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Veneto. Franco Cicco eletto nuovo segretario regionale del Sivemp
L’elezione del nuovo segretario è avvenuta al termine dei lavori del congresso regionale straordinario che si è tenuto sabato a Legnaro. Ad affiancare Cicco un esecutivo di cui faranno parte Giampolo Moretti, vicesegretario, Mario Parisotto, segretario tesoriere, Enrico La Greca e Carlo Orlando.
02 FEB - Franco Cicco, 59 anni, dirigente veterinario in servizio all’Ulss 22 di Bussolengo, è stato eletto sabato segretario regionale del Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica. L’elezione di Cicco, vicesegretario regionale uscente, avvenuta per acclamazione, al termine dei lavori del congresso straordinario regionale Sivemp che si è tenuto all’Istituto zooprofilattico di Legnaro. La necessità di eleggere un nuovo segretario era intervenuta dopo la decisione di Roberto Poggiani, alla guida del sindacato dei veterinari pubblici veneti da ben 14 anni, di dimettersi per motivi personali. Ad affiancare il nuovo segretario regionale un esecutivo di cui faranno parte Giampaolo Moretti (Ulss 21 di Legnaro), vicesegretario,Mario Parisotto (Ulss 8 di Asolo), segretario tesoriere, Enrico La Greca (Ulss 6 di Vicenza) e Carlo Orlando (Ulss 16 di Padova). Una sostanziale riconferma della segreteria uscente, con il solo nuovo ingresso di Moretti.

“Se il comparto agroalimentare veneto ha retto alle varie crisi succedutesi nel tempo, dalla 'mucca pazza', all’emergenza diossina, dalla West nile all’influenza aviaria stroncata sul nascere a Rovigo - ha affermato il neosegretario nell’illustrare le sue linee programmatiche - molto è dipeso dall'impegno dei veterinari veneti che hanno operato e operano quotidianamente con professionalità confrontandosi con allevatori, operatori del settore alimentare, consumatori. Per questo chiediamo più attenzione e strutture organizzative adeguate alle complessità che dobbiamo affrontare”.

Cicco, che ha rivolto parole di ringraziamento e riconoscenza al suo predecessore, ha riassunto il suo programma annunciando “la continuità di una linea sindacale che non lasci nulla di intentato per difendere la dignità ed il ruolo del veterinario pubblico, e il cambiamento nell'approcciare i problemi della categoria prediligendo la via del dialogo, quando possibile, ma non disdegnado forme di protesta anche eclatanti se si rendessero necessarie”.

A portare il saluto all’assise congressuale è intervenuto, a nome della Direzione generale sanità della Regione, il direttore della Sezione Veterinaria e Sicurezza alimentare, Giorgio Cester. Cester ha ricordato come, a fronte di un agroalimentare secondo solo a quello della Lombardia, i veterinari pubblici del Veneto siano solo 330 sul totale di 5.500 a livello nazionale. Il direttore della Sezione regionale ha rimarcato come la componente veterinaria sia fondamentale per la sicurezza alimentare. Hanno portato il loro saluto anche il vicegretario nazionale Anaao, Giuseppe Montante, e il direttore amministrativo dell’IzsVe, Renzo Alessi.

Nella mattinata le relazioni di Aldo Grasselli, segretario nazionale Sivemp, e dell’avvocato Federico Pagetta, dello studio Francanzani di Padova, che hanno avuto come tema l’assetto dei Dipartimenti di prevenzione e i libelli mimini organizzativi, anche alla luce degli ultimi interventi normativi che hanno confermato e rafforzato le previsioni in materia del decreto Balduzzi.

In particolare Grasselli ha ricordato come la legge 190 del 23 dicembre, legge finanziaria e quindi di massimo rango gerarchico, abbia ridefinito i livelli minini di organizzazione dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl. Un modello, già condiviso da Governo e Regioni e sottoscritto nel Patto della Salute, che richiama una dettagliata e puntuale autonomia organizzativa e funzionale di ciascuna struttura, e della peculiarità di ogni disciplina specialistica, medica e veterinaria. Le Regioni, come il Veneto, che hanno adottato negli ultimi anni modelli organizzativi “creativi”, dovranno ora tenerne conto e potranno esprimere la loro “autonomia” regionale solo nella definizione di una maggiore complessità organizzativa, non minore.

“Nella prevenzione non è lecito per nessuno scendere sotto i livelli di sicurezza perché essi rispondono a esigenze concrete di protezione - ha spiegato il segretario nazionale Sivemp - e una falla nel sistema può contagiare tutto il Paese e non solo. La regionalizzazione non ha un significato per le malattie infettive: esse non si fermano infatti ai confini regionali”. Ipotetici risparmi nella prevenzione si traducono, infatti, in costi altissimi per il Ssn. Grasselli ha poi affrontato i temi dell’accesso alla professione, del ruolo delle Università nel percorso formativo pre e post laurea e della necessità di confermare ed evolvere il ruolo e la professionalità dei veterinari pubblici del Ssn, a fronte di scenari in evoluzione e mutate esigenze odierne.

All’avvocato Pagetta, che si occupa del ricorso amministrativo del Sivemp contro le linee guida regionali per l’organizzazione degli Dipartimenti di prevenzione e i conseguenti atti aziendali delle Asl, il compito di affrontare nel dettaglio gli aspetti normativi e giurisprudenziali e le loro ricadute in ambito veneto. "Il decreto Balduzzi e lo stesso Pssr del Veneto, ora confermati e rafforzati dal Patto per la Salute e dalla legge 190 - ha affermato il legale - dispongono che i servizi veterinari siano articolati in strutture complesse autonome, sia sotto il profilo organizzativo che tecnico-funzionale, tributarie di risorse economiche proprie. La delibera regionale 2271/2013 invece stabilisce che le strutture complesse veterinarie in ogni Usl siano “almeno una” e lega la qualificazione dei servizi veterinari a parametri tra loro difformi, da una parte al numero dei macelli e dei capi di bestiame presenti sul territorio, dall’altra alle risultanze della ricognizione delle prestazioni Lea, dato peraltro non ancora disponibile al momento delle predisposizione degli atti aziendali da parte delle Asl”. 
02 febbraio 2015
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