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Coronavirus. Cnel: “Emettere Btp per famiglie per finanziare Ssn”
“La crisi epidemiologica in corso evidenzia l’inequivocabile inadeguatezza del numero di medici in Italia rispetto alle esigenze del Ssn, che va superata attraverso misure strutturali in grado di garantire la formazione, più snella e rapida mantenendo standard di qualità elevati nonché l’eliminazione del numero chiuso per l’accesso al corso di laurea. Il decreto appare tempestivo e proporzionato". Così il Cnel nella memoria inviata oggi al Senato per l'esame del decreto sul potenziamento del Ssn.
25 MAR - “L’insieme di meccanismi derogatori messi in moto per l’emergenza sanitaria non sia limitato alla fase emergenziale. E’ indispensabile che le attivazioni di nuove opere necessarie per il contenimento dell’epidemia, come ad esempio, strutture di accoglienza, avvengano nel rispetto della normativa sulla sicurezza sul lavoro e di tutte le leggi vigenti”.
 
E’ quanto scrive il presidente del Cnel Tiziano Treu nella memoria inviata oggi al Senato sul ddl di conversione in legge del decreto n. 18/2020 relativo a “Misure di potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza Epidemiologica da covid-19”.
 
“La crisi epidemiologica in corso evidenzia l’inequivocabile inadeguatezza del numero di medici in Italia rispetto alle esigenze del Ssn, che va superata attraverso misure strutturali in grado di garantire la formazione, più snella e rapida mantenendo standard di qualità elevati nonché l’eliminazione del numero chiuso per l’accesso al corso di laurea. Il decreto-legge appare nell’insieme tempestivo e proporzionato nella dimensione e nell’articolazione degli interventi, almeno nell’immediato”, si legge nel documento Cnel.
 
“L’Italia ha le risorse, economiche e morali, per superare anche da sola questa terribile situazione pandemica. Potrebbe, per esempio, avviare l’emissione di titoli di Stato a lunga scadenza per finanziare il Sistema Sanitario Nazionale, mirati alle esigenze delle famiglie, come accadde nel 2012 (Buono Italia), con titoli di piccolo taglio (1000 euro), che sarebbero certamente bene accolti dagli italiani - aggiunge il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro - La posizione finanziaria dell’Italia è più solida di quanto non siamo abituati a ritenere. L’Italia è l’unico Paese dell’Unione che ha conseguito ininterrottamente per 29 anni un avanzo primario nel suo bilancio pubblico, com’è emerso dalla ricerca “Ricchezza delle famiglie e delle società non finanziarie italiane 2005-2017” della Banca d’Italia e l’Istat. È necessario pensare ad una sorta di garanzia pubblica sui debiti che stanno maturando le imprese per uscire dalla crisi nonché sostenere il credito per garantire un flusso certo di liquidità destinato al sistema produttivo. Servono più aiuti per le famiglie e tutele più significative e adatte per i lavoratori autonomi, poi politiche di sostegno alla genitorialità e alla conciliazione vita lavoro, nuove regole per ammortizzatori sociali universalistici diversi dal reddito di cittadinanza. I lavoratori domestici rischiano di restare senza lavoro e senza strumenti di sostegno al reddito”.
 
Sul fronte scolastico, invece, l’emergenza epidemiologica può costituire l’avvio di un processo di recupero della impreparazione del mondo della scuola all’avvio della didattica generalizzata a distanza e colmare le enormi differenze esistenti sul territorio. 
 
“La crisi pandemica ha messo in evidenza i costi che l’Italia ha sopportato per una pluridecennale austerità che, attraverso il blocco del turnover nelle pubbliche amministrazioni, ha condotto a una riduzione di oltre 500mila lavoratori rispetto all’inizio del secolo, scendendo a un numero di lavoratori pubblici pari a 4.6 per ogni 100 abitanti, ben al di sotto della media europea. Non si tratta di vuoti in organico che riguardano solo il Sistema Sanitario Nazionale. Pensiamo allo sforzo che in questi giorni devono fare le prefetture, dove da anni gli uffici vengono retti da dirigenti in numero strutturalmente insufficiente. Pensiamo agli enti locali, dove mancano i segretari comunali, ragionieri, geometri, assistenti sociali. Pensiamo ai provveditorati alle opere pubbliche dove si sono impoveriti gli organici di ingegneri, architetti, geometri. Pensiamo alla scuola e all’intero sistema dell’istruzione. Sarà dunque necessario un programma di vasta portata per una leva generale di giovani da immettere nelle pubbliche amministrazioni, con procedure ordinarie più snelle delle attuali”, sottolinea Treu.
 
Il Cnel, nell’ambito delle sue prerogative costituzionali, invierà ogni 15 giorni al Parlamento e al Governo un aggiornamento della tabella sinottica con le proposte di tutte le organizzazioni sociali e produttive rappresentate in Consiglio. 
25 marzo 2020
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