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Carenza farmaci nel vicentino. Federfarma: “La colpa non è delle farmacie. Serve intervento a livello europeo”
Federfarma Vicenza interviene dopo le polemiche per la carenza, ora risolta, di Sinemet, farmaco utilizzato per il Parkinson. “Si tratta di un problema che si trascina da anni e che come associazione abbiamo sottolineato più volte va risolto a livello europeo”. Sul fenomeno è recentemente intervenuto anche il Pgeu, associazione dei farmacisti europei, che ha approvato un Position Paper suggerendo misure per ridurre il rischio di carenza di farmaci nei Paese Ue.
24 GIU - Ora è tutto risolto, ma la carenza di Sinemet, farmaco utilizzato per il Parkinson, ha causato forti preoccupazioni tra le famiglie vicentine e, di conseguenza, forti polemiche che hanno investito la Regione e anche le farmacie territoriali. Per questo il presidente di Federfarma Veneto, Alberto Fontanesi, ha deciso di intervenire per chiarire che si tratt di “un problema che non va sottovalutato ed a cui prestare estrema attenzione perché impatta da vicino sulla salute dei cittadini ed anche naturalmente sulla farmacie”, ma “i farmacisti e la farmacie non hanno nessuna responsabilità e soprattutto alcun potere per risolvere questa situazione. Si tratta di un problema che si trascina da anni e che come associazione abbiamo sottolineato più volte va risolto a livello europeo”.

“La Regione – afferma Fontanisi - come sempre è stata puntuale e presente nei controlli e nelle opportune segnalazioni al Ministero della Salute. Si è mossa con tempestività, ma serve una soluzione a livello europeo per evitare il ripetersi di determinate situazioni. In questi anni molti governi hanno cercato di risolvere la questione, ma senza riuscirci come testimoniano episodi come quello del vicentino che è solo l’ultimo di una lunga serie. Oggi ogni Paese ha il suo regolamento e di conseguenza si creano situazione disomogenee che vanno ad impattare direttamente sui cittadini. Per Federfarma Veneto, quindi, è prioritario intervenire a livello europeo aumentando l'efficienza e l'efficacia delle pratiche comuni di notifica e della valutazione delle carenze con l’obiettivo di permettere ai farmacisti di ridurre l'impatto delle carenze sui pazienti come sostenuto dal PGEU (Gruppo farmaceutico dell’Unione europea)”. Il Pgeu ha, infatti, recentemente approvato un Position Paper che analizza il fenomeno e nel quale vengono suggerite alcune misure per ridurre il rischio di carenza di farmaci nei Paese Ue.

Da parte sua Fontanesi fa notare come “la carenza di farmaci è causata anche dal fenomeno delle esportazioni parallele di farmaci. Si tratta di un meccanismo che fa sì che i medicinali di basso prezzo vengano esportati in Paesi dove i prezzi sono più alti, rendendo irreperibili nelle farmacie italiane farmaci importanti e spesso anche salvavita. Di recente anche su volontà di Federfama nazionale è stato approvato un emendamento che prevede che l’Aifa, dandone previa notizia al ministero della Salute, possa bloccare temporaneamente le esportazioni di farmaci nel caso in cui ciò si renda necessario per prevenire o limitare stati di carenza o indisponibilità nelle farmacie. Anche qui però a livello europeo si può intervenire con la determinazione di un prezzo unico dei farmaci in modo tale da eliminare definitivamente questo fenomeno periocoloso”.

“Siamo molto preoccupati per il ripetersi di episodi della carenza di farmaci che creano grave disagi ai cittadini, ma anche un incremento del lavoro delle farmacie che cercano di ovviare al problema proponendo il farmaco di un’altra azienda produttrice in concerto naturalmente con il medico curante. I cittadini, come spesso accade, quindi, fanno riferimento al farmacista per risolvere il problema della carenza di farmaci perché ci considerano il primo presidio sanitario sul territorio.  Questo purtroppo non riesce ad eliminare completamente la carenza. Per questo auspichiamo al più presto un intervento del legislatore europeo per risolvere una situazione che mette in difficoltà i pazienti”.
24 giugno 2019
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