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Lazio. Ecco il nuovo piano per abbattere le liste d’attesa. Zingaretti sul suo blog: “Sono una delle più gravi disfuzioni e vergogne del sistema sanitario regionale”. Con liste troppo lunghe riduzione o sospensione dell’intramoenia
Priorità a chi ha più urgenza, nuove regole per l’intramoenia (con attese oltre i limiti stabiliti, le aziende dovranno infatti ridurre o sospendere l’attività libero professionale interna). Ma anche responsabilizzando le aziende sanitarie, più trasparenza e nuovi recall per i pazienti che aspettano da troppo tempo di fare un esame. “Possiamo farlo perché i conti sono finalmente in ordine e questo ci consente anche di dotare le strutture di nuovo personale”, spiega il presidente. LE SLIDE, IL TESTO DEL DECRETO.
11 APR - La Regione Lazio ha un nuovo piano per abbattere le liste d’attesa nella sanità. “Una soluzione strutturale a una delle più gravi disfunzioni” e “vergogne” del sistema sanitario regionale, la definisce il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, che dal suo blog aggiunge: “Interveniamo per sanare uno dei grandi punti di debolezza della sanità laziale e possiamo farlo perché i conti sono finalmente in ordine e questo ci consente anche di  dotare le strutture sanitarie del Lazio di nuovo personale”.
 
Zingaretti ha illustrato il Piano alla presenza del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Il documento approvato con Decreto del Commissario ad Acta, prevede un sostanziale aggiornamento del vecchio piano per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, con alcune novità riguardanti i criteri per l'individuazione degli Ambiti di garanzia e i Progetti straordinari per l'abbattimento delle liste di attesa. "Il decreto è il frutto di un ampio accordo e di un lavoro di condivisione e studio della Regione Lazio con le organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil) e quelle della Medicina Generale (Fimmg, Smi, Snami, Intesa Sindacale)", spiega la Regione.
 
L’insieme delle azioni descritte ha come obiettivo il governo delle liste di attesa con il contenimento dei tempi che devono essere gradualmente ricondotti a livelli di normalità raggiungendo, per le prescrizioni di primo accesso prioritarizzate, gli standard di risposta entro i tempi massimi indicati a livello nazionale (90%), con riferimento agli ambiti territoriali di garanzia.

Il Decreto assegna inoltre alle Direzioni aziendali delle ASL  60 giorni, dalla data di notificazione del provvedimento, per adottare e trasmettere alla Direzione Regionale l’aggiornamento del piano attuativo aziendale.
 
Ecco la ricetta della Regione Lazio per aggredire le liste d’attesa:

Separate le prime visite e prestazioni dalle visite di controllo non urgenti. “Oggi tutte le prestazioni finivano in un unico flusso: dall’esame oncologico prescritto d’urgenza dal medico al richiamo per un paziente cronico con diabete, che dovrà fare una visita di controllo una volta l’anno. Adesso invece separiamo il primo accesso, cioè le prime visite e le prime prestazioni terapeutiche, da tutte le visite di controllo che non hanno urgenza di essere effettuate e che possono essere programmate direttamente dai medici o dalle strutture, senza passare per le liste di attesa ma per liste di prenotazione. D’ora in poi, avremo quindi due flussi distinti, a beneficio delle aree relative alle prestazioni più urgenti e più critiche”.

Per quanto riguarda la prima classe di prestazioni, relativa al primo accesso, il medico dovrà indicare il grado di urgenza della prestazione richiesta sulla base di criteri clinici condivisi:
•    u = urgente da eseguire entro 72 ore
•    b = breve 10 gg
•    d = differibile 30 gg per le visite

60 gg per le prestazioni strumentali
•    p = programmata 180 gg

Le prestazioni di controllo invece non entrano nelle liste d’attesa, “poiché sono programmate e prenotate direttamente dal medico o dalla struttura che prende in carico il paziente”.

Trasparenza e nuove regole nella gestione delle liste d’attesa. “Tutte le agende di prenotazione sono visibili al Recup, per consentire la razionale attività di registrazione di tutti gli appuntamenti. I calendari delle agende non possono essere chiusi, quindi non sarà più possibile rifiutare la richiesta di una prestazione, come purtroppo accadeva a volte oggi”.

Direttive chiare alle Asl per governare l’offerta di prestazioni, in base alle strutture, ai macchinari, a disposizione e al fabbisogno. “Chiamiamo dunque le Asl ad uno sforzo di programmazione importante: valutare la propria capacità per tipologie di prestazioni; indicare i fabbisogni, individuando la quota di attività che sono in grado di produrre attraverso le proprie risorse, e quella che può essere acquistata dalle aziende ospedaliere  e dalle strutture private accreditate; ottimizzare i turni e l’uso dei macchinari”.

