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38° Congresso Sifo. “La legge Gelli è stata un grande passo avanti. Ora più risorse e strumenti per prevenire errori”
Il ruolo chiave del farmacista opsedaliero nel presidiare i punti di rischio nella gestione dei prodotti farmaceutici lungo tutta la filiera alla luce della nuova normativa sulla responsabilità professionale è stato affrontato oggi, nel corso del Congresso nazionale a Roma, alla presenza del 'padre' della legge 24/2017 Federico Gelli (Pd).
24 NOV - Da anni Sifo, la Società dei farmacisti ospedalieri e dei servizi territoriali della aziende sanitarie, si batte per aumentare la qualità e la sicurezza delle cure, per migliorare la gestione del rischio clinico e prevenire gli errori di terapia. Tema che anche quest'anno viene messo al centro del XXXVIII Congresso Nazionale, in corso in questi giorni a Roma con il titolo "Il farmacista nel futuro del Sistema Salute". A questo argomento è stata dedicata infatti una sessione plenaria che si è tenuta stamane e che è stata aperta dall'intervento del deputato Federico Gelli, promotore della legge 24.2017 che porta il suo nome e che, approvata nella primavera scorsa, ha portato grandi novità in tema di responsabilità in campo sanitario e sicurezza delle cure.
 
La funzione di 'presidio'. Il ruolo del farmacista ospedaliero, da sempre, è fondamentale per garantire la qualità delle cure: è ai farmacisti ospedalieri, infatti, che è assegnato il compito di presidiare i punti di rischio nella gestione dei prodotti farmaceutici lungo tutta la filiera. Dall'approvvigionamento all'allestimento, dallo stoccaggio alla distribuzione, fino alle indicazioni per la corretta prescrizione e per la somministrazione delle terapie. Ora che, dopo 15 anni di intenso dibattito, arriva una legge che pone l'accento ancora più netto sul tema della sicurezza e qualità, Sifo non può che accoglierla con soddisfazione. Come ha sottolineato Federico Gelli, "la nuova legge offre moltissimi spunti di riflessione per i professionisti che operano nel settore sanitario, pubblico e privato. Il dato di diritto sostanziale fondamentale è il riconoscimento del diritto alla sicurezza delle cure, che diventa parte integrante del diritto alla salute, con l'invito ad ogni operatore di con correre alla prevenzione del rischio connesso all'erogazione delle prestazioni. Per i farmacisti come per tutti gli operatori sanitari, la 24.2017 si presenta come un elemento di tranquillità, perchè punta a porre in atto responsabilmente quegli elementi di sistema che debbono rendere efficace e continuativa la gestione del rischio".
 
Con legge Gelli grande passo avanti. "La legge Gelli è grande passo avanti, innazittutto perché sancisce il diritto alla salute inteso anche come diritto alla sicurezza delle cure", spiega Maria Grazia Cattaneo, vicepresidente di Sifo. Per chi lavora in ospedale, prosegue, "la legge è importante perché consolida la filiera di gestione del rischio sanitario grazie alla nascita dei Centri per la gestione del rischio sanitario e dell'Osservatorio nazionale delle buone pratiche e sicurezza in sanità. Riafferma poi l'importanza delle Linee Guida e mette a sistema tutte le funzioni in campo, per cure sempre più sicure e di qualità, incluso il paziente".
 
Ridurre errori. Proprio a proposito di paziente, sottolinea il segretario nazionale Sifo Francesco Cattel, la nuova norma "rappresenta un punto di equilibrio tra le richieste del cittadino e le esigenze dei professionisti del Ssn. E' fondamentale per chi opera all'interno del Ssn recuperare un rapporto di fiducia con il paziente, negli anni minato da eccessi nell'ambito della medicina 'preventiva', ma per far questo è indispensabile agire in termini di prevenzione, per ridurre gli errori in ambito sanitario". E con i Centri per la gestione del rischio sanitario e l'Osservatorio per le buone pratiche, prosegue Cattel, "ci sono i presupposti perché, se la norma verrà applicata correttamente, si possa raggiungere l'obiettivo di trasparenza che si vuole perseguire".
 
Più attenzione al farmacista. La legge Gelli, è convinta Sifo, costituisce una spinta importante per la professione, ma allo stesso tempo implica che ci sia una maggiore attenzione alle istanze della professione del farmacista, sia in ambito di formazione universitaria che in ambito lavorativo.
 
Più risorse e strumenti. Dal momento che i farmacisti sono chiamati a far parte di equipe in virtù delle loro competenze, è necessario sanare "la disparità di presenza sul territorio nazionale e quella di investimenti", afferma Cattaneo. Servono passi avanti nell'informatizzazione, ancora carente in molte realtà sanitarie, ma anche un maggior equilibrio delle risorse. Nel dettaglio, spiega Cattel, è necessario "implementare i sistemi informatici che permettono di tracciare non solo la movimentazione dei farmaci ma anche di controllare le prescrizioni, limitando il più possibile gli errori 'umani', partendo dai finanziamenti ai laboratori UFA, all'informatizzazione delle cartelle cliniche. Sarà fondamentale che la politica agisca in modo da metterci in condizione di poter svolgere un'attività di risk management seguendo modalità di realizzazione imposte dalla normativa".
 
I farmacisti come punto di riferimento. L'obiettivo sicurezza dei pazienti ha spinto Sifo, negli ultimi anni, a mettere a punto manuali, linee guida per la prevenzione del rischio e svariati corsi per favorire la gestione del rischio clinico. Il risultato atteso e dunque l'auspicio dei farmacisti ospedalieri, dopo gli sforzi che sono stati fatti è quello "che la professione del farmacista negli ospedali e nelle Asl diventi punto di riferimento di tutti gli operatori sanitari in relazione all'impiego sicuro di farmaci e Dispositivi medici. Per fare ciò è importante puntare su un modello organizzativo uniforme, sulla promozione della cultura della prevenzione dell'errore, sulla comunicazione trasparente e sull'implementazione di strumenti", conclude Cattel, segretario nazionale Sifo.
24 novembre 2017
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