"Fenagifar, fin dall’inizio, ha evitato di “buttarla” in polemica e continuerà a non farlo, così come eviterà di raccogliere provocazioni. La nostra è una semplice forte proposta, in risposta al documentato bisogno di riforme che lo stesso Ente riconosce, se è vero, come crediamo, che da tre anni ci sta lavorando", scrive il presidente dei giovani farmacisti Petrosillo.
21 FEB -
Gentile Direttore,
facciamo fatica a comprendere
il senso della nota del dr. Pasquale Imperatore, consigliere ENPAF, in merito alla proposta di riforma dell’Ente promossa da Fenagifar. Interpretandola come sua iniziativa personale, pare però di ravvisare pari, pari le identiche considerazioni, già espresse dal Presidente ENPAF, per le quali abbiamo già esposto le nostre controdeduzioni.
Fenagifar, fin dall’inizio, ha evitato di “buttarla” in polemica e continuerà a non farlo, così come eviterà di raccogliere provocazioni. La nostra è una semplice forte proposta, in risposta al documentato bisogno di riforme che lo stesso Ente riconosce, se è vero, come crediamo, che da tre anni ci sta lavorando.
Tutto è modificabile, se c’è la volontà di farlo. Difficile condividere, ad esempio, l’affermazione secondo cui lo 0,90 è intoccabile in quanto nasce come provvedimento legislativo, poiché, con altro provvedimento di pari gerarchia, può essere mutato. Basti pensare a come sono stati abbattuti alcuni fondanti pilastri della farmacia, l’ultimo con la L. 124/2017.
La nostra petizione è il dito che indica la luna, ossia la riforma. Invitiamo a smettere di guardare il dito e alzare gli occhi verso la luna. Serve solo che ci sia la volontà di chiederlo; questo Fenagifar propone e vorrebbe che fosse fatto a porte aperte: tutte le componenti rappresentati di Categoria al tavolo, perché ENPAF diventi finalmente un Ente sentito dagli iscritti, una “casa dei farmacisti”, non una torre impenetrabile che custodisca l’indiscutibile.
Davide Petrosillo
Presidente Fenagifar