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Puglia. Al via la Rete oncologica. Emiliano: “Finalmente mettiamo fine ai viaggi della speranza”
“Grazie alla Rete oncologica abbiamo finalmente strategie e protocolli comuni. Non sarà più necessario andare fuori regione, in Lombardia o in Emilia, se non per casi di particolare gravità”, ha detto il presidente della Regione. La Rete è stata progettata dall’Agenzia Regionale per la Salute e il Sociale in collaborazione con le associazioni dei pazienti, i medici di famiglia, le società scientifiche, le associazioni della ricerca e della formazione
14 MAG - È stata formalmente avviata nel fine settimana la nuova Rete oncologica pugliese (ROP). Seguiranno, nei prossimi mesi, le sottoreti dedicate ai tumori del polmone, della prostata, del colon, dell’utero e della mammella. Entro il 2019, invece, saranno attivate le sottoreti dedicate ai tumori del fegato, della vescica, del pancreas, dello stomaco, del melanoma, del rene e del testa/collo.
 
“Abbiamo fatto un lavoro e uno sforzo politico enorme per arrivare a questo risultato”, ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. “Grazie alla Rete oncologica abbiamo finalmente strategie e protocolli comuni. Non sarà più necessario andare fuori regione, in Lombardia o in Emilia, se non per casi di particolare gravità. Il perverso sistema nel quale il nord ha bisogno di portarci via i pazienti, oggi trova finalmente una risposta, la ROP”.

Proprio al tema dell’immigrazione sanitaria il presidente pugliese si è voluto concentrare lanciando “un appello all’armonia tra tutti gli oncologi della Puglia per collaborare tra loro ed evitare i viaggi della speranza inutili. Fuori dalla Puglia si va”, ha detto Emiliano. “Ma per casi eccezionali. Per cure ordinarie, si può  continuare a vivere, a lavorare, ad amare in Puglia senza la necessità di spostarsi. Il tumore è una condizione di salute che può essere fronteggiata e che può consentire la normale prosecuzione dell’attività umana senza dover sconvolgere la propria vita e quella dei propri cari, e questa rete nasce proprio con questo obiettivo”.

La Rete, ha illustrato il direttore del Dipartimento regionale Politiche della salute Giancarlo Ruscitti, è costituita da “quattro aree macroterritoriali con dei responsabili che sono stati nominati dagli oncologi che fanno parte dell’ambito territoriale il cui riferimento è l’Oncologico di Bari, il nostro IRCCS dedicato a queste patologie. Abbiamo intenzione di avere lo stesso protocollo in modo tale da curare in maniera uniforme tutti i pugliesi a prescindere dai territori. Stessa cura, stessa terapia, stessa assistenza. Dalla logica separatistica delle isole alla logica condivisa di una unità territoriale regionale”.

La Rete dedicata a tutte le patologie oncologiche, è stata progettata dall’Agenzia Regionale per la Salute e il Sociale (Aress) in sintonia e in collaborazione con le associazioni dei pazienti, i medici di famiglia, le società scientifiche, le associazioni della ricerca e della formazione.  La definizione del modello organizzativo e i principi di funzionamento  generali della Rete Oncologica  Pugliese partono da un’analisi di contesto epidemiologica finalizzata a qualificare il bisogno assistenziale espresso dai pazienti oncologici, spiega la Regione.

“L’architettura della ROP è stata elaborata e messa a punto dall’ARESS con un’attività di tessitura quasi amorevole e abbiamo compiuto tutti insieme uno sforzo corale e orgogliosamente imperfetto, perché l’imperfezione lascia spazio al miglioramento e non diventa una più una scusa per non partire proprio”, ha detto il commissario straordinario dell’Agenzia Giovanni Gorgoni.
 
Il modello organizzativo della Rete e quello di Hub&Spoke, il cui presupposto è che per determinate situazioni e complessità di malattia siano necessarie competenze rare e costose che non possono essere assicurate in modo diffuso ma devono invece essere concentrate in Centri regionali di alta specializzazione. Il modello prevede, pertanto, la concentrazione dell’assistenza di maggiore complessità in “centri di eccellenza” (hub) e l’organizzazione dell’invio a questi “hub” da parte dei centri periferici (spoke) dei malati che superano la soglia dei complessità degli interventi effettuabili a livello periferico.

“È una rete destinata a 21 mila pazienti pugliesi di nuova diagnosi”, ha aggiunto Gorgoni. “Ai 179 mila che convivono con la malattia e ai 10 mila che ci salutano, con la consapevolezza sempre che non si fa buona oncologia senza un avverbio: insieme. E soprattutto, con il primario obiettivo suggerito in un blog da un’ammalata di tumore, ossia leggere la malattia dal punto di vista del paziente e assumerne il suo vissuto”.

A tal proposito vi è una novità introdotta con la nuova ROP che più delle altre è sintomo dell’interesse all’umanizzazione del percorso oncologico: l’istituzione, presso i Servizi Oncologici di ogni azienda e presso i Presidi Territoriali di Assistenza, di una nuova struttura operativa: il COrO. La struttura ha compiti di informazione ed accoglienza dei nuovi pazienti oncologici e di supporto al percorso diagnostico, terapeutico, assistenziale, assicurando a tutti i pazienti la presa in carico iniziale ed il mantenimento in carico al termine di ogni ciclo terapeutico.

Il passo successivo sarà l’istituzione della Rete pediatrica pugliese, ha annunciato Ruscitti, “la seconda rete importante che vogliamo far partire in Puglia quest’anno”. 
14 maggio 2018
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