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Legge Gelli. Sulla rappresentatività delle associazioni infermieristiche per definire le linee guida sarà garante la Federazione Ipasvi
Il ministero della Salute rispondendo alla presidente della Federazione degli infermieri che a suo tempo aveva fatto presente al dicastero l’impossibilità per gli infermieri di raggiungere la rappresentatività del 30% indicata nel decreto del ministero del 2 agosto, ha chiarito che la Federazione dovrà farsi garante in prima applicazione delle associazioni in base a un criterio di suddivisione per aree di competenze. LA LETTERA.
13 OTT - Sarà la Federazione Ipasvi a identificare quale associazioni infermieristiche sono rappresentative per poter contribuire all’elaborazione delle linee guida previste dalla legge Gelli, quelle cioè alle quali i professionisti dovranno attenersi per non essere accusati di colpa grave.

Lo ha chiarito il ministero della Salute rispondendo alla presidente della Federazione degli infermieri, Barbara Mangiacavalli, che a suo tempo aveva fatto presente al dicastero l’impossibilità per gli infermieri di raggiungere la rappresentatività del 30% indicata nel decreto del ministero del 2 agosto: su 450mila iscritti il 30% è un numero difficile da ottenere.

E la Federazione dovrà farsi garante in prima applicazione delle associazioni in base a un criterio di suddivisione per aree di competenze:  area cure primarie -  servizi territoriali/ distrettuali; area intensiva e dell'emergenza urgenza; area medica;area chirurgica; area neonatologica e pediatrica; area salute mentale e dipendenze.

Il ministero, rispondendo alla presidente Ipasvi che ha posto una serie di quesiti articolati nel merito e obiezioni sull’applicazione della norma, ha chiarito in una lettera ufficiale che essendo, appunto,  gli infermieri 450mila appare giustamente difficile poter acquisire la rappresentatività del 30%; i requisiti previsti dal decreto della Salute del 2 agosto sottraggono così alle società scientifiche e alle associazioni tecnico scientifiche della professione infermieristica la possibilità di concorrere alla predisposizione delle linee guida.

Lo stesso ministero nella lettera sottolinea che la ratio della legge è quella di consentire I ‘elaborazione di linee guida a tutte le attività degli esercenti le professioni sanitarie e , quindi: “… può ritenersi che, ove in una determinata ‘disciplina’ o ‘specializzazione’, ‘area’ o ‘settore’ di esercizio professionale, non sussista alcuna società scientifica o associazione tecnico-scientifica che possieda una rappresentatività pari al 30%,  potranno  comunque  essere  valutate  ai fini dell'iscrizione nell'elenco le società scientifiche o associazioni  tecnico-scientifiche aventi adeguata rappresentatività nella disciplina o specializzazione, area o settore di riferimento”.

La Salute chiede proprio alla Federazione di favorire “l'aggregazione di società scientifiche o associazioni tecnico scientifiche appartenenti alla medesima area professionale” perché “possano assicurare la maggiore rappresentatività dell'area di riferimento e essere individuate come un unico soggetto” al momento della presentazione al ministero della domanda di iscrizione all'elenco.

Senza scontri e polemiche quindi, ma semplicemente con la concertazione e il dialogo con le istituzioni, sottolinea l’Ipasvi, è stato possibile per la Federazione degli infermieri ottenere il risultato voluto: le linee guida sulla responsabilità degli infermieri le elaboreranno gli infermieri.
 
13 ottobre 2017
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