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Diagnostica a medici di famiglia e pediatri. Ambulatori privati bocciano il decreto: “Rischio applicazione difforme tra Regioni”
La Federazione Nazionale delle Associazioni Regionali o Interregionali delle Istituzioni Sanitarie Private critica il decreto del Ministero della Salute ora al vaglio delle Regioni ed evidenzia inoltre come oggi sia “obbligatorio che la quasi totalità delle prestazioni strumentali siano effettuate da Medici Specialisti”.
04 FEB - “Riteniamo che non si possa demandare alle singole Regioni la scelta di quali apparecchiature e conseguentemente di quali esami diagnostici possano essere effettuati dai Medici di Medicina Generale e dai Pediatri di libera scelta” anche perché tutto ciò potrebbe produrre difformità da Regione e Regione “creando, di fatto, una situazione assurda”. È quanto rileva il presidente di FederANISAP (Federazione Nazionale delle Associazioni Regionali o Interregionali delle Istituzioni Sanitarie Private)  Mauro Potestio commentando il decreto del Ministro della Salute con le prime misure per l’applicazione della norma contenuta in legge di Bilancio che introduce (con un finanziamento di 235 mln) la possibilità per i medici di famiglia e pediatri di dotarsi di apparecchiature di diagnostica di primo livello.
 
Inoltre la Federazione rileva come “il Decreto recita che le prestazioni possono essere erogate “prevedendo anche l’utilizzo di strumenti di telemedicina, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Abbiamo difficoltà a capire come si possa attuare questa forma senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica”.
 
E ancora: “Vorremmo inoltre far presente che la telemedicina può essere di aiuto negli Studi dei Medici di Medicina generale e Pediatri ma per esami che non richiedano l’esecuzione direttamente dal medico che poi referta l’esame (esempio più eclatante è l’ecografia)”.
 
“Cogliamo – conclude FederAnisap - questa occasione per ribadire che i provvedimenti presi dall’attuale Governo sulla Sanità Pubblica, pur avendo avuto qualche modesto effetto, non hanno contribuito minimamente a diminuire le liste di attesa le quali, anzi, continuano ad aumentare, anche se in misura minore, e che resta invariato il numero di pazienti che si pagano di tasca propria le prestazioni e quelli che rinunciano ad effettuare le prestazioni che gli sono state prescritte. Ribadiamo che per ridurre le liste d’attesa, che, lo ricordiamo, si sono formate in questi ultimi anni in quanto la domanda di prestazioni aumentava costantemente e quando, purtroppo, l’offerta non poteva aumentare per il blocco dei finanziamenti, l’unica possibilità sta in un finanziamento straordinario, limitato nel tempo, che consenta da subito di erogare un numero di prestazioni maggiori, soprattutto per quelle prestazioni che hanno tempi di attesa più lunghi. Noi, Strutture di Specialistica Ambulatoriale, siamo sempre disponibili ad effettuare le prestazioni che ci verranno richiest
04 febbraio 2020
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