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Vaccini. Raggi: “Norma confusa, rischio caos”. Ma Lorenzin e Fedeli ribattono: “La legge è chiarissima”
Per la sindaca di Roma la legge sui vaccini rischia di generare "una discriminazione tra cittadini di serie A e di serie B rispetto alla loro collocazione geografica. Lo stesso Ministero non si è accorto che nel resto d'Italia c'è il caos e che per la scarsa chiarezza delle norme ogni amministrazione si regola come ritiene più opportuno per i propri cittadini residenti". Ed in serata arriva la lettera di chiarimento da parte delle ministre della Salute e dell'Istruzione.
12 SET - "La nuova normativa sulla prevenzione vaccinale è confusa, risulta poco chiara e viene infatti applicata in modo difforme da Regioni e Comuni in tutta Italia". Così la sindaca di Roma Virginia Raggi in una lettera inviata alle ministre della Salute Beatrice Lorenzin e dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Valeria Fedeli.
 
"Questa situazione - spiega - rischia di generare una discriminazione tra cittadini di serie A e di serie B rispetto alla loro collocazione geografica. Lo stesso Ministero non si è accorto che nel resto d'Italia c'è il caos e che per la scarsa chiarezza delle norme ogni amministrazione si regola come ritiene più opportuno per i propri cittadini residenti".
 
In serata è arrivata la replica da parte della ministre Lorenzin e Fedeli. Nella lettera le ministre, ringraziando la sindaca per la nuova decisione assunta riguardo la diffusione dei modelli di autocertifiazione del Ministero della Salute, spiegano che per quanto riguarda gli effetti del mancato adempimento degli obblighi vaccinali, l'articolo 3 comma 3 della legge prevede che: "Per i servizi educativi per l'infanzia e le scuole dell'infanzia, la presentazione della documentazione comprovante la situazione vaccinale del minore costituisce requisito di accesso". Per fugare ogni dubbio in merito all'interpretazione di questa disposizione, Lorenzin e Fedeli richiamano la circolare ministeriale del 1 settembre dove è stato già chiarito che "già per l'anno scolastico 2017/2018, a decorrere dal 12 settembre 2017, non potranno avere accesso ai servizi educativi per l'infanzia e le scuole dell'infanzia i minori i cui genitori non abbiano presentato entro l'11 settembre la documentazione" necessaria. 
 
Per quanto poi concerne l'osservazione della sindaca Raggi per cui "il pericolo di contagio e diffusione di eventuali patologie o epidemie non è sufficientemente scongiurato intervenendo solotanto all'interno dei plessi scolastici", nella lettera si richiama il fatto che la legge si applica a tutti i minori da 0 a 16 anni, a prescindere dalla frequenza scolastica.
 
Inoltre, con riferimento agli operatori sanitari e scolastici, si prevede che questi presentino agli istituti scolastici ed alle aziende sanitarie presso cui prestano servizio una dichiarazione comprovante la propria situazione vaccinale "e non relativa alla situazione vaccinale dei minori che frequentano la scuola, della quale gli stessi potrebbero non essere in piena e totale conoscenza".
 
Quanto alla richiesta di uniformare l'applicazione delle nuove disposizioni su tutto il territorio nazionale, hanno già provedduto a: pubblicare le già richiamate circolari, predisporre apposite dichiarazioni sostitutive per l'adempimento degli obblighi vaccinali, ed attivare il numero di pubblica utilità 1500. I due Ministeri, si legge ancora nella lettera, stanno inoltre monitorando l'attuazione delle nuove disposizioni sul territorio nazionale.
 
Infine, quanto al tema privacy, Lorenzin e Fedeli ricordano come il Garante si sia già espresso sul punto evidenziando che, mentre è già possibile la trasmissione degli elenchi degli alunni iscritti dalle scuole alle Asl, queste ultime potranno restituire l'elenco degli alunni non in regola con gli obblighi vaccinali chiedendo al Garante di esprimersi in tal senso dopo aver adotattato una norma regolamentare "che specifichi i tipi di dati e di operazioni identificati e resi pubblici a cura dei soggetti che ne effettuano il trattamento, in relazione alle specifiche finalità perseguite nei singoli casi e nel rispetto dei principi indicati del Codice della privacy".
 
G.R.
12 settembre 2017
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