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FarmacistaPiù/3. 40 anni dalla 833. Mandelli: “Investiamo sulla salute anche per dare impulso all’economia del Paese”
E il presidente Fofi annuncia: “Abbiamo aperto un dialogo con il ministero della Salute per arrivare presto ad un tavolo di confronto che affronti sia le criticità del sistema sia la crisi che sta vivendo la categoria nella sua interezza e che ha bisogno di soluzione”
12 OTT - “Le riflessioni sui 40 anni dalla 833 confermano che il nostro Ssn è un bene prezioso, che ha enormemente contribuito al miglioramento della salute della popolazione ma anche alla coesione sociale in questi anni di forte crisi. Mi sembra anche evidente che la tutela di questo bene non può passare né dai tagli lineari, che hanno in questi anni sottoposto a uno stress formidabile le strutture, aumentando tempi di attesa e determinando un razionamento di fatto delle prestazioni in molte realtà. La risposta sta senz’altro nell’eliminazione degli sprechi, nella riforma della governance e, parallelamente, nell’investimento nelle reti e nelle strutture, come il servizio farmaceutico, che possono generare più salute e miglior uso delle risorse. E investire nella salute significa anche dare un impulso all’economia del paese”.
 
È un messaggio chiaro quello lanciato dal Presidente della Fofi, Andrea Mandelli nel corso della tavola rotonda “40 anni dalla 833: il Ssn alla prova delle sfide della sostenibilità e dell’equità” organizzata nell’ambito della prima giornata della V edizione di FarmacistaPiù all’Auditorium di Roma.
 
Un confronto costruttivo che ha visto la partecipazione di Armando Bartolazzi, Sottosegretario di Stato del ministero della Salute che ha portato i saluti del ministro della Salute Giulia Grillo, la quale in un messaggio ha espresso il suo apprezzamento nei confronti dell’iniziativa portata avanti in questi giorni dai farmacisti italiani definendola “un’occasione per confrontarsi sul futuro”.
 
“Abbiamo aperto un dialogo con il ministero della Salute – ha affermato Mandelli – per arrivare presto ad un tavolo di confronto che affronti sia le criticità del sistema sia la crisi che sta vivendo la categoria nella sua interezza e che ha bisogno di soluzione. Una crisi che è anche la crisi di tutte le professioni. Sono convinto che proprio prendendo spunto da come rivisitare il servizio sanitario nazionale riusciremo, tutti insieme, e mettere a punto anche il futuro della professione”.
 
Serve quindi un’azione di concertazione, un punto sul quale è stato concorde Bartolazzi: “Tutti gli stakeholder devono mettere in atto azioni di salvataggio del sistema – ha detto il sottosegretario dopo aver tracciato un rapido excursus sugli ultimi 40 del Ssn – sono molte le azioni da intraprendere per arrivare a risparmiare risorse e sostenere il sistema, dalla prevenzione alla diagnosi precoce alla gestione della cronicità. Dai tagli agli sprechi fino alla revisione e al miglioramento della governance. Soprattutto occorre implementare il supporto finanziario per la ricerca traslazionale, per diffondere il concetto che finanziare la ricerca non è un capitolo di spesa ma un reale investimento per il futuro. Per questo dobbiamo investire nell’azienda salute: per sostenere l’economia del Paese”.
 
“Il servizio sanitario nato con la Legge 833/1978 ha rappresentato e ancora rappresenta un’eccellenza a livello mondiale, ma è evidente che non può reggere se mantiene l’assetto attuale, come ampiamente documentato, nella scorsa legislatura, dalle conclusioni della Commissione di Indagine sulla sostenibilità del Ssn condotta dalla 12° Commissione del Senato”.

È questo il monito lanciato da Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente del Comitato scientifico FarmacistaPiù. “Il Sistema non può reggere perché l’erogazione dei Lea mostra enormi differenze tra una Regione e l’altra – ha spiegato – si assiste a una diminuzione della copertura dello stato sociale per la maggioranza della popolazione e all’aumento della spesa privata, ma soprattutto si registra la rinuncia alle cure di un cittadino su 10. Ricostruire un sistema stabile non è solo una questione economica, anzi è in primo luogo un imperativo etico. Occorrono investimenti, certamente – ha aggiunto – ma occorrono competenze solide, amministrazione appropriata delle risorse, controllo della qualità della spesa attraverso la misurazione delle performance delle prestazioni erogate a beneficio dei cittadini. I farmacisti italiani non si sottraggono dall’offrire il loro contributo, frutto di saperi e di un’esperienza in continua evoluzione, come prova l’introduzione in Italia dei servizi cognitivi, che trova concreta attuazione nell’esercizio quotidiano della professione a tutela della salute e della sostenibilità del sistema”.
 
