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Pfas. Nuovo scontro Governo-Regione Veneto: botta a risposta tra Galletti e Bottacin su fondi
Il ministro dell’Ambiente parla di oltre 100 milioni stanziati dal Govern”, 80 milioni nell’ambito dei Fondi Sviluppo e Coesione e agli altri 23 già disponibili con l’accordo per il bacino del Fratta Gorzone. L’assessore regionale precisa: “Soldi di Fratta Gorzone destinati alla depurazione e non ai nuovi acquedotti per fronteggiare il problema dei pfas. E per gli 80 milioni ci vorrà tempo”.
13 OTT - Dopo le polemiche delle scorse settimane, ieri nuovo scontro tra Governo e Regione Veneto in materia di Pfas. A scatenarlo, stavolta, alcune dichiarazioni del ministro per l’Ambiente, Gian Luca Galletti, rilasciate a margine di un convegno a Vicenza nell’ambito della 34/a assemblea annuale dell’Anci, e nelle qualit, affrontando la vicenda dei Pfas in Veneto, ha ribadito quanto già affermato in una nota delle settimane scorse. E cioè che c’è stato un impegno “serio e determinato sui Pfas” da parte del Governo. Sul piatto ci sono “oltre 100 milioni”, di cui 80 recentemente sbloccati e promessi nell’ambito dei Fondi Sviluppo e Coesione, assieme ad altri 23 “già disponibili”.

Quei 23 milioni, ha spiegato Gallettti, derivano da un nuovo accordo per il bacino del Fratta Gorzone: “Dei 90 milioni previsti da un lontano accordo del 2005 – 30 per parte da governo, Regione e gestori del servizio idrico – risultavano al 2015 spesi solo 7,9 milioni di fondi statali. Grazie a questa nuova intesa oggi, dopo una lunga ricerca sul territorio della composizione degli interessi, 23 milioni di risorse dello Stato sono nuovamente utilizzabili per il distretto conciario di cui circa 10 milioni di euro e per gli interventi di corretta gestione dei fanghi e 13 sulle fognature e depurazione in un’area molto complessa per la concentrazione di Pfas”, ha illustrato il ministro nella nota. In cui si precisava, ancora: “Inoltre, grazie alla proposta del ministero, sono stati inseriti tra gli obiettivi strategici anche quelli relativi alla rimozione dei Pfas nelle acque destinate a uso umano. Il quadro normativo aggiornato ha consentito al Ministero di poter sostenere la richiesta al governo di fondi aggiuntivi, riconosciuti nella misura di 80 milioni di euro e ufficialmente sbloccati l’11 settembre scorso”.

Dichiarazioni, quelle di Galletti, che per l’assessore all’Ambiente della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin, necessitano tuttavia di alcune precisazioni. “Spiace osservare – afferma Bottacin in una nota - che i 23 milioni che il ministro dice che sono già disponibili si riferiscono ai soldi relativi all’accordo ‘Fratta Gorzone’ destinati alla depurazione e non ai nuovi acquedotti per fronteggiare il problema dei pfas. E ciò è sicuramente noto a Galletti essendo tra i firmatari dell’accordo. Per i nuovi acquedotti invece sappiamo che il Ministro ha stanziato 80 milioni e lo ringraziamo ma il direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del ministero dell’ambiente, dottoressa Checcucci, nei giorni scorsi ha testualmente dichiarato che la tempistica per l’effettiva disponibilità delle risorse dipende dal MEF trattandosi di un fondo pluriennale. Mentre aspettiamo i soldi promessi, la Regione ha avviato ancora nel 2015 i lavori dei nuovi pozzi di approvvigionamento di Carmignano, che arriveranno a conclusione in questi giorni. E questo nonostante i tentativi da parte di qualcuno di bloccare queste opere fondamentali per la soluzione del problema pfas”.

“Per quanto riguarda i limiti sugli scarichi industriali – aggiunge l’assessore - che sono notoriamente competenza del ministero in base a quanto previsto dal comma1 dell’articolo 101 del d.lg. 152/2006, sono stati definiti dal ministero solo nel 2016, dopo ripetute richieste da parte della Regione e solamente per 5 sostanze della famiglia dei Pfas”.

“Va ricordato però ai cittadini – conclude l’assessore - che per quanto riguarda gli scarichi industriali nell’area contaminata la Regione era già intervenuta imponendo gli stessi limiti delle acque potabili, caso unico al mondo, non solo per i pfas a catena lunga ma anche per quelli a catena corta. E il ministro non dovrebbe tacere che proprio la mancanza di una normativa nazionale ha scatenato una serie di ricorsi tuttora pendenti su questa questione che il governo ha scaricato sulla Regione”.

Galletti ha quindi voluto replicare a Bottacin. “Forse l’assessore – scrive il ministro in una nota rilanciata dall’Ansa – è un po’ preoccupato e distratto dal referendum per l’autonomia veneta. Altrimenti non si spiega questa continua polemica e strumentalizzazione elettorale che fa del problema Pfas in Veneto, su cui il governo è impegnato senza riserve. Gli 80 milioni destinati ai Pfas all’interno del fondo infrastrutture, come dovrebbe essere chiaro a chi fa l’amministratore, non possono essere consegnati dall’oggi al domani: vanno erogati come un qualsiasi fondo pluriennale alla luce dei progetti e dei loro stati di avanzamento”.

“Sul Fratta Gorzone – ha proseguito Galletti – c’è poi davvero poco da dire: sono 23 milioni che erano rimasti nel dimenticatoio fino a ieri, che il ministero avrebbe potuto revocare e destinare altrove ma ha voluto mantenere per il  territorio. La Regione può usarli anche in un progetto preliminare per i Pfas, come oggi è possibile fare grazie al nostro intervento. Vorrei sapere infine quante risorse economiche mette la Regione Veneto su questa emergenza: leggo cifre francamente irrisorie che spero non siano veritiere”.
13 ottobre 2017
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