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Le cure territoriali e la Farmacia dei servizi. Un progetto della Cattolica e della Fondazione Pfizer
La Farmacia dei Servizi avrà un ruolo di primo piano nell’ambito dell’assistenza primaria, mettendo a disposizione l’assistenza alle fasce più deboli, soprattutto nella gestione delle patologie croniche e in questo la telemedicina può costituire uno strumento di grande supporto. Ma non ci potrà essere un cambiamento rispetto all’aderenza terapeutica senza intervenire sul territorio, dove il farmacista costituisce la figura sanitaria di più semplice accesso.
07 DIC - La sfida dei sistemi sanitari oggi è rappresentata dalla sostenibilità e dall’accessibilità alle cure a fronte dello sviluppo di nuove tecnologie e nuovi farmaci sempre più costosi. La possibilità di rendere il territorio parte attiva del sistema di assistenza sanitaria, garantendo accessibilità e affidabilità dei servizi offerti al cittadino, potrebbe essere la soluzione per alleggerire la pressione sull’Ospedale e disincentivare l’uso inappropriato dei Pronto Soccorso.
 
L’incremento delle malattie croniche e il peso delle stesse sulla popolazione e sui costi per il Servizio Sanitario Nazionale richiedono necessariamente un aggiornamento degli attuali modelli organizzativi, focalizzando sempre più l’attenzione verso modelli territoriali che contribuiscono a: prevenire le cronicità, intercettare le cronicità in fase non-acuta, monitorare l’evolversi della cronicità aiutando a prevenire fasi di riacutizzazione, monitorare l’aderenza delle terapie.

Come disposto dalle direttive nazionali e regionali, quest’azione sarebbe possibile attraverso un processo di integrazione tra il ruolo delle cure specialistiche ospedaliere e quello delle cure primarie territoriali garantendo continuità di cura e assistenza a beneficio dei pazienti cronici.

In tal senso, la Telemedicina contribuirebbe al potenziamento delle cure primarie supportando la gestione anche domiciliare della cronicità, fornendo un canale di accesso all’alta specializzazione ed infine garantendo cure appropriate ed efficaci. Di conseguenza il coinvolgimento della farmacia di comunità nei processi di cura sarebbe auspicabile in virtù della sua diffusione capillare sul territorio per garantire l’accesso ad ulteriori prestazioni farmaceutiche indispensabili per mantenere alti i livelli di salute, ottimizzare le risorse.
 
Il progetto e i partner
L’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Roma e la Fondazione Pfizer hanno condiviso l’ideazione e lo sviluppo di un progetto di Partnership avente a oggetto l’individuazione di percorsi/modelli di telemedicina rivolto a pazienti con patologia cronica a cui possano partecipare attivamente i farmacisti territoriali. Il primo step ha visto il coinvolgimento dell’Osservatorio Nazionale sulla Farmacia dei Servizi (ONFS) e del Centro di Ricerche e Studi in Management Sanitario (CERISMAS).

Fondazione Pfizer è una realtà nata per dare seguito alla volontà dell'azienda farmaceutica Pfizer in Italia, di dare vita a una entità, da essa indipendente e organizzativamente autonoma, che ha l’obiettivo di dare il suo contributo alla sostenibilità del sistema e avere un ruolo anche sociale nel Paese attraverso la crescita di una cultura di sostenibilità del sistema presso i cittadini, i medici e le istituzioni. In linea con la mission di Pfizer a livello globale, si propone, pertanto, di supportare sul territorio italiano, in partnership con enti ed istituzioni, progetti innovativi di rilevanza sociale e sanitaria. Progetti che - come questo che nasce da una partnership con l’Università Cattolica di Roma e collaborazione con CERISMAS - contribuiscano al miglioramento del sistema sanitario a favore del cittadino, in questo caso attraverso la valorizzazione e l’evoluzione del ruolo del farmacista territoriale. L’obiettivo è di dare un contributo al miglioramento del sistema sanitario a favore del cittadino, in questo caso attraverso la valorizzazione e l’evoluzione del ruolo del farmacista territoriale.

L'ONFS, istituito presso l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) dell’Università Cattolica, con il patrocinio della Federazione Ordine Farmacisti Italiani - FOFI, ha rilevato attraverso un questionario online (rivolto esclusivamente a farmacisti operanti in ambito pubblico e privato) che l’87,9% degli intervistati ritiene utile implementare la telemedicina per ridefinire il ruolo del farmacista di comunità. Dalla survey è emerso che la telemedicina è attiva nel 29% dei casi, così suddiviso: 72% nelle farmacie urbane; 18% nelle farmacie rurali; 10% farmacie rurali sussidiate.
Sulla base dei risultati ottenuti dall’indagine ONFS, di cui sopra, e dalle indicazioni fornite dai componenti del Tavolo Tecnico Nazionale del CERISMAS, si è giunti allo sviluppo di un Modello applicativo per la gestione del paziente con patologia cronica con strumenti di Telemedicina in farmacia.
 
