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FarmacistaPiù/Seconda giornata/3. Le App e la sanità digitale per una migliore presa in carico del paziente
Per Mandelli “non bisogna rifiutare le tecnologie, ma appropriarsene per finalizzarle a una presa in carico sempre più completa del paziente, consentire una comunicazione costante e tempestiva con la persona”. D’Ambrosio Lettieri: “Il ricorso alle tecnologie, alla condivisione nel dominio digitale, può garantire la comunicazione tra professionisti della salute e tra professionista e cittadino”
13 OTT - “Ho sempre sostenuto che il modello della farmacia dei servizi vive di professionisti preparati e non di intelligenze artificiali, è basato cioè su un rapporto il più possibile paritario tra professionista e paziente. Questo però non significa rifiutare le tecnologie, ma appropriarsene per finalizzarle a una presa in carico sempre più completa del paziente, consentire una comunicazione costante e tempestiva con la persona e vedo con favore il fatto che proposte di nuovi supporti tecnologici provengano anche dalla professione stessa, perché chi affronta ogni giorno la pratica professionale può guidare la costruzione di strumenti che rispondano alle necessità quotidiane. È uno sforzo che merita di essere sostenuto”.
 
È quanto ha dichiarato Il presidente della Fofi Andrea Mandelli, sul tema del digitale e sulle ricadute positive che possono avere nella gestione delle farmacie e dei pazienti. Un tema affrontato nel corso della V edizione di FramacistaPiù.
 
Il tema della sanità digitale è infatti una frontiera dell’innovazione destinata ad espandersi sempre più nel comparto dell’assistenza e dei servizi e a sviluppare nuovi scenari anche per le funzioni svolte dalla Farmacia nel Ssn a beneficio del cittadino. Le App, in particolare, sono già oggi come uno strumento di grande utilità per una “connessione” permanente del paziente-utente con i servizi erogati dal Ssn che renderà sempre più efficace e rapida la fruizione dei servizi erogati dalle strutture pubbliche e private. Ma il nodo è porre particolare attenzione ai profili di sicurezza dei dati raccolti, alle responsabilità del possessore delle informazioni, al rispetto delle norme sulla privacy.
 
 “Una delle condizioni necessarie per il buon esito del processo di cura – ha spiegato Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente del Comitato scientifico FarmacistaPiù è la sua continuità e oggi è evidente che solo il ricorso alle tecnologie, alla condivisione nel dominio digitale, può garantire la comunicazione tra professionisti della salute e tra professionista e cittadino. È l’effetto, tra le altre cause, del mutare dei ritmi di lavoro, dalla sempre più intensa mobilità della popolazione ma anche, in modo diverso, dall’aumento della non autosufficienza e della disabilità. Il farmacista non può non essere parte di questa rivoluzione, che consente di garantire ai cittadini un’assistenza sempre migliore e, in molti casi, permette al paziente stesso di farsi carico della propria salute attraverso, per esempio, sistemi di auto-monitoraggio i cui risultati possono essere condivisi in tempo reale con il curante, a tutto vantaggio dell’efficacia delle cure”.
13 ottobre 2018
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