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Coronavirus. Mandelli (Fofi): “Parole del presidente Mattarella sono riconoscimento importante del nostro ruolo in questa fase di emergenza. Ora Governo e Regioni proteggano anche i farmacisti”
“Ma proprio per la loro importanza - sottolinea Mandelli - le parole del Capo dello Stato devono essere seguite da atti concreti da parte del Governo, perché al personale delle farmacie di comunità, di quelle ospedaliere e degli esercizi di vicinato ancora non sono stati distribuiti dispositivi di protezione, né sono previsti per loro test diagnostici, né è stata presa dalle Regioni una posizione chiara per lo svolgimento del servizio a battenti chiusi”.
28 MAR - “Le parole dedicate alla nostra professione dal Presidente della Repubblica nel suo ultimo discorso alla nazione sono un riconoscimento importante del nostro ruolo in questa fase di emergenza, che svolgiamo con dedizione e coraggio, malgrado gli obiettivi disagi e timori che deve affrontare chi, come i farmacisti, opera nelle strade del nostro paese, senza filtri all’accesso e purtroppo ancora senza tutele adeguate”, così il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti, Andrea Mandelli
 
“E sono certo - prosegue  Mandelli - che questo pensiero è condiviso dalle migliaia di colleghi che anche in questo momento stanno dando il meglio di sé sul territorio e negli ospedali. Ma proprio per la loro importanza, le parole di elogio e riconoscimento del Presidente Mattarella devono essere seguite da atti concreti da parte del Governo”. 
 
Come più volte denunciato dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti, al personale delle farmacie di comunità, di quelle ospedaliere e degli esercizi di vicinato ancora non sono stati distribuiti dispositivi di protezione, non sono stati previsti per loro test diagnostici per la ricerca del virus SARS-Cov-2, né le Regioni hanno preso una posizione chiara per assicurare lo svolgimento del servizio a battenti chiusi, sia pure con tutte le garanzie per il cittadino in termini di presenza nelle farmacie di un numero adeguato di professionisti. 
 
“Occorre una maggiore tutela per i nostri presidi, che hanno consentito finora non solo un equo e uniforme accesso al farmaco ma anche una corretta informazione, altrettanto importante in questa fase in cui si susseguono notizie false o fuorvianti sulla prevenzione e la cura della COVID-19, fake news che possono generare ulteriori minacce per la salute pubblica”, prosegue il presidente della FOFI. 
 
“Occorre anche una maggiore protezione da parte delle Forze dell’Ordine, visto l’innegabile aumento delle rapine nelle farmacie, favorito dall’eccezionalità della situazione. Tutelare i farmacisti, come tutti i professionisti della salute, significa tutelare le persone che a loro si rivolgono e continuare a garantire un servizio indispensabile, esattamente come ha detto il Presidente della Repubblica. Noi non smetteremo mai di operare per la collettività con tutte le nostre forze - conclude Mandelli - anche per onorare la memoria dei nostri colleghi uccisi da questa epidemia, ma continuiamo a chiedere risposte concrete”.
 
Di seguito ripubblichiamo il testo integrale della dichiarazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che interviene per la seconda volta sull'emergenza COVID:

Mi permetto nuovamente, care concittadine e cari concittadini, di rivolgermi a voi, nel corso di questa difficile emergenza, per condividere alcune riflessioni. Ne avverto il dovere.

La prima si traduce in un pensiero rivolto alle persone che hanno perso la vita a causa di questa epidemia; e ai loro familiari.
Il dolore del distacco è stato ingigantito dalla sofferenza di non poter essere loro vicini e dalla tristezza dell’impossibilità di celebrare, come dovuto, il commiato dalle comunità di cui erano parte. Comunità che sono duramente impoverite dalla loro scomparsa.

Stiamo vivendo una pagina triste della nostra storia. Abbiamo visto immagini che sarà impossibile dimenticare. Alcuni territori – e in particolare la generazione più anziana - stanno pagando un prezzo altissimo.
Ho parlato, in questi giorni, con tanti amministratori e ho rappresentato loro la vicinanza e la solidarietà di tutti gli italiani.

Desidero anche esprimere rinnovata riconoscenza nei confronti di chi, per tutti noi, sta fronteggiando la malattia con instancabile abnegazione: i medici, gli infermieri, l’intero personale sanitario, cui occorre, in ogni modo, assicurare tutto il materiale necessario. Numerosi sono rimasti vittime del loro impegno generoso.
Insieme a loro ringrazio i farmacisti, gli agenti delle Forze dell’ordine, nazionali e locali, coloro che mantengono in funzione le linee alimentari, i servizi e le attività essenziali, coloro che trasportano i prodotti necessari, le Forze Armate.

