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Maratona Patto per la Salute. Dai farmaci innovativi sul territorio alla nuova remunerazione, fino alla alla lotta all’antibiotico resistenza. Ecco le priorità della Fofi
"Ho chiesto al ministro della Salute di far tornare i farmaci innovativi sul territorio valutando una nuova remunerazione. Ho poi parlato di nuove forme di occupazione per i farmacisti e dell'importanza della prevenzione e del ruolo chiave che, in questo senso, potrebbero svolgere i farmacisti italiani". Così il presidente Fofi, Andrea Mandelli, audito oggi per il nuovo Patto per la salute.
09 LUG - "Per la professione penso sia necessario tornare in possesso dei farmaci innovativi. Siamo rimasti esclusi dall'innovazione non per demeriti professionali ma solo per una scelta economica di distribuzione del farmaco. Ho chiesto al Ministro della Salute Giulia Grillo di far tornare i farmaci innovativi sul territorio valutando una nuova remunerazione. Ho chiesto inoltre di valutare nuove forme di occupazione per i farmacisti che sono indispensabili all'interno del Ssn. Ho poi voluto ricordare quanto sia importante la prevenzione e quanto possa essere fondamentale in tal senso il ruolo dei farmacisti. Serve un piano nazionale di prevenzione che in questo momento non c'è. Ho poi sottolineato come sia necessario implementare il dossier farmaceutico e mettere in contatto tutti i professionisti della salute su un'autostrada digitale che metta il paziente al centro. E, per ultimo, ho voluto ricordare quanto sia importante che l'Italia partecipi a quella battaglia di civilità mondiale contro l'antibiotico resistenza".
 
Così il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, oggi a margine dell'incontro al Ministero della Salute per la stesura del nuovo Patto per la Salute.
 
Questi i punti principali del documento presentato oggi dalla Federazione:
 
 
GOVERNANCE FARMACEUTICA E DEI DISPOSITIVI MEDICI
In relazione ai farmaci innovativi, sarebbe utile prevedere che la dispensazione dei farmaci innovativi avvenga tramite le farmacie secondo le modalità di cui all’articolo 8, comma 1, lettera a, del D.L. n. 347/2001, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 405/2001, ovvero mediante la stipula di accordi con le associazioni sindacali delle farmacie, pubbliche e private, per consentire l’accesso ai medicinali che richiedono un controllo ricorrente del paziente anche presso le predette farmacie, con le medesime modalità previste per la distribuzione attraverso le strutture aziendali del Servizio sanitario nazionale, da definirsi in sede di convenzione regionale.
 
La farmacia, infatti, rappresenta un canale di distribuzione adeguatamente controllato capace di garantire una notevole sicurezza nella gestione del farmaco e delle terapie grazie alle elevate competenze dei professionisti che vi esercitano tenuti anche ad aggiornarsi costantemente.
 
La dispensazione dei farmaci innovativi da parte delle farmacie consentirebbe, inoltre, una loro distribuzione più capillare su tutto il territorio nazionale e, dunque, un accesso più ampio alle cure da parte dei pazienti.
 
Conseguentemente, la Federazione degli Ordini auspica l’introduzione di un nuovo metodo di remunerazione che valorizzi la prestazione professionale del farmacista sia con riferimento all’atto della dispensazione sia riguardo agli altri servizi cognitivi resi al paziente, con specifico riferimento alla presa in carico dello stesso per l’aderenza alle terapie farmacologiche.
 
 
NUOVI SBOCCHI PROFESSIONALI
È necessario affrontare l’attuale crisi occupazionale, cercando nuovi sbocchi professionali per il farmacista.
 
In una fase critica come quella attuale del SSN è fondamentale mettere al servizio dei cittadini un sistema sanitario territoriale efficiente, nel quale le farmacie di comunità possano garantire sempre di più universalità ed equità di accesso, qualità delle cure e buon governo della spesa.
 
Di certo, l’ingresso delle società di capitali ha aperto la strada alla creazione di oligopoli, con una forte prevalenza degli obiettivi di profitto e di mercato e con conseguenze negative per la qualità del servizio reso alla popolazione, inaugurando un percorso differente rispetto a quello ideato dai farmacisti professionisti, attenti alle esigenze del paziente.
 
