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Assofarm: “Nuova convenzione farmacie dia maggiore centralità a farmacista territoriale”
Secondo l’associazione delle farmacie comunali l’ultima bozza Sisac anche se considera “la farmacia dei servizi”, “rimane ancora troppo debole riguardo i cosiddetti servizi cognitivi che il farmacista può e deve assumere a sé in un rinnovato e più efficace rapporto col paziente”.
26 OTT - “La bozza di accordo presentata nei mesi scorsi dalla Sisac è certamente un primo passo verso una nuova Convenzione attesa da più di vent’anni ma necessita di maggiore convinzione nel porre il farmacista territoriale al centro del sistema distributivo nazionale”. È questo quanto emerso ieri dalla Giunta Federale di Assofarm, che ha discusso le osservazioni alla bozza precedentemente concordate tra Federfarma e le stesse Farmacie Comunali.
 
Il documento di accordo attualmente sul tavolo, nell’opinione della Giunta Assofarm, certamente considera “la farmacia dei servizi, ma rimane ancora troppo debole riguardo i cosiddetti servizi cognitivi che il farmacista può e deve assumere a sé in un rinnovato e più efficace rapporto col paziente”.
 
Assofarm ricorda, come già fatto pubblicamente negli ultimi mesi, che “esistono documentate esperienze europee di successo in grado di ispirare la Convenzione in tema di presa in carico del paziente. A questo tema si accompagna la convinzione delle farmacie private e comunali che la nuova Convenzione debba ricondurre al presidio territoriale la totalità dei farmaci distribuiti. Alla farmacia ospedaliera andrebbe doverosamente riconosciuta l’esclusiva di tipologie di farmaci che per ragioni strettamente tecniche è bene che vengano somministrate nel contesto nosocomiale”.
 
“La valorizzazione della distribuzione per conto – si legge in una nota - deve però avvenire in maniera armonica su tutto il territorio nazionale. Tale azione sarebbe un’occasione propizia per avviare una riduzione delle disparità attualmente presenti tra i diversi servizi sanitari regionali, situazione che da un punto di vista etico prima ancora che economico è cosa non più accettabile per il nostro paese”.
 
Assofarm ritiene inoltre che “sia strategicamente discutibile distrarre i fondi dello 0,15% e 0,02% dalla formazione alla farmacia dei servizi. In numeri assoluti si tratta di cifre inadeguate alla realizzazione dei servizi. Di contro si toglierebbe al farmacista comunale il più importante strumento a sua disposizione per sviluppare una professionalità realmente in grado di affrontare la sfida della presa in carico. La formazione, Assofarm lo ha rimarcato più volte, è condizione essenziale per sviluppare la dimensione consulenziale del farmacista nei confronti di pazienti cronici che necessitano di farmaci innovativi”.
 
Infine, la Federazione nazionale delle Farmacie Comunali è da sempre “convinta che il rinnovo della Convenzione debba essere strettamente collegato anche con una Nuova Remunerazione del farmacista: è su quest’ultimo punto che, attraverso prospettive meritocratiche e di efficientamento della spesa pubblica, si possono generare le risorse in grado di sostenere i servizi cognitivi nella farmacia territoriale”.
 
26 ottobre 2018
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