Garanzia della maggiore prossimità possibile della prestazione ai cittadini. “Un’altra novità importante”, spiega la Regione. L’ambito territoriale di garanzia è definito dal territorio della Asl di residenza, e “vale solo per le prestazioni critiche per le quali sia stata indicata la classe di priorità. nella definizione degli ambiti, si tiene conto della tipologia delle prestazioni ad alta, media o bassa tecnologia, che incidono nella ripartizione territoriale. Gli ambiti territoriali di garanzia sono 3, in base alla complessità della prestazione: il più vicino è quello distrettuale, per le prestazioni più semplici; c’è poi quello aziendale, che corrisponde al territorio della Asl, per prestazioni di media complessità; infine, quello sovra-aziendale (con accorpamenti 2 o più Asl) per prestazioni di alta tecnologia”.

Nuove regole relative all’intramoenia, responsabilizzando le aziende sanitarie. Con attese oltre i limiti stabiliti, le aziende dovranno infatti ridurre o sospendere l’intramoenia. “Questi i limiti (come da norme nazionali): 30/60 giorni per le priorità «d», 180 giorni per le priorità «p». La riduzione e/o sospensione cesserà dal momento in cui saranno ripristinati tempi di attesa per l’attività istituzionale inferiori ai valori massimi previsti. Per rendere efficace la misura, verranno rafforzati i sistemi di monitoraggio su tempi, inadempienze e irregolarità”.

Taglio alle liste esistenti, che si sono accumulate. “Lanciamo a partire da maggio un progetto straordinario su alcune ecografie e visite specialistiche dove le attese sono più lunghe: con un investimento di 10mln e un tempo stimato di 12 settimane, anticipiamo gli appuntamenti di queste prestazioni critiche. Le persone in lista di attesa saranno richiamate, a partire da maggio, per anticipare gli appuntamenti già prenotati. I recall partiranno dalle attese più lunghe”.

Da settembre si velocizzano i tempi relativi ai primi accessi alle 8 prestazioni ecografiche e per le 3 visite specialistiche critiche, che dovranno essere effettuate entro il tempo massimo di attesa per classi di priorità previsto dalla normativa nazionale. uno dei punti dell’accordo di cooperazione con i medici di medicina generale firmato il 27 marzo 2017 riguarda proprio questo obiettivo: sarà infatti possibile per il medico la prenotazione diretta con luogo e data della prestazione (vedi intervista al segretario Fimmg Roma, Pier Luigi Bartoletti).

Le 8 prestazioni ecografiche interessate sono:
•    ecografia del capo e del collo
•    ecografia della mammella bilaterale
•    ecografia della mammella monolaterale
•    ecografia dell’ addome superiore
•    ecografia dell’ addome inferiore
•    ecografia addome completo
•    ecografia ostetrica
•    ecografia ginecologica

Le 3 visite specialistiche interessate sono:
•    visita cardiologica + ecg
•    visita dermatologica
•    visita oculistica

Apertura dei servizi estesa sino alle ore 22 e nei giorni di sabato e domenica. “Sappiamo che oggi alcune strutture e alcuni macchinari lavorano solo pochi giorni a settimana. Adesso, anche grazie all’arrivo di nuovo personale, vogliamo garantire maggiore disponibilità, per aumentare la produttività ed effettuare più prestazioni. Per questo, prevediamo: l’implementazione di prestazioni aggiuntive, l’apertura dei servizi estesa sino alle ore 22,00 e nei giorni di sabato e domenica”.

La rete ambulatori aperti. “Verranno attivati in ogni distretto ambulatori aperti, almeno 2 nelle Asl del comune di Roma, a partire dalle case della salute. le 3 visite specialistiche verranno effettuate sperimentalmente in alcuni ambulatori senza prenotazione. L’obiettivo del piano è arrivare in due anni al 90% delle prestazioni erogate entro i tempi stabiliti e negli ambiti di garanzia territoriale, cioè il più possibile vicino ai cittadini”.

La collaborazione e la condivisione da parte di tutti gli attori. La Regione, le aziende sanitarie, i responsabili delle liste d’attesa, i medici di medicina generale e i medici specialisti, i tecnici, le organizzazioni sindacali, le rappresentanze degli utenti, i Cup e il Recup. “Tutti insieme dobbiamo raccogliere una grande sfida, è un tassello fondamentale per garantire il diritto alla salute dei cittadini e dare loro il senso di una presenza forte e positiva dello Stato”.
11 aprile 2017
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