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Sul sistema farmacia il barometro segna “tempesta”
Cari Ordine Professionale, Sindacato, Politica, Dirigenti delle Amministrazioni, Professori, Avvocati e Professionisti del Sistema Farmacia, la mia rigidità interpretativa delle regole (e più che altro l'osservanza delle regole) mi ha fatto perdere tre clienti perché hanno preferito il canto della sirena del possibilismo, della creatività interpretativa e della poca (o nessuna) conoscenza delle norme da parte delle Amministrazioni.
07 FEB - Gentile Direttore,
sono un commercialista di trincea e per questa natura vivo con il farmacista e la farmacia tutti gli eventi metereologici della quotidianità lavorativa. Passo dai momenti di sereno, a burrasche; da venti freddi che, come lame, radono ogni speranza, a caldi torridi ...In questi giorni ho incontrato dei farmacisti che mi hanno posto delle domande a cui non sono riuscito a rispondere, ho solo …balbettato. Il barometro segna: Tempesta!
 
Domanda 1 (sono uscito dalla porta entro dalla finestra, possibile?):
Dottore, dopo aver vinto il "concorsone" ho aperto la sede assegnata con altri due colleghi mediante la costituzione di una snc, posso ora riacquistare le quote della società titolare della farmacia di famiglia che avevo precedentemente ceduto per poter partecipare al concorsone?
 
"Lei, dott. Falorni, ha sempre sostenuto che in base alla ratio della legge, alle note ministeriali e al ... buon senso (ah, ah, ... che ridere il buon senso in giurisprudenza) non sarebbe stato possibile, ma, ora, dei miei amici farmacisti, anche loro vincitori di una sede, mi dicono che sono riusciti ad avere da ASL e Comune l'approvazione per poter essere titolari della qualità di soci sia nella sede vinta a concorso che in quella familiare".
 
Domanda 2 (socio e dipendente di altra farmacia, possibile?):
Dottore anch'io ho vinto una sede e, prima di accettare, mi sono licenziato dal lavoro di farmacista ospedaliero secondo le regole del concorso. Tutto questo anche sotto le sue restrittive interpretazioni e indicazioni. Oggi ho trovato un collega che mi ha detto che è possibile essere soci di una sede vinta a concorso e prestare lavoro come dipendente in un'altra farmacia. Certo è che se fosse vero si è creato un danno enorme visto che ho lasciato il mio originario e buon lavoro per una sede che non decollando permette a noi soci di ricavare un compenso di neanche 500€ mensili.
 
Domanda 3 (la durata della società tre o dieci anni?)
Ettore, il farmacista della domanda due, aggiunge una seconda domanda. Tempo fa Lei, dottore, mi aveva fatto sperare che la durata della società sarebbe stata ridotta da 10 anni a tre anni. Ma questa possibilità esiste o non esiste, e se esiste ... fra quanto tempo? Per me e Achille è fondamentale conoscere se potremo uscire presto da questo incubo altrimenti potrà seguire, sicuramente, un suicidio economico dell'azienda.
 
Domanda 4 (l'idoneita' è sempre necessaria?):
Andromaca ed Elena sono due farmaciste, l'una con molta esperienza, l'altra laureata da un anno. Sono venute per chiedermi l'assistenza per costituire tra loro una società ed acquistare la piccola farmacia del paese dove abitano. Un'occasione unica e irripetibile.
 
Dopo le dovute chiacchiere di circostanza raffreddo la loro esuberanza dicendo che non sarebbe stato possibile la costituzione della società in quanto mancava l'idoneità della socia più giovane. "Ma come? Ma non è possibile? Noi abbiamo la certezza che l'idoneita non è più richiesta". Faccio presente alle due farmaciste disarmate che questa opportunità aveva validità per due anni con scadenza 31.12.2016. "Pazzesco, come è possibile che nell'ordinamento farmaceutico vi siano le farmacie vinte con il concorsone che possono costituire società senza idoneità e le ex farmacie comunali che costituendo società di capitali per la gestione delle farmacie hanno saltato tale obbligatorietà?". Non sarà mica, dottore, che a Lei mancano le giuste informazioni?
 
Cari Ordine Professionale, Sindacato, Politica, Dirigenti delle Amministrazioni, Professori, Avvocati e Professionisti del Sistema Farmacia, la mia rigidità interpretativa delle regole (e più che altro l'osservanza delle regole) mi ha fatto perdere tre clienti perché hanno preferito il canto della sirena del possibilismo, della creatività interpretativa e della poca (o nessuna) conoscenza delle norme da parte delle Amministrazioni.
 
So bene che prima o poi si produrrà giurisprudenza e tra venti anni avremo, forse, uniformità di comportamento. Tutto questo sulla pelle e sulle tasche dei farmacisti.
 
Forse sarebbe bene, visto che molte Regioni devono sempre andare a regime con il concorso, fare il punto della situazione organizzando, in modo istituzionale, un tavolo di lavoro per dare risposte non solo ad un commercialista di trincea ma anche a quelle amministrazioni che dovranno dare il proprio parere.
 
Chiedo troppo, ... forse!
 
Franco Falorni
07 febbraio 2017
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