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Fabbisogno delle professioni. In Stato-Regioni approvata la mediazione del ministero della Salute. Ecco i numeri finali
Nessun eccesso di neo-iscritti alle lauree né mancato rispetto del metodo seguito - e studiato - della Joint Action europea “Health Workforce Planning and Forecasting”: in Stato Regioni la proposta su cui è stato raggunto l'accordo è quella mediata dal ministero della Salute che ristabilisce i numeri emersi dai due anni di lavoro svolto con professioni e Regioni. IL DOCUMENTO.
26 MAG - Fabbisogno del personale per l’anno accademico 2017-2018: in Stato-Regioni il testo approvato è quello proposto – e mediato – dal ministero della Salute.
Dopo la proposta delle Regioni che riprendeva numeri con cui non si teneva del tutto conto del lavoro svolto per due anni circa  nell’ambito della Joint Action europea “Health Workforce Planning and Forecasting”, la mediazione della direzione delle professioni di Lungotevere Ripa ha determinato le tabelle finali che ora verranno inviate ufficialmente al Miur.

Così ad esempio i medici che potranno iscriversi il prossimo anno ai corsi di laurea sono 8.700, gli infermieri poco più di 14mila e i farmacisti non oltre i 448.

I numeri si basano sull'analisi effettuata nei mesi scorsi con le professioni in seno alla Jont action qundi, e la scelta finale rispecchia la richiesta del precedente anno accademico con alcune differenze sostanziali che seguono il nuovo metodo di calcolo a lungo termine.
Ad esempio per medici e odontoiatri e tecnici della prevenizione i posti sono esattamente gli stessi, mentre calano per altre professioni, con i casi più evidenti per gli infermieri che di posti ne perdono poco meno di 1.500, ma anche dei fisioterapisti che erano 2164 lo scorso anno e sono 1927 nella nuova proposta.

Il calo maggiore però è quello dei farmacisti: 1279 posti nel 2016-2017, solo 448 nel 2017-2018.

In riduzione anche tutte le altre professioni (i podologi ad esempio si dimezzano), mentre le uniche due ad aumentare secondo il ministero i posto a bando sono l'educatore professionale che passa dai 794 agli 800 e il tecnico ortopedico da 120 a 140.
Ci sono poi le altre professioni che fanno il loro primo ingresso nella programmazione dei posti: biologo, chimico., fisico e psicologo, alle quali sono riservati in tutto 600 posti, di cui però è confermato che nemmeno uno tocca agli psicologi e più della metà (362) ai biologi.

I criteri quindi, come ricorda lo schema di accordo, per determinare il fabbisogno formativo sono il riferimento alla  domanda futura di professionisti sanitari espressa dal sistema sanitario regionale e nazionale nel suo complesso, ossia considerando i servizi sanitari erogabili sia dal settore pubblico sia dal settore privato, inclusi i libero-professionisti.

I nuovi principi metodologici indicati nell’accordo raggiunto sono:
  • iI  fabbisogno   formativo  è determinato   con  riferimento   prioritario   alle   stime  di  domanda   futura di professionisti sanitari espressa dal sistema sanitario regionale e nazionale nel suo complesso, considerando  cioè i  servizi sanitari  erogabili  sia dal settore  pubblico  sia dal settore  privato,  inclusi  i  libero­professionisti.
  • la domanda futura espressa dal sistema sanitario regionale e nazionale è in relazione con le proiezioni di offerta futura di professionisti sanitari, a prescindere dal settore pubblico o privato di impiego, per identificare la capacita di assorbimento del mercato del lavoro, quantificare eventuali carenze o eccedenze future e quindi compiere le azioni opportune per prevenire gli squilibri tra domanda  e offerta, salvaguardando la sostenibilità economica del sistema nel suo complesso, garantendo ai cittadini la qualità dei servizi erogabili, assicurando le corrette e opportune condizioni di lavoro e di occupazione.
  • le previsioni di domanda  e offerta abbracciano un orizzonte temporale non inferiore a venti o venticinque anni, a seconda della durata del percorso formativo universitario.
  • la determinazione del fabbisogno formativo  espresso  a livello regionale e nazionale  è il risultato delle stime e delle previsioni di divario tra domanda e offerta nel lungo periodo a prescindere dalla capacita formativa.

 
Il fabbisogno formativo dei professionisti sanitari, è calcolato quindi con l'ausilio di un modello previsionale che include dati e stime di medio e lungo termine quantomeno su precise dimensioni:
- i cambiamenti demografici della popolazione di riferimento per ogni professione sanitaria;
- i cambiamenti nelle modalità di erogazione dei servizi sanitari e quindi di impiego dei professionisti sanitari;
- la quantità di professionisti sanitari al momento attivi sul mercato del lavoro;
- la quantità di professionisti già abilitati ma al momento non attivi sul mercato del lavoro;
- i flussi futuri di professionisti sanitari in uscita dal mercato del lavoro;
- i flussi futuri di professionisti sanitari in entrata nel mercato del lavoro.
26 maggio 2017
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