PIANO NAZIONALE DI PREVENZIONE (PNP)
Si propone di prevedere la redazione del Piano nazionale della prevenzione (PNP), documento strategico di programmazione e di governo della prevenzione e promozione della salute in Italia, che deve perseguire i seguenti macro obiettivi:
- promuovere la salute e prevenire le malattie croniche non trasmissibili;
- prevenire e ridurre i danni delle dipendenze da sostanze e comportamenti;
- prevenire incidenti stradali e domestici e ridurre la gravità degli esiti;
- prevenire infortuni e incidenti sul lavoro e ridurre la gravità degli esiti;
- prevenire le malattie professionali e ridurre la gravità degli esiti;
- prevenire morti premature, malattie e diseguaglianze dipendenti da inquinamento e peggioramento delle condizioni ambientali;
- prevenire e controllare le malattie infettive prioritarie.
Per quanto riguarda la promozione della salute, un contributo fondamentale alla realizzazione degli obiettivi di prevenzione può derivare dal ruolo svolto dalle farmacie di comunità.
 
Infatti, tenuto conto delle competenze professionali del farmacista, nonché della presenza capillare delle farmacie sull’intero territorio nazionale, il nuovo modello della farmacia dei servizi, delineato dalla L. 69/2009 e dai relativi decreti attuativi, può garantire un’efficace azione di orientamento ed educazione sanitaria, anche mediante la realizzazione di specifiche campagne di screening ed attività di prevenzione.
 
Inoltre, attraverso la presa in carico del paziente, il farmacista è in grado di assicurare l’aderenza alla terapia farmacologica, con benefici in termini di salute per lo stesso, nonché in termini economici per i risparmi che tale prestazione è in grado di assicurare al SSN.
 
FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO (FSE)
Andrebbe, altresì, valorizzato il tema del Fascicolo sanitario elettronico, favorendone la sua concreta attuazione.
 
Per quanto concerne il Dossier Farmaceutico, apposita sezione del FSE, sebbene l’articolo 12 della L. n. 221/2012 attribuisca espressamente al farmacista la possibilità di aggiornare lo stesso, il disciplinare tecnico, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 settembre 2015, n. 178, impedisce la concreta applicazione della suddetta previsione, limitando l’attività del farmacista, di fatto, alla mera consultazione dei dati anagrafici, prescrittivi e di quelli sul consenso e, ammettendo, esclusivamente per questi ultimi, anche l’attività di scrittura.
 
Nell’ambito della digitalizzazione dei servizi sanitari ed allo scopo di favorire il processo di integrazione e lo scambio di informazioni tra i professionisti della salute, si propone, pertanto, di implementare tale importante strumento operativo, consentendo anche al farmacista, soggetto abilitato alla consultazione e alimentazione del FSE, l’accesso ai dati clinici del paziente.
 
Il dossier farmaceutico, è, infatti, il solo modo per far sì che sia possibile ricostruire la storia farmacologica del paziente, rendendola disponibile sia al medico curante, sia allo specialista sia al farmacista ed è uno strumento per mettere realmente in rete i professionisti della salute che operano sul territorio.
 
ANTIMICROBICO RESISTENZA
Lo Stato e le Regioni devono impegnarsi a rafforzare una visione di salute pubblica in un’ottica “One Health”, vale a dire che consideri la salute umana e la salute degli animali come interdipendenti e legati alla salute degli ecosistemi in cui sono contestualizzati, proseguendo l’approccio storicamente adottato nel nostro Paese e assunto dalle organizzazioni internazionali OMS, OIE e FAO.
 
Una delle aree in cui tale approccio “One Health” assume maggiore rilevanza è quello relativo alla resistenza agli antibiotici.
 
Come è noto, una delle più importanti minacce per la sanità pubblica e per i sistemi sanitari a livello globale è rappresentata dall’antimicrobico-resistenza. Si tratta, infatti, di una delle grandi sfide della salute del futuro e per tale motivo l’Italia deve partecipare alla lotta contro la resistenza agli antibiotici.
 
Il tema dell’antimicrobico resistenza è stato incomprensibilmente espunto dai contenuti del documento in esame.
 
In proposito, si sottolinea – come, d’altra parte, evidenziato dallo stesso Ministero della salute, che coordina il Tavolo sull’antimicrobico-resistenza al quale partecipa anche la Federazione – l’importanza fondamentale di tale tematica e la conseguente necessità di un suo recupero all’interno del Patto per la salute, anche in linea con le indicazioni provenienti dall’Unione Europea.
09 luglio 2019
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