Inoltre, il CERISMAS ha sviluppato un’analisi dello stato dell’arte della diffusione dei servizi di Telemedicina in Italia e dello sviluppo della Farmacia dei Servizi. Partendo da una panoramica del potenziale impatto e contributo della farmacia dei servizi alla gestione dei servizi sanitari territoriali, si è arrivati alla proposta di un modello applicativo per la gestione del paziente con patologia cronica con strumenti di telemedicina in farmacia strutturandolo nelle seguenti 5 macro fasi:
 
1. Stratificazione e targeting della popolazione;
2. Promozione della salute, prevenzione e diagnosi precoce
3. Presa in carico del paziente
4. Gestione della cronicità
5. Misurazione performance e ricalibrazione modello.
 
Bisogna sottolineare che il presente modello va ad inserirsi in una cornice elaborata dal modello disegnato nel Piano Nazionale della Cronicità, con Accordo tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano del 15 settembre 2016. In particolare, tale modello esplora la Fase di presa in carico e gestione del paziente cronico con un focus specifico sulla Farmacia dei Servizi e la Telemedicina.

La Farmacia dei Servizi è chiamata a partecipare all’assistenza sanitaria ritagliandosi un ruolo nell’ambito dell’assistenza primaria. In particolare, cerca di rispondere all’esigenze di assistenza delle fasce deboli e non autosufficienti, con particolare riferimento alle prestazioni rivolte alle cronicità o a soggetti bisognosi di prestazioni continuative. La rete delle Farmacie, pertanto, può costituire anche uno strumento ulteriore per il governo della spesa nonché per le attività di affiancamento ai servizi territoriali del SSN. Da ciò consegue che dovranno essere definiti requisiti e condizioni affinché l’erogazione nelle farmacie dei servizi aggiuntivi per il SSN avvenga in modo omogeneo a livello nazionale.
 
Il quadro istituzionale verso cui ci si sta dirigendo vede la Farmacia dei Servizi chiamata, quindi, a partecipare all’assistenza sanitaria, ritagliandosi un ruolo nell’ambito dell’assistenza primaria. In particolare, cerca di rispondere all’esigenze di assistenza delle fasce deboli e non autosufficienti, con particolare riferimento alle prestazioni rivolte alle cronicità o a soggetti bisognosi di prestazioni continuative. Questo facilita molto quei servizi di telemedicina che vanno sviluppati per implementare il Piano Nazionale delle Cronicità.
 
In questo ambito ci sono alcune soluzioni tecnologiche che vedono nel ruolo del farmacista un elemento di base. Stabilito che la farmacia di per sé è un servizio a valore aggiunto che il Servizio Sanitario Nazionale sta dando gratuitamente, i consigli che dà il farmacista sono consigli autorevoli e a costo zero per il servizio sanitario nazionale. In realtà anche quelli pagati in parte dall’industria farmaceutica attraverso la percentuale che viene data al farmacista nella distribuzione ed erogazione del farmaco. Il valore aggiunto di questo lavoro è stato l’ideazione e la creazione di un modello che possa collocare le tecnologie, in particolare la telemedicina, in un percorso istituzionale con il coinvolgimento diretto della farmacia dei servizi.
 
Sempre di più, infatti, la Farmacia dei Servizi avrà un ruolo di primo piano nell’ambito dell’assistenza primaria, mettendo a disposizione l’assistenza alle fasce più deboli e non autosufficienti, soprattutto nella gestione delle patologie croniche e in questo la telemedicina può costituire uno strumento di grande supporto al farmacista stesso. Siamo convinti che non ci possa essere un cambiamento rispetto all’aderenza terapeutica, ad esempio, senza intervenire sul territorio, senza dare un contributo al cambiamento culturale del tessuto sociale, dove il farmacista costituisce la figura sanitaria di più semplice accesso da parte del cittadino. Questo è il primo passo per poterla valorizzare e per poterla implementare.
 
Prof. Americo Cicchetti 
Direttore Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari - ALTEMS, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma 

 
Prof. Gianfranco Gensini
Presidente della Società Italiana di Telemedicina e Sanità Elettronica

 
Dott.ssa Barbara Capaccetti
Presidente di Fondazione Pfizer

 
Dott. Eugenio Di Brino 
Ricercatore Area Health Economics and HTA di ALTEMS, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma 

 
Dott.ssa Maria Diana Naturale 
Coordinamento Osservatorio Nazionale sulla Farmacia dei Servizi, Università Cattolica del Sacro Cuore, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, Roma
07 dicembre 2017
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