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Antibioticoresistenza. La Camera approva all’unanimità la mozione Mandelli: “Se non affrontiamo il tema con tutto il nostro impegno, rischiamo un balzo all’indietro di quasi un secolo nella tutela della salute”
Via libera dall'Aula di Montecitorio questa mattina al testo illustrato nella giornata di ieri. Più risorse per la ricerca, potenziare le iniziative volte a proteggere il consumatore dai rischi derivanti dall'utilizzo degli antibiotici nella filiera alimentare, promuovere le buone pratiche per il controllo delle infezioni ospedaliere, realizzazione di specifici percorsi formativi per i medici, i farmacisti e gli altri professionisti sanitari. Questi alcuni dei punti contenuti nella mozione. IL TESTO
12 FEB - Consenso trasversale unanime alla Camera per la mozione presentata dall’Onorevole Andrea Mandelli, presidente della FOFI, che impegna il Governo a un rinnovato impegno nella lotta al fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Alla Mozione Mandelli, presentata già nelle prime ore di questa legislatura, se ne sono poi aggiunte altre di rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione, anch’esse approvate nel corso della seduta dell’Assemblea di Montecitorio di questa mattina.
 
Nel suo intervento, Andrea Mandelli ha esordito rifacendosi all’attualità di queste ore: “Il dramma che sta vivendo tutto il mondo per la diffusione del Coronavirus, per il quale non esistono ancora trattamenti specifici, rende l’idea della situazione a cui potremmo andare incontro se non si interviene in modo massiccio su un’emergenza ancora troppo trascurata, cioè il crescere del fenomeno delle resistenze batteriche, che rischia di rendere non trattabili migliaia di malattie infettive con gli antibiotici oggi disponibili”.
 
Un’emergenza globale che interessa indiscriminatamente paesi emergenti e paesi industrializzati, “dalla quale l’Europa e l’Italia sono toccati direttamente: i dati più recenti pubblicati da Lancet Infectious diseases nel gennaio 2019 stimano in oltre 670 mila le infezioni dovute ogni anno a batteri resistenti, e in oltre 33.000 i decessi, un terzo dei quali in Italia. Siamo con la Grecia il paese in cui maggiore è l’impatto di questo problema”.
 
Una situazione che se dovesse protrarsi condurrebbe entro il 2050 a un numero di decessi/anno per infezioni supportate da batteri resistenti superiore a 10 milioni, più di quelli dovuti al cancro e alle malattie cardiovascolari.
 
Mandelli ha riconosciuto il valore delle iniziative condotte finora: l’adesione al sistema di sorveglianza delle resistenze batteriche dell’OMS, il GLASS, e l’adozione del Piano Nazionale di Contrasto dell'Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2017- 2020, ma ha invitato a intensificare questa azione: ”La rete di sorveglianza, AR-ISS, è stata effettivamente potenziata con l’aggiornamento del Piano del 2009, ma ancora non ha una copertura nazionale completa: oggi siamo al 36% e non può essere sufficiente. Se non vogliamo che il PNCAR resti un ottimo progetto soltanto teorico occorre investire”, dunque, in formazione degli operatori sanitari, per promuovere l’appropriatezza, in educazione dei cittadini al corretto uso degli antibiotici e in ricerca.
 
L’approccio deve essere coerente con il concetto “One Health” indicato dalla comunità scientifica, cioè implementando l’uso prudente degli antibatterici tanto nell’uomo quanto nell’animale, e “occorre potenziare le strutture del Servizio sanitario dedicate a questo settore, occorre aumentare la sorveglianza dell’impiego nell’animale da produzione e nell’agricoltura” settori nei quali il monitoraggio dei consumi di questi farmaci va portato allo stesso livello di quello attuato per l’impiego nella cura delle persone.
 
