - permetterebbe di liberare risorse che potrebbero essere allocate in altri settori, quali ad esempio gli investimenti. Questi ultimi, se ben programmati e realizzati, andrebbero a generare nuove opportunità in termini di offerta rivolta ai cittadini-assistiti. La Regione dichiara che il mandato commissariale ha assicurato il miglioramento dei LEA (livelli essenziali delle prestazioni), che risulta in netta crescita rispetto al passato, come accertato dagli Organi competenti”.
23 luglio 2019
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