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FarmacistaPiù. Ddl concorrenza. Marino (Ap) “Le parafarmacie non hanno funzionato, ora devono essere assorbite dalle farmacie”
È quanto ha sostenuto Luigi Marino, membro della 10° Commissione Permanente del Senato e relatore del Ddl Concorrenza, davanti a una platea di farmacisti preoccupati dall’apertura alle società di capitali contenuta nel documento. Il testo potrebbe arrivare in Senato nelle prossime settimane.
18 MAR - La preoccupazione di un’intera categoria si è espressa in una sala gremita per ascoltare i due relatori del disegno di legge sulla concorrenza i senatori Luigi Marino di Area Popolare e Salvatore Tomaselli del Partito Democratico, intervenuti oggi a FarmacistaPiù, il congresso nazionale dei farmacisti italiani in corso a Milano.
 
Il disegno di legge, che dovrebbe arrivare in Senato nelle prossime settimane, prevede, tra le altre cose, l’ingresso delle società di capitali nella proprietà delle farmacie, aspetto che mette in allarme la categoria. “Non siamo contenti del risultato pur parziale che abbiamo ottenuto – puntualizza Andrea Mandelli, presidente Fofi – e oggi la platea, pur riconoscendo il nostro impegno, ha manifestato le proprie legittime preoccupazioni”.
 
“Si tratta di un Ddl complesso che contiene anche degli errori – ha ammesso Tomaselli –, primo tra tutti l’aver inserito troppi argomenti”. Il senatore ha poi notato che “quando si parla di apertura dei mercati e di sviluppo della concorrenza, è sempre complicato immaginare un equilibrio che da una parte salvaguardi le esigenze di tutti noi consumatori e dall’altra garantisca l’affidabilità dei servizi. Dobbiamo evitare nuovi meccanismi di privilegio o posizioni dominanti, ma cercare di tenere insieme valori e opportunità di mercato”.
 
Marino ha poi esemplificato i modi per ampliare la concorrenza: “Si può agire sulla tipologia del soggetto proprietario sostenendo che aumentandone la pluralità i mercati diventino più competitivi, come è successo in ambito alimentare con i supermercati. Oppure si può intervenire sul numero di farmacie: se aumentano si può ipotizzare che una serie di prodotti subiscano una diminuzione di prezzo”. Marino ha inoltre ricordato che l’Italia ha già un numero di farmacie molto elevato rispetto al resto d’Europa, che si attesta su una media di una ogni 4 mila abitanti. Questo tuttavia non è stato sufficiente per aumentare la concorrenza.
 
Entrambi i relatori hanno poi ribadito che i farmaci di fascia C vanno venduti nelle sole farmacie riconoscendo come un errore le parafarmacie. “Sono convinto che queste non debbano più esistere: andrebbero assorbite dalle farmacie” ha affermato Marino, suscitando il malumore della sala.
 
Tra i punti essenziali per la categoria ribaditi in chiusura da Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente Comitato Scientifico FarmacistaPiù̀ e vice presidente Fofi, che il tetto del 20% al numero di farmacie che una singola società di capitali potrà possedere non sia su base regionale, ma complessivo, in modo che “la maggioranza delle farmacie resti nelle mani della professione e non si crei un oligopolio” e che le società versino un 2% nelle casse dell’Enpaf per compensare il minor gettito di chi passerà dalla condizione di titolare a quella di collaboratore.
18 marzo 2017
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