“Discorso a parte - spiega ancora Merigiola - riguarda gli integratori per lo sport che vengono liberamente venduti in negozi specializzati e con l’assistenza di semplici commessi addetti alla vendita di articoli sportivi. Infine il fenomeno della vendita a domicilio di prodotti dimagranti è affidata a persone che a volte provengono addirittura da studi classici. Capitolo a parte poi meriterebbe il fenomeno della canapa legale che si vende grazie ad un vuoto normativo che prevede l’uso solo a scopo 'tecnico' o da collezione, mentre ormai viene suggerita per preparare dolci, tisane ed altri preparati casalinghi di dubbia utilità e tollerabilità”.
“Ebbene - prosegue il Coordinatore -, come Unaftisp riteniamo che questa banalizzazione oltre ad umiliare la figura del Farmacista (abbiamo scoperto addirittura che nella Gdo, laddove esiste il corner farmaceutico col farmacista, lo stesso viene assunto con la qualifica di assistente alla vendita, alla pari dell’addetto al banco frutta o salumeria), pone a serio rischio la salute del cittadino. L’automedicazione infatti se non guidata porta più a danni che a benefici. È recente la pubblicazione di una review sul riso rosso fermentato dove emerge che gli effetti collaterali sono molto simili a quelli delle statine. È nota ad esempio l’interazione del gynkgo biloba con gli antiaggreganti e gli anticoagulanti, oppure la controindicazione all’uso del ginseng da parte degli ipertesi così come agli stessi debba essere somministrato magnesio e potassio con cautela se fanno uso di ace-inibitori o sartani”.
“Vediamo quindi - conclude Merigiola - la spinta ad un abuso di integratori, una banalizzazione dell’uso degli stessi facendo leva sull’assunto che sono prodotti naturali e non fanno male. Non è vero, rivendichiamo in questo la figura professionale del farmacista come l’unico in grado di conoscere interazioni e dosi adeguate per il paziente che ha di fronte. Ci auguriamo quindi, possa essere posto rimedio a questa condotta che gioca sull’equivoco. La Parafarmacia esiste solo in Italia e come recita la legge 223/2006 'Parafarmacia è un termine entrato nell’uso comune con riferimento agli esercizi diversi dalle farmacie in cui si vendono prodotti di interesse sanitario' , ma è ormai concepito dalla stragrande maggioranza dei cittadini come un luogo dove esiste la presenza di un farmacista e non va confusa con un semplice scaffale dove in maniera ingannevole si pongono delle merci con un’indicazione evocativa di sicurezza quando questa non è assicurata da nessuno”.