A tutti loro va la riconoscenza della Repubblica, così come va agli scienziati, ai ricercatori che lavorano per trovare terapie e vaccini contro il virus, ai tanti volontari impegnati per alleviare le difficoltà delle persone più fragili, alla Protezione Civile che lavora senza soste e al Commissario nominato dal Governo, alle imprese che hanno riconvertito la loro produzione in beni necessari per l’emergenza, agli insegnanti che mantengono il dialogo con i loro studenti, a coloro che stanno assistendo i nostri connazionali all’estero. A quanti, in ogni modo e in ogni ruolo, sono impegnati su questo fronte giorno per giorno.

La risposta così pronta e numerosa di medici disponibili a recarsi negli ospedali più sotto pressione, dopo la richiesta della Protezione Civile, è un ennesimo segno della generosa solidarietà che sta attraversando l’Italia.

Vorrei inoltre ringraziare tutti voi. I sacrifici di comportamento che le misure indicate dal Governo richiedono a tutti sono accettati con grande senso civico, dimostrato in amplissima misura dalla cittadinanza.

Da alcuni giorni vi sono segnali di un rallentamento nella crescita di nuovi contagi rispetto alle settimane precedenti: non è un dato che possa rallegrarci, si tratta pur sempre di tanti nuovi malati e soprattutto perché accompagnato da tanti nuovi morti. Anche quest’oggi vi è un numero dolorosamente elevato di nuovi morti. Però quel fenomeno fa pensare che le misure di comportamento adottate stanno producendo effetti positivi e, quindi, rafforza la necessità di continuare a osservarle scrupolosamente finché sarà necessario.
Il senso di responsabilità dei cittadini è la risorsa più importante su cui può contare uno stato democratico in momenti come quello che stiamo vivendo.

La risposta collettiva che il popolo italiano sta dando all’emergenza è oggetto di ammirazione anche all’estero, come ho potuto constatare nei tanti colloqui telefonici con Capi di Stato stranieri.
Anche di questo avverto il dovere di rendervi conto: molti Capi di Stato, d’Europa e non soltanto, hanno espresso la loro vicinanza all’Italia. Da diversi dei loro Stati sono giunti sostegni concreti. Tutti mi hanno detto che i loro Paesi hanno preso decisioni seguendo le scelte fatte in Italia in questa emergenza.

Nell’Unione Europea la Banca Centrale e la Commissione, nei giorni scorsi, hanno assunto importanti e positive decisioni finanziarie ed economiche, sostenute dal Parlamento Europeo.
Non lo ha ancora fatto il Consiglio dei capi dei governi nazionali. Ci si attende che questo avvenga concretamente nei prossimi giorni.

Sono indispensabili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente. Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l’Europa. La solidarietà non è soltanto richiesta dai valori dell’Unione ma è anche nel comune interesse.
Nel nostro Paese, come ho ricordato, sono state prese misure molto rigorose ma indispensabili, con norme di legge - sia all’inizio che dopo la fase di necessario continuo aggiornamento – norme, quindi, sottoposte all’approvazione del Parlamento.
Sono stati approntati - e sono in corso di esame parlamentare - provvedimenti di sostegno per i tanti settori della vita sociale ed economica colpiti. Altri provvedimenti sono preannunciati.

Conosco - e comprendo bene – la profonda preoccupazione che molte persone provano per l’incertezza sul futuro del proprio lavoro. Dobbiamo compiere ogni sforzo perché nessuno sia lasciato indietro.
Ho auspicato – e continuo a farlo – che queste risposte possano essere il frutto di un impegno comune, fra tutti: soggetti politici, di maggioranza e di opposizione, soggetti sociali, governi dei territori.
Unità e coesione sociale sono indispensabili in questa condizione.

Un’ultima considerazione: mentre provvediamo ad applicare, con tempestività ed efficacia, gli strumenti contro le difficoltà economiche, dobbiamo iniziare a pensare al dopo emergenza: alle iniziative e alle modalità per rilanciare, gradualmente, ma con determinazione la nostra vita sociale e la nostra economia.
Nella ricostruzione il nostro popolo ha sempre saputo esprimere il meglio di sé.
Le prospettive del futuro sono - ancora una volta - alla nostra portata.
Abbiamo altre volte superato periodi difficili e drammatici. Vi riusciremo certamente – insieme - anche questa volta.

 
28 marzo 2020
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