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Nomina Dg Asl Umbria. Grillo: “Anche con organi deligittimati, Ministero non ha facoltà di intervento sostitutivo. Riflettiamo su riforma governance”
"Lo stesso mio coinvolgimento, quale Ministro della salute, nella individuazione di un commissario per l'azienda ospedaliera di Perugia è avvenuto solo sulla base del principio di leale collaborazione tra istituzioni, senza tuttavia che esista nel nostro ordinamento giuridico una regolamentazione puntuale e adeguata rispetto a fatti di così evidente gravità". Così il ministro della Salute, oggi al Senato, rispondendo al question time presentato da Briziarelli (Lega).
20 GIU - "Rispetto ai gravissimi fatti evidenziati dall'indagine della magistratura in merito alla gestione di alcune assunzioni nella sanità umbra, devo affermare, non senza dispiacere, che le regole attuali non consentono alcun intervento - per così dire - 'sostitutivo' del Ministro della salute o in generale del Governo, al fine di surrogare una prerogativa - quella della nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie - che rimane in ogni caso attribuita alla Regione; e ciò - voglio dirlo ancora una volta - quand'anche gli organi di quella Regione risultino obiettivamente delegittimati da vicende gravissime, quali quelle che sono avvenute. Peraltro, va detto che attualmente una riflessione articolata sulla riforma dell'intera governance delle aziende sanitarie è in corso presso la Commissione di merito di questo ramo del Parlamento".

Così il ministro della Salute Giulia Grillo è intervenuta oggi al Senato per rispondere al question time presentato da Luca Briziarelli (Lega), proprio sul tema nomina dei dirigenti delle aziende sanitarie dell'Umbria.
 
La risposta integrale del Ministro Grillo: 
 
"Ringrazio davvero gli onorevoli interroganti, perché mi consentono di fare chiarezza su di un aspetto che io per prima ritengo paradossale e che - mi rendo conto - è molto difficile da comprendere per i "non addetti ai lavori".
I gravissimi fatti evidenziati dall'indagine della magistratura in merito alla gestione di alcune assunzioni nella sanità umbra, oltre a scoperchiare un quadro di malaffare che si fa fatica solo a immaginare, hanno anche messo in rilievo - a mio avviso - i limiti del quadro delle competenze e delle responsabilità che caratterizzano tuttora la governance del nostro sistema sanitario.

È davvero assai difficile dare una spiegazione alla circostanza per la quale, pure a fronte di responsabilità personali e politiche apparse subito come evidenti (tanto da spingere il Presidente della Regione alle dimissioni), il nostro sistema non preveda un meccanismo tale da sottrarre a quell'organo la prerogativa di effettuare le nomine delle aziende sanitarie eventualmente in scadenza.

Ma vi è di più: lo stesso mio coinvolgimento, quale Ministro della salute, nella individuazione di un commissario per l'azienda ospedaliera di Perugia, cui si fa riferimento nell'interrogazione, è avvenuto - devo precisarlo - solo sulla base del principio di leale collaborazione tra istituzioni, favorevolmente accolta dal Presidente della Regione, senza tuttavia che esista nel nostro ordinamento giuridico una regolamentazione puntuale e adeguata rispetto a fatti di così evidente gravità. E ribadisco la mia disponibilità, qualora mi dovesse essere richiesto, a fornire la medesima collaborazione anche per le nomine di cui è oggetto la presente interrogazione.

In definitiva, per rispondere allo specifico quesito postomi, devo affermare, non senza dispiacere, che le regole attuali non consentono alcun intervento - per così dire - "sostitutivo" del Ministro della salute o in generale del Governo, al fine di surrogare una prerogativa - quella della nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie - che rimane in ogni caso attribuita alla Regione; e ciò - voglio dirlo ancora una volta - quand'anche gli organi di quella Regione risultino obiettivamente delegittimati da vicende gravissime, quali quelle che sono avvenute - come tutti noi sappiamo - in Umbria. Peraltro, va detto che attualmente una riflessione articolata sulla riforma dell'intera governance delle aziende sanitarie è in corso presso la Commissione di merito di questo ramo del Parlamento.

Voglio comunque precisare che modifiche del quadro normativo come questa, che incidono obiettivamente sulle prerogative regionali, potranno essere affrontate - il mio auspicio è questo - anche nell'ambito del percorso di proficua collaborazione già intrapreso con le Regioni nell'ambito della definizione del nuovo Patto per la salute, i cui lavori sono tuttora in corso".
 
In sede di replica, Briziarelli (Lega) si è dichiarato pienamente soddisfatto per la risposta. “In primo luogo per la franchezza che ha contraddistinto la risposta e che la dice lunga su quale sia l'approccio, tanto per la Lega che per i 5 Stelle, di un Governo del cambiamento, nei fatti. Credo che la franchezza sia fondamentale.Su questo io auspico un intervento, anche perché credo che ogni cittadino abbia il diritto di trovarsi di fronte un medico scelto sulla base delle proprie qualità, del proprio studio e dell'approfondimento fatto e non per altri motivi, da soggetti che si muovono in maniera diversa, come abbiamo visto accadere in Umbria.
 
In secondo luogo, desidero ringraziare il Ministro per la disponibilità manifestata, tanto nel caso citato che in questo momento. Noi auspichiamo che da parte del facente funzioni ci sia la volontà e l'umiltà di rimettersi a un confronto con il Ministero, tenuto conto che quello che è stato dimostrato finora ed è conclamato - basta venire in Umbria per riscontrarlo - la dice lunga. Un po' di umiltà, almeno per questi ultimi quattro mesi, per non fare danni successivamente, sarebbe auspicabile.

Da ultimo, relativamente al processo in corso a livello legislativo qui al Senato, l'auspicio è che, al di là dei meccanismi di individuazione, si prenda in esame la possibilità di meccanismi automatici che possano entrare in funzione quando, come nel caso dell'Umbria, si va allo scioglimento di un Consiglio regionale, affinché chi c'è, anche per poco, non possa magari avere la tentazione di svolgere scelte non corrette e non trasparenti, perché - come diceva Andreotti - a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca".
20 giugno 2019
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