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Le proposte dei giovani farmacisti per “cambiare il sistema”. Il convegno Fenagifar
Nove giovani farmacisti su 10 sentono il bisogno di integrare le conoscenze acquisite durante il corso di laurea con percorsi formativi post-universitari, per colmare le carenze rispetto alle necessità professionali. Così, il risultato di un'indagine condotta tra le nuove leve dei professionisti del farmaco, suona come un monito a un sistema accademico considerato ormai arcaico e poco efficace, non più in grado di soddisfare le esigenze di una professione che negli anni si è evoluta, a differenza del suo sistema educativo.
14 NOV - Un quadro chiaro, quello presentato oggi in Senato, dove è stato presentato quanto emerso, ad oggi, dal progetto AgifarLab, promosso da Fenagifar,la Federazione nazionale associazioni giovani farmacisti, con la collaborazione della Sda Bocconi.

Il progetto di AgifarLab nasce con lo scopo di elaborare delle proposte per costruire un futuro più solido per i giovani professionisti del farmaco di oggi.
 
“L'errore più grave che una nazione può fare è trascurare le giovani generazioni – ha detto nel suo intervento il Senatore e presidente della Fofi Andrea Mandelli - noi a nostra volta veniamo da un passato importante, abbiamo raccolto il testimone da maestri autorevoli e credo che essere qui oggi ad incoraggiare il passaggio di testimone che avverrà – non tanto presto – sia importante perché l'Agifar è sempre stato un “laboratorio”, l'esperienza più bella della mia vita perché mi ha dato la possibilità di incontrare tante persone e capire come bisognasse veramente pensare a ognuno, perché ogni contributo è importante. Un'esperienza che ha un senso nella sua condivisione. Questa pubblicazione testimonia la passione dei giovani, il loro impegno, la loro volontà, il fatto di credere in una professione, dunque per noi è un dovere incoraggiarli. Il vostro impegno lo percepiamo, è una cosa importante, non fateci mai mancare i vostri consigli e il vostro supporto”.
 
Tre i temi cardine attorno ai quali sono stati attivati i tavoli di lavoro tematici “con il duplice scopo di individuare il punto di vista dei giovani colleghi e selezionare dei gruppi motivati alla discussione per ogni singolo tema”, spiega il presidente Fenagifar Davide Petrosillo.
 
Formazione, opportunità per la pratica della professione all'estero e Pharmaceutical care. Questi i tre temi. In particolare, a chiarire diversi aspetti legati a queste 3 tematiche, i risultati di una survey somministrata a oltre 550 giovani farmacisti, la maggior parte dei quali lavora in farmacia di comunità privata (68%), realizzato con la collaborazione di Erika Mallarini, docente SDA Bocconi.
 
Partendo dalla prima tematica su “Formazione specifica e nuove prospettive” sviluppata dal tavolo presieduto da Francesco Gamaleri consigliere dell’Ordine dei Farmacisti di Milano, è emerso che il 70% dei giovani ritiene che le proposte formative non rispondano in modo adeguato alle esigenze del farmacista. Più del 90% sente il bisogno di integrare le conoscenze acquisite dopo la laurea. Il 49% degli intervistati considera probabile e il 35% è certo di poter lasciare l'attuale posizione lavorativa per accettare un'offerta formativa che includa una formazione all'estero pur di specializzarsi.
 
“L'aumento dei neolaureati in farmacia e Ctf, circa 4 mila all'anno, e la diminuzione dell'offerta lavorativa (circa 1.200 posti in meno all'anno), rendono necessario migliorare il posizionamento del professionista sul mercato attraverso percorsi specializzanti - commenta Petrosillo - In quest'area proponiamo l'organizzazione di percorsi formativi specializzanti dedicati ai farmacisti di comunità; la pianificazione di percorsi formativi specializzanti per colleghi disoccupati e disposti a trovare lavoro in rami occupazionali differenti da quelli della farmacia di comunità; infine proponiamo la riforma dell'attuale modello di formazione per meglio interpretare le esigenze dei colleghi disoccupati”.
 
Per quanto concerne il tema “Europa e svolgimento della professione all'estero”, nonostante l'Ue sia intervenuta per favorire una graduale armonizzazione del sistema farmaceutico e creare le condizioni per il riconoscimento automatico dei titoli, ad oggi, ancora, un giovane farmacista su 2 non sa dell'esistenza della tessera europea del farmacista.
 
Tuttavia, la volontà e disponibilità dei giovani a contemplare l'estero come una valida alternativa all'Italia è tangibile. Il 56% dei partecipanti ha acquisito qualche esperienza da poter condividere sul tema. Inoltre, il 56% è certo e il 38% ritiene probabile di poter lavorare in un Paese europeo o con colleghi europei.
 
Dal tavolo presieduto dal presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bolzano Maximin Liebl, sono emerse diverse proposte volte a migliorare questo aspetto della professione: “Programmare una migliore informazione per stimolare i farmacisti sul tema del lavoro in Europa; predisporre un corso di lingua per i farmacisti intenzionati a trasferirsi in un altro Paese Ue; organizzare stage professionali all'estero su modello Erasmus per promuovere collaborazione e circolazione di farmacisti europei e infine permettere agli studenti universitari di svolgere parte del tirocinio formativo all'estero”, spiega Petrosillo.
 
Infine, a mettere d'accordo il 100% dei partecipanti al sondaggio il fatto che “i piani di Pharmaceutical care possano provocare un'influenza positiva sulle opportunità di impiego per un giovane farmacista”, afferma Petrosillo, sottolineando come il 43% dei giovani colleghi abbia già avuto esperienza diretta nei programmi innovativi di presa in carico del paziente.
 
Tra le proposte emerse dalle sedute al tavolo tematico presieduto dal presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Brescia Francesco Rastrelli, quelli di “programmare corsi formativi per la gestione dei percorsi di presa in carico del paziente cronico e dei futuri servizi cognitivi attivabili in farmacia; attivare un efficace confronto tra i farmacisti del territorio e le altre figure sanitarie responsabili delle Asl per l'integrazione dell'attività della farmacia nei Pta del paziente cronico e nei modelli di presa in carico; e infine, promuovere la standardizzazione dei servizi offerti dalle farmacie in un'ottica di certificazione della qualità globale e quindi di attendibilità dei risultati e dei dati raccolti”.
 
Tutte iniziative che devono essere accompagnate da “impegno, sacrificio, studio, tenacia, umiltà e perseveranza - ha sottolineato il Senatore e vice presidente Fofi Luigi D'Ambrosio Lettieri, che ai suoi tempi f anche presidente Fenagifar - Si distingueranno i giovani che hanno le antenne più alte per percepire i segnali dell'innovazione, per fiutare ciò che c'è nell'aria e tradurre in progettualità i segnali che arrivano dal mondo. Il lavoro di Agifar lab va in questa direzione, se poi la verifica di queste intuizione passata dal filtro sapiente e puntuale di accademici di provata competenza e esperienza il quadro si completa”.
 
L'aspetto più rilevante che emerge “è la consapevolezza, da parte del farmacista, che il paziente necessita di una soluzione complessiva rispetto al problema di salute, tanto che i temi che interessano di più per la formazione sono patologie e prodotti – spiega Mallarini -. In risposta alle domande poste rispetto all'attuale posizione lavorativa e alla futura carriera, nelle richieste di aggiornamento prevale l'aspetto tecnico della professione rispetto alle tematiche legate a opportunità di carriera”.
 
Attilia Burke
14 novembre 2017
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