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Proroga stato di emergenza. Conte risponde alle critiche: “Dal Governo nessun atteggiamento liberticida, grave dirlo e far passare idea che si torni al lockdown”. Anche la Camera approva proroga fino al 15 ottobre
Il premier è tornato questa mattina in Parlamento dopo le dichiarazioni di ieri in Senato. Oggi ha parlato alla Camera, dove ha relazionato sulla situazione Covid e replicato alle polemiche sollevate ieri sulla richiesta di proroga dello stato di emergenza:  "Se non si condivide la necessità di prorogare l'emergenza lo si dica in modo franco al governo, ma non si faccia confusione tra la popolazione, perché oggi sui social c'è qualche cittadino convinto che prorogare lo stato d'emergenza significhi rinnovare il lockdown dal primo agosto. Non è affatto così".
29 LUG - "La mia presenza qui dimostra la massima disponibilità del Governo a interloquire con il Parlamento e a tenere conto delle indicazioni che perverranno dalle Camere, con riferimento alla scelta di prorogare lo stato di emergenza, anche se questa scelta è da rimettere a una deliberazione del Consiglio dei ministri", così il premier Giuseppe Conte intervenuto questa mattina alla Camera dopo ile sue dichiarazioni di ieri al Senato.
 
"Come sapete, ieri c'è stata una risoluzione di maggioranza al Senato, che propone, come data di estensione dello stato di emergenza, il 15 ottobre. Preannuncio che il Governo, ovviamente, nel caso fosse confermata anche qui alla Camera (come avvenuto a fine seduta con l'approvazione della mozione di maggioranza, ndr.), si atterrà a questa indicazione anche temporale", ha detto Conte.
 
"Il Governo sta operando questa valutazione della necessità della proroga sulla base di mere istanze organizzative e operative e non certo perché si vuole fare un uso strumentale, come qualcuno si è spinto ad affermare, perché, ad esempio, si vuole assumere un atteggiamento liberticida, si vuole reprimere il dissenso, si vuole tenere la popolazione in uno stato di soggezione. Sono affermazioni gravi che non hanno nessuna corrispondenza nella realtà".
Conte ha poi rincarato la dose attaccando le fake news circolanti in queste ore sui social: "Se non si condivide la necessità di prorogare l'emergenza lo si dica in modo franco al governo, ma non si faccia confusione sulla popolazione, perché oggi sui social c'è qualche cittadino convinto che prorogare lo stato d'emergenza significhi rinnovare il lockdown dal primo agosto. Non è affatto così".
 
"Ricordo che la dichiarazione dello stato d'emergenza – e questa cosa, purtroppo, anche dal dibattito che c'è stato al Senato, da una parte almeno degli interventi, sembra ancora sfuggire - è prevista dal codice di Protezione civile, quindi, una fonte di rango primario di carattere generale, la cui legittimità, peraltro, è stata positivamente vagliata dalla Corte costituzionale. La dichiarazione dello stato di emergenza, come da previsione del codice di Protezione civile, costituisce il presupposto per l'attivazione di una serie di poteri e di facoltà necessaria per affrontare con efficacia e tempestività le situazioni emergenziali in atto e, in particolare, per fare intervenire il sistema della Protezione civile.
 
Tra questi poteri, infatti  - ha proseguito - quello certamente più intenso è il potere di ordinanza che è uno strumento fondamentale di cui, come sapete, dispone la Protezione civile proprio per realizzare interventi che, in assenza di quella specifica precondizione, non potrebbero essere attuati o quantomeno non attuati con analoga speditezza. Quel potere, infatti, consente di emanare norme in deroga a ogni disposizione vigente, nei limiti, ovviamente, e con le modalità indicati nella deliberazione dello stato di emergenza e nel rispetto sempre e comunque dei principi generali dell'ordinamento giuridico delle norme dell'Unione europea".
 
"Sarebbe incongruo - ha detto ancora Conte - sospendere l'efficacia delle misure adottate se non quando l'emergenza sia cessata. In Italia le dichiarazioni di stato di emergenza sono state finora 154. Negli casi precendenti si è trattato di calamità naturali come alluvioni e terremoti, fatti puntuali che hanno esaurito i loro effetti. Qui ci troviamo di fronte a una pandemia che non è ancora finita".
 
Quanto ai  provvedimenti che cesserebbero di avere effetto se si decidesse di non prorogare lo stato di emergenza: "Perderebbero efficacia misure come l'allestimento della gestione delle strutture temporanee per le persone risultate prositive, il reclutamento di personale sanitario a supporto di istituti penitenziari, il funzionamento dei numeri verdi per i cittadini, il pagamento dilazionato pensioni presso uffici postali, l'attribuzione all'Istituto superiore di Sanità della sorveglianza epidemiologica, il sistema Cross, ovvero la centrale operativa remota di soccorso sanitario che prevede il trasferimento di pazienti in altre regioni in caso di improvviso scoppio di focolai". 
 
"Con questa decisione il Governo persegue l'obiettivo di garantire continuità operativa alle strutture e agli organismi che stanno operando per il graduale ritorno alla normalità e che continuano a svolgere, ai più diversi livelli e nei più diversi ambiti, attività di assistenza e di sostegno in favore di ancora quanti subiscono gli effetti, diretti e indiretti che siano, di una pandemia che non si è ancora esaurita. Quindi, con questa decisione consentiamo di prorogare gli effetti di misure necessarie la cui efficacia sarebbe compromessa in caso di cessazione dello stato di emergenza", conclude il premier. 
 
Leggi intervento integrale del presidente del Consiglio.
29 luglio 2020
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