“Ripartire dai bisogni del cittadino”, è questa invece per la senatrice Maria Pia Garavaglia Garavaglia, Presidente Istituto Superiore di Studi Sanitari “Giuseppe Cannarella” la strada da perseguire per sostenere il Ssn. E il farmacista ha un ruolo fondamentale come dimostra la storia del Ssn. “Il farmacista c’è sempre stato, un tempo veniva definito come ‘l’amico colto’ del cittadino – ha ricordato – non dimentichiamo che prima della farmacovigilanza c’era il farmacista che sopraintendeva. I farmacisti devono quindi consolidare il loro protagonismo mantenendo vivo il confronto con il ministero della Salute e continuare ad essere gli “amici” dei cittadini. Perché sono professionisti in grado di captare i bisogni della popolazione. Ma in questo scenario è anche importante che ci si sottragga dal commissariamento del Mef in caso contrario sarà inutile avere un Ministero della Salute. La sanità come l’educazione sono la formazione civica del cittadino se viene indebolita si vanifica tutto”.
 
Anche per Giacomo Leopardi, Presidente Utifar “occorre investire su innovazione e ricerca. Soprattutto bisogna ragionare in un’ottica di lungo periodo sapendo che investire oggi porterà a un risparmio domani. Così come investire sui professionisti porterà a risparmio. La prevenzione paga – ha aggiunto – e noi farmacisti qualche consiglio ai cittadini lo possiamo dare. Per questo lo Stato deve investire.  Se si continua con la politica del solo rigore vedremo spegnere il nostro sistema”
 
È pessimista Enrique Häusermann, presidente di Assogenerici, secondo il quale stiamo celebrando la fine del Ssn: “La politica ritiene che la sanità in generale e la farmaceutica in particolare siano un costo ma non una risorsa. Le nostre aziende vogliono continuare a svolgere il proprio ruolo di generatore di risorse svolto fino ad oggi: perché ciò accada è necessario però che il Tavolo per la riforma della governance farmaceutica insediato dalla Salute ascolti anche la voce del sistema produttivo, senza pregiudizi”.
 
In linea con Häusermann, Maurizio Pace, segretario Fofi: “Rischiamo di andare a celebrare la fine del Ssn. Per questo stiamo costruendo un’unitarietà di tutte le anime della nostra categoria per dare risposte corrette al cittadino e non gravare sul sistema. Per questo, stiamo investendo sull’aggiornamento professionale. Soprattutto crediamo che quello che viene risparmiato in sanità debba essere reinvestito nel Ssn per i cittadini”.
 
È preoccupato delfuturo del Ssn Giovanni Bissoni, Commissario Ime. “Il dibattito politico non è all’altezza della sfida che stiamo vivendo – ha spiegato – siamo un buon Ssn, abbiamo indicatori che ci dicono che sta funzionando ma che ci sono anche limiti da affrontare. Abbiamo una buona aspettativa di vita, ma in un paese spaccato in due. C’è incertezza nella governance, non solo nel rapporto tra Stato e Regioni, ci sono difficoltà a mettere insieme discipline e protagonisti, c’è un problema formativo nelle Università. Ci confrontiamo con troppe organizzazioni frantumate e individualiste nonostante la presenza di ottimi professionisti. Stiamo mettendo in ginocchio il Ssn cavalcando il tema dello spreco delle risorse. Credo invece sia necessario affiancare ad una maggiore autonomia delle regioni che si sia imponendo, adeguate politiche sanitarie nazionale per una leale collaborazione istituzionale”.
 
“Siamo al funerale del Ssn? Non sono d’accordo” ha invece replicato Loredano Giorni, Responsabile dell’assistenza farmaceutica della regione Piemonte e Cpr Aifa: “Ci sono ancora molti interventi da attuare per rimettere in sesto il sistema. Il Ssn sta scricchiolando? Facciamo un’analisi seria sul perché ci sono ancora comportamenti che non lo sostengono. In questi anni sono stati attuati molti provvedimento di governance farmaceutica, ma non è mai stata fatta un’analisi completa dei problemi per capire se si può strutturare meglio il sistema”.

Ha toccato il sistema del payback, Emilio Stefanelli del Comitato di Presidenza di Farmindustria, “Il sistema del payback con budget delle aziende penso sia ormai arrivato al capolinea – ha detto – l e sono anche pochi i farmaci che oggi entrano in farmacia. Farmaci ormai genericati da tempo restano lì perché c’è sempre un modo per risparmiare anche su farmaci che costano ormai qualche euro. La medicina del territorio deve invece poter usufruire dei farmaci così come il sistema degli acquisti diretti non deve essere a vita”.

Per Marco Cossolo, Presidente di Federfarma la remunerazione deve essere cambiata perché è cambiato il ruolo del farmacista. “Meglio essere pagati non in relazione al prezzo del farmaco, ma all’esercizio professionale – ha sottolineato – la farmacia può giocare un ruolo fondamentale per il Ssn nella presa in carico del paziente cronico. Diamo quindi un significato concreto alla farmacia di servizi”.
12 ottobre 2018
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