E’ indispensabile un’azione più forte per informare il cittadino sui limiti che si devono rispettare nell’uso degli antibiotici, sulla pericolosità per il singolo e per la collettività dell’autoprescrizione di questi farmaci, al di fuori delle indicazioni e soprattutto delle reali necessità. Ma bisogna anche investire nelle strutture del servizio sanitario dedicate alle attività legate all’AMR e mettere a sistema tutte le reti esistenti nell’opera di sorveglianza e disseminazione dei comportamenti corretti, ”medici, infermieri e la rete delle farmacie che era previsto dovessero partecipare entro il 2018 ad attività di monitoraggio ed educazione sanitaria”.
 
E l’altro grande capitolo è quello dell’introduzione di principi attivi: “Occorre stimolare la ricerca di nuovi antibatterici, e l’implementazione di nuove strategie per il contrasto dei germi patogeni, attraverso sinergie tra ricerca pubblica e privata e attraverso meccanismi di premialità, oggi allo studio, per esempio, in Gran Bretagna. La ricerca va sostenuta!”
 
Chiarissima la conclusione di Andrea Mandelli: “Se non affrontiamo con tutto il nostro impegno il tema delle resistenze batteriche rischiamo un balzo all’indietro di quasi un secolo nella tutela della salute, il ritorno a quando chi contraeva una polmonite aveva soltanto il 50% di possibilità di sopravvivere. Una tragedia che dobbiamo, e possiamo, evitare assolutamente”. 

 
Ecco gli 8 punti sui quali la mozione Mandelli impegna il Governo:
1) ad assumere iniziative per destinare maggiori risorse finanziarie alle strutture pubbliche di ricerca e ai concorsi pubblici, finalizzati allo studio di nuove molecole ad attività antibatterica o di associazioni di molecole già note o di strategie terapeutiche innovative mirate al superamento dell'antibiotico-resistenza dei ceppi batterici, causa di infezioni;

2) tenuto conto della scarsa redditività della ricerca in antibioticoterapia, ad assumere iniziative per prevedere forme di sostegno per la ricerca in questo settore;

3) nel campo della sicurezza alimentare, a potenziare, con il sostegno dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare, le iniziative volte a proteggere il consumatore dai rischi derivanti dall'utilizzo degli antibiotici nella filiera alimentare, attuando le migliori misure di controllo per ridurre i rischi di insorgenza della resistenza agli antimicrobici nella stessa catena alimentare;

4) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, per migliorare le condizioni igieniche in tutti gli ambiti, promuovere le buone pratiche per il controllo delle infezioni ospedaliere e sottolineare presso il pubblico l'importanza delle misure di igiene personale, a cominciare dal lavarsi le mani, che sono la base per evitare il diffondersi delle infezioni nei Paesi dell'Occidente industrializzato, come in quelli in via di sviluppo;

5) tenuto conto del fatto che l'uso inappropriato degli antibiotici ed il loro eccessivo consumo è alla base del diffondersi dell'antibiotico-resistenza, a promuovere la ricerca nel settore dei test rapidi che permettano di individuare la natura e l'origine delle infezioni, così da impiegare gli antibiotici solo quando effettivamente necessari e nel modo più mirato possibile;

6) a promuovere, per quanto di competenza, la realizzazione di specifici percorsi formativi per i medici, i farmacisti e gli altri professionisti sanitari coinvolti, incentrati sulle strategie di prevenzione delle resistenze, affinché acquisiscano le modalità più efficaci per sensibilizzare, anche attraverso campagne di educazione sanitaria, i pazienti sull'uso sicuro degli antibiotici, con particolare riguardo all'assunzione corretta, al rispetto di dosi e orari e alla pericolosità della conservazione di eventuali rimanenze del farmaco;

7) ad assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a prevedere l'istituzione di osservatori a livello territoriale, con riferimento alle resistenze dei batteri responsabili di infezioni extra-ospedaliere con il coinvolgimento dei laboratori di microbiologia accreditati sul territorio;

8) ad adottare iniziative per prevedere negli allevamenti controlli da parte delle autorità competenti finalizzati a scoraggiare il ricorso agli antibiotici come additivi promotori della crescita animale.
12 febbraio 2020
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