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“Escludere da equilibrio economico spese emergenza Covid non compensate”. Le richieste emendative delle Regioni al Milleproroghe
E ancora, dar slittare al 2022 le misure sulla mobilità sanitaria previste dalla manovra. Flessibilizzare l’uso delle risorse dell’incremento del fabbisogno sanitario nazionale standard. Possibilità di retribuire gli incarichi attribuiti al personale in pensione, per un periodo massimo di 12 mesi dalla data di collocamento in quiescenza considerando anche il grado di responsabilità che questo personale assumerà nella gestione dell’emergenza. Queste le proposte emendative per la sanità. GLI EMENDAMENTI
25 GEN - Dall'esclusione dall’equilibrio economico-finanziario le spese sostenute dalle Regioni per l'emergenza Covid non compensate, allo slittamento delle misure sulla mobilità sanitaria, fino alla flessibilizzazione sull'uso delle risorse del fabbisogno sanitario nazionale e la possibilità di retribuire gli incarichi al personale in pensione.
 
Questi alcuni degli emendamenti al Decreto Milleproroghe presentati dalle Regioni.
 
Si propone di prevedere l'esclusione dall’equilibrio economico-finanziario le spese sostenute dalle Regioni per l'emergenza Covid non compensate. Nella relazione si spiega infatti come le spese sostenute nell’emergenza pandemica da Covid-19 dalle Regioni e Province autonome a valere sul “Fondo Protezione Civile” nell’esercizio 2020, non sono state compensate con rispettive erogazioni causa incapienza del Fondo. La mancata erogazione dei rimborsi dovuti per le spese anticipate entro l’esercizio 2020, determina "una situazione di squilibrio economico-finanziario nella gestione sanitaria delle regioni incontenibile con entrate libere regionali stante il crollo delle entrate tributarie".
 
La proposta normativa, si spiega, è una soluzione “ponte” per non attivare in automatico provvedimenti compensativi quali  l'addizionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche e le maggiorazioni dell'aliquota dell'imposta regionale sulle attività produttive oltre che il divieto di effettuare spese non obbligatorie fino al 31 dicembre dell'anno successivo a quello di verifica, previsti per legge conseguenti alla registrazione di disavanzi. In ogni caso si sottolinea come "la questione necessita di una soluzione definitiva condivisa con il Governo per individuare le coperture finanziarie delle spese sostenute per l’emergenza".
 
E ancora, stante la situazione pandemica, le Regioni spiegano come in tema di mobilità sanitaria sia "difficile che il nuovo adempimento previsto possa essere assolto in tempi brevi". Il riferimento è alle misure previste dalla manovra. La possibilità di effettuare il riparto del Fsn 2021, "che è urgente e da effettuarsi possibilmente all’inizio dell’esercizio per la tempestiva programmazione degli interventi nel prossimo anno, è subordinato a tale adempimento. Si propone pertanto che l’adempimento previsto sia a decorrere dal 2022 in modo da non bloccare il riparto del Fsn 2021 e per avere un lasso di tempo congruo per la sottoscrizione degli accordi bilaterali tra le Regioni per il governo della mobilità sanitaria interregionale. Non vi sono oneri per la finanza pubblica".
 
Si propone poi una flessibilizzazione dell’uso delle risorse dell’incremento del fabbisogno sanitario nazionale standard previsto dalla legge 178/2020, a decorrere dal 1° luglio 2021. "Questo permette, nel rispetto delle risorse complessivamente assegnate, di garantire maggior flessibilità nell’utilizzo delle risorse comunque finalizzate ad assicurare la gestione dell’emergenza in sanità con tempestività. Attualmente le risorse sono vincolate a specifica destinazioneù2. Ad esempio, alcune risorse sono finalizzate a spese che potrebbe non essere possibile sostenere rispetto agli effettivi fabbisogni ad esempio:
• assunzione medici;
• assistenza familiare solo tramite assunzione infermieri, le risorse non sono utilizzabili per acquisti di servizi che rispondono al medesimo bisogno.
 
Infine, stante il protrarsi del contesto epidemiologico e l’urgenza di reperire personale di alta professionalità, si propone una deroga alla normativa per le sole aziende sanitarie e socio-sanitarie con la possibilità di "retribuire gli incarichi attribuiti a soggetti collocati in quiescenza successivamente alla data dell’incarico, per un periodo massimo di dodici mesi dalla data di collocamento in quiescenza considerando anche il grado di responsabilità che questo personale assumerà nella gestione dell’emergenza. Ovviamente il trattamento previdenziale è sospeso per le mensilità per cui l’incarico è retribuito".
25 gennaio 2021
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