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I 90 anni dell’Int di Milano. Fontana: “Qui l’oncologia è nata, cresciuta e diventata una vocazione”. Mattarella: “Qui non solo alta professionalità, ma anche passione e impegno”
Il governatore ha accompagnato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita all’Istituto. Fontana si è poi soffermato sulle professionalità che operano all’Int: “Non esiste eccellenza scientifica senza menti che le diano le basi e la alimentino” e per questo non si può prescindere dalla necessità di “dare ai ricercatori un futuro stabile”, anche considerato che con la “continuità” il lavoro “ne guadagnerebbe in qualità”.
20 SET - “L’Istituto Nazionale dei Tumori è un mondo dove l’oncologia non solo è nata, ma è anche cresciuta e divenuta vocazione e motivo di sfida per i nostri medici. Un mondo dove la scienza lascia spazio all’umanità e l’umanità si permea di scienza”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, accogliendo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’Aula Magna dell’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) che oggi festeggia i suoi primi 90 anni.

“L’INT - ha aggiunto Fontana - è costituito prima di tutto di persone, che con abnegazione ne fanno ogni giorno l’eccellenza che gli viene riconosciuta a livello internazionale. È anche il luogo dove, oltre a fare ricerca per combattere quello che 90 anni fa era conosciuto come ‘il male oscuro’, il fattore umano dei professionisti che vi lavorano concorre a realizzare la presa in carico ‘de facto’ del paziente oncologico, che viene seguito compiutamente nell’intero percorso di cura”.

Durante il suo intervento Fontana ha invitato a fare una riflessione sulla specificità degli IRCCS lombardi, perché “dove c’è sia assistenza, sia ricerca, si possono formare i migliori medici”. Questi strumenti sono un vero e proprio motore per migliorare l’eccellenza sanitaria lombarda soprattutto in chiave biomedica. “Non esiste però - ha sottolineato il presidente - eccellenza scientifica senza menti che le diano le basi e la alimentino”.

Fontana ha anche sottolineato come, quando si parli di IRCCS, non si possa prescindere dall’ambizione di “poter dare ai ricercatori un futuro stabile” perché arruolare a tempo indeterminato profili di questo tipo è condizione necessaria per garantire al sistema “una continuità del lavoro che ne guadagnerebbe in qualità“.

Da qui l’invito di Fontana a guardare con particolare attenzione negli occhi dei pazienti e in quelli dei loro medici: “solo lì - ha sottolineato - nella profondità dell’animo umano, si possono cogliere infatti tutta la passione e l’impegno che fanno di questo luogo una realtà dove la sfida alla malattia è una tensione all’amore per la vita”.
 
L'intervento del Capo dello Stato:
"Desidero aggiungere soltanto poche parole a quelle pronunciate dal Sindaco e dal Presidente della Regione, che ringrazio molto. Stiamo ricordando i novant'anni di questo Istituto che sottolinea come la Lombardia e Milano, anche su questo versante, siano per il nostro Paese punto fondamentale di guida, di orientamento e di approfondimento.
 
Le considerazioni fatte dal Presidente della Regione e dal Sindaco sono significative. Io vorrei ringraziare il Presidente Lucchini per la sua presentazione e rivolgere un saluto a tutti i presenti, alle autorità e al Sottosegretario alla salute.
 
Il Presidente Lucchini ha ricordato alcuni dati profondamente importanti della storia di questo Istituto e del suo contributo al nostro Paese, oggi proiettato nel futuro.
Vi sono novant'anni di vita e di storia: sono importanti e sono stati contrassegnati da protagonisti che hanno fatto accumulare a questo Istituto un patrimonio di contributi, di esperienze, di approfondimento, di impegno e di passione che lo ha reso un patrimonio nazionale.
 
Vi sono oltre duemila operatori che vi lavorano. E vorrei aggiungere qualche dato ulteriore: l'anno passato l’Istituto ha avuto oltre 18 mila ricoveri; ha elaborato e pubblicato oltre 650 studi clinici, attraverso i suoi centri di ricerca. Vi sono ventisette laboratori di ricerca, se non ricordo male.
È un patrimonio del nostro Paese che si riversa su due versanti: della cura e della ricerca. Non è un caso che tra gli oltre 18 mila ricoverati dell'anno passato molti venivano da ogni parte d'Italia.
 
Anche in questo Lombardia e Milano si manifestano un punto di attrazione e di riferimento per tutto il nostro Paese.
Ma questa eccellente, straordinaria e benemerita attività dell'Istituto non si basa soltanto sulla alta professionalità, sull'attitudine alla ricerca, all’applicazione dei risultati della ricerca, ma si basa anche sulla passione, sulla dedizione, sull'impegno generoso che viene spiegato e che, come ha ricordato il Presidente Lucchini, viene integrato dai tanti volontari e dalle fondazioni che hanno svolto, nella storia di questo Istituto, un ruolo fondamentale di contributo e di sostegno.
 
Ho avuto poc'anzi l’opportunità di visitare quella cittadella particolare del reparto pediatrico e di fermarmi sulla soglia dell'Hospice di cure palliative, che segna anche qui la frontiera della civiltà, dell'accoglienza e della premura nei confronti del malato che questo Istituto sviluppa così efficacemente.
Tutti questi fronti e gli altri che, tra l'altro, ben conosco (questo Istituto ha tanti reparti d'eccellenza) non sarebbero possibili senza questa passione e questa generosa dedizione di coloro che vi operano.
 
E su questo vorrei concludere questo breve saluto, per ringraziare tutti coloro che operano in questo Istituto: i medici, il personale infermieristico, gli amministrativi che, nei vari settori e versanti, contribuiscono alla vita dell'Istituto, e il mondo del volontariato e dei donatori che lo affianca, lo sostiene e lo integra.
 
Tutto ciò merita la riconoscenza del nostro Paese che qui voglio esprimere, dicendo ‘grazie’ e rivolgendo un forte augurio per la vostra attività e per il vostro futuro".
 
20 settembre 2018
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