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Covid. Commissione UE propone nuova zona “rosso scuro” con limiti serrati agli spostamenti transfrontalieri. In Italia ci rientrerebbero, al momento, solo Bolzano, FVG e Veneto
Per queste nuove zone della mappa a colori europea del rischio Covid, test prima dell’arrivo e quarantena. Il nuovo indice di rischio si applicherebbe alle aree in cui il tasso di notifica degli ultimi 14 giorni è superiore a 500 casi ogni 100 000 persone. Un valore, secondo l’ultimo monitoraggio italiano, superato al momento solo dalla PA di Bolzano e da FVG e Veneto. Ma, secondo la simulazione dell'Ecdc, ci starebbe anche l'Emilia Romagna, che protesta. E il presidente del Veneto Zaia critica in ogni caso la validità dell'indicatore perché "chi fa più tamponi ha più casi".
25 GEN - La Commissione UE ha proposto oggi un aggiornamento alla raccomandazione del Consiglio europeo dello scorso ottobre che coordina le misure che incidono sulla libera circolazione nell'Unione europea.
 
Per la Commissione un cambio di passo è necessario e del resto su questo hanno convenuto anche i Capi di Stato e di Governo nell’ultimo Consiglio europeo la settimana scorsa.
 
Ad allarmare i leader europei soprattutto le nuove varianti di coronavirus e l'elevato numero di nuove infezioni in molti Stati membri.
 
Da qui la necessità di “scoraggiare fortemente i viaggi non essenziali, evitando però la chiusura delle frontiere o divieti di viaggio generalizzati”, garantendo comunque “il funzionamento del mercato unico e delle catene di approvvigionamento”.
 
La proposta lanciata oggi dalla Commissione prevede sia un aggiornamento del codice colore concordato per la mappatura delle aree a rischio che misure più rigorose applicate ai viaggiatori provenienti da queste nuove zone ad alto rischio.
 
Per il commissario per la giustizia, Didier Reynders: "L'accordo di ottobre è stato un grande passo avanti nei nostri sforzi per frenare la diffusione del COVID-19 preservando i viaggi essenziali e il funzionamento del mercato unico. Ciò di cui abbiamo bisogno ora in considerazione delle nuove varianti è un coordinamento ancora maggiore e uno sforzo comune europeo per scoraggiare i viaggi non essenziali. Le chiusure delle frontiere non aiuteranno, le misure comuni lo faranno".
 
Un nuovo colore “rosso scuro” per le aree più a rischio.Oltre ai colori esistenti verde, arancione, rosso e grigio (che contraddistinguono la tabella Ecdc che tiene conto del tasso di notifica dei nuovi casi a 14 giorni,  del tasso di  test effettuati e dell’indice di positività al test), la Commissione propone di aggiungere il "rosso scuro" per indicare le aree in cui il virus circola a livelli molto elevati che si applicherebbe alle aree in cui il tasso di notifica di 14 giorni è superiore a 500 ogni 100.000 persone.
 
Al momento in Italia questo indice risulta superato, in base all’ultimo monitoraggio settimanale di Ministero e Iss, solo da Bolzano (646,14), Veneto (579,92) e Friuli Venezia Giulia (507,86). Se invece guardiamo alla mappa mostrata in diretta alla conferenza stampa odierna dal Commissario europeo alla Giustizia (vedi foto qui sotto) che, come spiegato dallo stesso Reynders, è però solo una prova con i dati non aggiornati ad oggi, per l'Italia in "rosso scuro" compare anche l'Emilia Romagna che effettivamente nelle settimane passate aveva superato i 500 casi ogni 100mila abitanti ma che ora, secondo l'ultimo monitoraggio italiano, è scesa a 494.
 

 
Dopo la presentazione della mappa di prova, ci sono state proteste in Italia sia da parte della Regione Emilia Romagna, che ha segnalato come, per l'appunto, la Regione si trovi oggi sotto i 500 casi ogni 100mila abitanti, ma anche dal Veneto che con Zaia rimarca come "chi fa tanti tamponi trova tanti positivi, chi ne fa meno, ne trova meno", mettendo in discussione la validità stessa dell'indicatore proposto dalla Commissione UE.

In ogni caso la Commissione UE ha proposto un inasprimento delle misure di prevenzione per i viaggiatori in arrivo da queste nuove zone “rosso scuro”: in particolare la richiesta di un test da effettuare prima dell’arrivo e poi comunque un periodo di quarantena.
 
La Commissione propone comunque che tutti i viaggi non essenziali siano fortemente scoraggiati fino a quando la situazione epidemiologica non sarà notevolmente migliorata.
 
La Commissione ha poi sottolineato che con l'aumento della capacità di screening, gli Stati membri potrebbero fare un uso maggiore dei test prima della partenza anche per i viaggiatori provenienti dalle aree attualmente mappate come "arancione", "rosso" o "grigio".
 
Mentre le persone che tornano nel loro Stato membro di residenza dovrebbero invece essere autorizzate a sostenere un test anche dopo l'arrivo.
 
La Commissione ha poi rinnovato la sua raccomandazione agli Stati membri per adottare, mantenere o rafforzare tutti gli interventi non farmaceutici come le misure di permanenza a domicilio e la chiusura temporanea di alcune aziende, in particolare nelle aree classificate come "rosso scuro", per aumentare il numero di test e il tracciamento e per incrementare la sorveglianza e il sequenziamento dei casi di COVID-19 per raccogliere più informazioni possibili sulla diffusione di nuove varianti di coronavirus più infettive.
 
Per le persone che vivono nelle regioni di confine la Commissione ritiene che esse dovrebbero essere esentate da alcune delle restrizioni di viaggio e che quindi, a coloro che hanno bisogno di attraversare frequentemente il confine, per motivi familiari o di lavoro, non dovrebbe essere richiesto di sottoporsi a quarantena e la frequenza dei test richiesta dovrebbe essere proporzionata.
 
Inoltre se la situazione epidemiologica su entrambi i lati del confine è simile, non dovrebbe essere imposto alcun requisito di test.
 
La Commissione spinge infine affinché non siano invece interrotti i viaggi essenziali anche per evitare interruzioni della catena di approvvigionamento.
 
Tuttavia, dato l'aumento del rischio, anche i viaggiatori essenziali come gli operatori sanitari, le persone che viaggiano per motivi familiari o di lavoro imperativi provenienti da aree “rosso scuro” dovrebbero sottoporsi a test e a quarantena ma a condizione che ciò non abbia un impatto “sproporzionato sull'esercizio della loro funzione”.
 
D’altro canto i lavoratori dei trasporti, la cui esposizione alla popolazione generale durante i viaggi è tipicamente limitata, non dovrebbero essere tenuti a mettersi in quarantena e in linea di principio essere esentati dai test.
 
Oltre agli aggiornamenti proposti oggi dalla Commissione sui viaggi all'interno dell'UE, la Commissione ha anche adottato una proposta per aggiornare la raccomandazione del Consiglio sui viaggi nell'UE da paesi non UE.
25 gennaio 2021
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