17 MAR - “L’Italia sta per essere ‘invasa’ da una nuova ondata di farmaci innovativi, in gran parte anticorpi monoclonali oncologici che saranno somministrati a pazienti a casa. Le farmacie sarebbero il punto di dispensazione più ovvio, ma prima occorre formare i farmacisti alla gestione di queste nuove molecole”.
Andrea Mandelli, presidente della Federazione Ordini Farmacisti Italiani (Fofi), ha riassunto così una delle sfide che la categoria che rappresenta si sta preparando a fronteggiare. Lo ha fatto a FarmacistaPiù, il congresso dei farmacisti italiani in corso a Milano. “Il farmacista deve prepararsi a fronteggiare lo “shock” da innovazione che lo attende e deve poterlo fare con gli strumenti culturali idonei per supportare efficacemente i cittadini – ha aggiunto Mandelli – noi abbiamo lanciato concretamente un sasso nello stagno preparando, in collaborazione con Aifa, un percorso formativo Ecm sotto il cappello di FarmacistaPiù. Un corso di formazione a distanza che con moduli online offra ai farmacisti strumenti che li preparino a fornire risposte al cittadino”.
 
Restituire al farmacista un ruolo che vada al di là del semplice dispensatore di medicinali è infatti un obiettivo da perseguire per far risparmiare il Sistema sanitario nazionale e valorizzare le professionalità a disposizione. “Dobbiamo mettere a disposizione del farmacista strumenti per il controllo dell’aderenza terapeutica e della sostenibilità della spesa –  ha sottolineato Mario Melazzini, direttore generale Aifa. La professione può quindi ricavarsi uno spazio sempre più importante anche alla luce dell’innovazione in arrivo: “I farmaci innovativi costituiscono un’opportunità anche per il farmacista, che al pari degli altri operatori sanitari può entrare in questa filiera grazie a una formazione adeguata e a un aggiornamento continuo”, ha evidenziato il dg Aifa, ricordando come nel Piano Nazionale della cronicità si evidenzi la necessità di empowerment del paziente: “Informazione e consapevolezza sono essenziali affinché il paziente sia effettivamente attivo. Troppo spesso i malati si affidano a Google per trovare informazioni sulla propria condizione. Nel Regno Unito Facebook è la quarta fonte di informazione sulla salute. Come istituzione dobbiamo favorire un’informazione indipendente sui medicinali e assicurare campagne di comunicazione che promuovano l’aderenza al trattamento, vero obiettivo di salute pubblica”.
 
Luca Pani, predecessore di Melazzini all’Agenzia italiana del farmaco e oggi membro di due gruppi  di lavoro dell’Ema (il chmp e il Sawp), ha aggiunto: “Oggi in Italia è il farmacista, più ancora del medico di medicina generale, a seguire il follow up dei pazienti. Per questo la farmacia deve orientarsi verso servizi ad alto valore aggiunto”. Pani ha poi evidenziato come esistano gli spazi di collaborazione tra medici e farmacisti: “È auspicabile una maggiore interazione tra professionisti per garantire la continuità assistenziale del territorio e ridurre gli sprechi e i costi prevenibili”.
 
Secondo uno studio canadese citato da Alessandro Mugelli, presidente eletto della Società italiana di farmacologia, “il paziente ad alto rischio in media incontra il medico meno di quanto veda il farmacista. Da qui il ruolo centrale di quest’ultimo nel counseling del malato”. 
Nel 2012 la Fofi ha avviato un progetto sull’implementazione del modello inglese Mur (Medicines Use Review) nella farmacia di comunità italiana, usando come patologia di riferimento l’asma. Il lavoro è stato condotto in collaborazione con la Medway School of Pharmacy dell’University of Greenwich & Kent e si è composto di tre fasi: uno studio pilota che ha coinvolto 80 farmacisti e circa 900 pazienti; una valutazione del feedback dei pazienti e dei medici di medicina generale; uno studio multicentrico per valutare l’impatto clinico e economico del Mur. “I risultati hanno dimostrato valore per tutti – ha evidenziato Andrea Manfrin della Medway School of Pharmacy dell’University of Greenwich & Kent –: per il paziente, per il farmacista e per il Servizio sanitario nazionale”. Il primo ha infatti aumentato il proprio controllo sulla patologia, il farmacista ha assunto un nuovo ruolo cui è stata connessa una remunerazione aggiuntiva, mentre il Servizio sanitario nazionale ha avuto un ritorno dell’investimento  tra il 98% e il 362%, con una probabilità di successo del 100% a nove mesi. “Il futuro della professione del farmacista dipende da una banale equazione matematica in cui la variabile da cui dipende il tutto è la volontà”, ha esemplificato Manfrin concludendo il suo intervento.
 
Linee guida per una migliore adesione alle terapie farmacologiche. Per sottolineare il ruolo attivo che il farmacista può avere in questo processo, la Federazione Ordini Farmacisti Italiani ha elaborato una serie di linee guida per una migliore adesione alle terapie farmacologiche. Un punto di partenza per le altre iniziative della Federazione: “Si tratta di un lavoro work in progress, ancora aperto e in continua evoluzione – ha affermato Andrea Mandelli, presidente della Federazione - La Fofi ha gettato un sasso nello stagno e lo ha fatto in modo concreto, grazie anche al corso Fad. La farmacia non se la passa bene dal punto di vista economico. Riusciremo ad avere un futuro solo se sapremo trasformarci in maniera darwiniana. Non è mai il più forte che vince, ma quello che riesce ad adattarsi”, ha concluso Mandelli.