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Coronavirus. Sulla “Fase 2” Ministero della Salute e CTS invitano alla cautela. Improbabile fine lockdown dopo Pasqua
L'Italia potrebbe essere tra i primi Paesi dell'occidente ad uscire dal lockdown ma per farlo, hanno sottolineato gli scienziati, è necessario mantenere alto il livello di attenzione. Il virus continua a circolare in tutte le zone del Paese e il rischio di nuovi picchi è sempre dietro l'angolo. Una vera e proprio Fase 2 potrà prendere il via solo quando sarà concretamente pronto il piano sanitario in 5 punti proposto da Speranza: mascherine; rafforzamento delle reti sanitarie locali; Covid Hospital; tamponi e test sierologici su larga scala e strategie di contact tracing e teleassistenza
07 APR - Un invito a mantenere alto il livello di cautela anche per le prossime settimane. Questa l'indicazione di massima emersa oggi dalla videoconferenza tra il presidente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed i membri del Comitato tecnico-scientifico per l'emergenza coronavirus. Nessun balzo in avanti quindi per possibili riaperture e allentamento delle misure restrittive subito dopo la Pasqua, tranne forse per parziali e limitate aperture di specifiche attività produttive. Mentre per uscire dal vero e proprio lockdown del "tutti a casa" è molto probabile che bisognerà aspettare i primi di maggio.
 
Le indicazioni di massima sono chiare: l'Italia è stato il primo Paese dell'Occidente investito in maniera prepotente dal nuovo coronavirus. Ed è stato sempre il primo Paese ad adottare quelle misure "draconiane" che, negli ultimi giorni, sembra stiano iniziando a dare i primi risultati. Come infatti confermato oggi alla conferenza stampa delle 18 alla Protezione civile dal direttore Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, Gianni Rezza, "dopo una fase di plateau, sembra esserci una discesa nel numero di nuovi casi. Siamo cauti ma sembra che la curva finalmente sembra flettersi in basso".
 
L'Italia potrebbe quindi essere tra i primi Paesi dell'occidente ad uscire dal lockdown, ma per farlo, hanno sottolineato gli scienziati, è necessario mantenere alto il livello di attenzione. Il virus continua a circolare in tutte le zone del Paese ed il rischio di nuovi picchi è sempre dietro l'angolo.
 
Sembrano escluse possibili aperture scaglionate per aree geografiche. È stato sempre Rezza a spiegare oggi come questa ipotesi abbia diversi punti deboli. Se, infatti, si decidesse di allentare le misure al Centro-Sud, nelle aree ad oggi meno colpite dal virus, sarebbe alto il rischio di vanificare gli effetti del lockdown e permettere così una più intensa circolazione anche in queste zone. Di contro, paradossalmente il Nord potrebbe avere sviluppato in questi mesi una maggiore immunità di gregge. Ma sarebbe altrettanto azzardato rischiare nuovi picchi proprio ora che inizia ad allentarsi la pressione negli ospedali.
 
Da quanto si apprende, una vera e proprio Fase 2 potrà prendere il via solo quando, oltre alla conferma della discesa stabile e consistente delle curve, sarà concretamente pronto il piano sanitario in 5 punti proposto dal ministro della Salute Roberto Speranza: mascherine e scrupoloso distanziamento sociale nei luoghi di vita e di lavoro; rafforzamento delle reti sanitarie locali; Covid Hospital; tamponi e test sierologici su larga scala, una volta che questi ultimi verranno validati; e strategie di contact tracing e di teleassistenza con l’utilizzo delle nuove tecnologie.
 
Senza questi presupposti, fanno intendere da CTS e Ministero della Salute, il rischio sarebbe quello di vanificare i sacrifici fatti fino ad oggi e rimpiombare in un incubo peggiore di quello che abbiamo già vissuto nell'ultimo mese. 
 
Giovanni Rodriquez
07 aprile 2020
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