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Incompatibilità Presidente-Commissario. Le Regioni studiano (ma in ritardo) la contromossa: nomine siano fatte d’intesa
I buoi sono già usciti dalla stalla con le nomine di ieri dei nuovi commissari di Calabria e Molise. Ma le Regioni proveranno in ogni caso a chiudere il recinto la prossima settimana in Conferenza dove all'ordine del giorno vi sarà un approfondimento sul tema dopo la norma introdotta nel decreto fiscale prossimo alla conversione in legge che ha ripristinato l’incompatibilità. Una possibile via d’uscita potrebbe essere quella di vincolare a un’intesa le nomine dei commissari
07 DIC - La norma approvata nel Dl Fiscale che reintroduce l’incompatibilità tra le figure di presidente della Regione e commissario ad acta per la sanità non è proprio andata giù alle Regioni (in testa Campania e Molise) che già nei mesi scorsi avevano espresso più di un dubbio sulla misura. E certamente il clima non si è rassenerato dopo che ieri il Governo ha nominato i nuovi commissari in Calabria e, appunto, Molise dove il governatore Toma ha reclamato per mesi la carica.
 
Modificare quanto previsto nel Decreto, ormai prossimo alla conversione in legge, però, ad oggi sembra praticamente impossibile, e questo le Regioni lo sanno, ma allo stesso tempo gli Enti locali non vogliono mollare la presa e si preparano ad una contromossa (che arriva però in ritardo viste le nomine di ieri) su cui si confronteranno nella prossima Conferenza prevista per il 13 dicembre.
 
Secondo quanto si apprende da fonti regionali la proposta sarebbe quella d’introdurre un filtro allo potere di nomina del Governo inserendo il paletto della sottoscrizione di un’intesa o con la Conferenza o, molto più probabilmente, con il presidente di Regione sulla nomina del commissario. Una misura che nella situazione attuale delle Regioni in Piano di rientro riguarderebbe soprattutto De Luca (e in teoria anche a Zingaretti, anche se il Lazio è fiducioso di uscire presto dal commissariamento) che dopo le nomine di ieri resta pericolosamente in bilico. 
 
Un’idea certamente non campata per l’aria, perché slegare completamente la nomina del commissario dal presidente della Regione ha sì i suoi vantaggi ma anche i suoi rischi (visto che in ogni caso al presidente della Giunta rimangono alcune prerogative, una tra tutte la nomina dei direttori generali delle Asl) come testimoniano alcune esperienze nel recente passato: vedi i rapporti non proprio idilliaci proprio tra lo stesso De Luca e l’ex commissario Polimeni, o le battaglie continue tra l'ormai ex commissario calabrese Scura e il presidente Oliverio.
 
Insomma, forse, trovare un’intesa tra Governo e Regioni sul commissario potrebbe limitare le polemiche per raggiungere poi l’obiettivo vero del commissariamento: riportare sui binari la sanità delle Regioni in crisi. Il Governo però, non sembra dello stesso avviso e il via libera di ieri ai nuovi commissari di Calabria e Molise ne è la riprova. Così com'è evidente il ritardo con cui si è mossa la Conferenza dei governatori, forse troppo concentrati sul regionalismo differenziato.
 
Luciano Fassari
07 dicembre 2018
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