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Carenza medici. Bartolazzi (Sott. Salute): “Con Dl Calabria immettiamo il prima possibile i giovani professionisti nel Ssn”
"Nella consapevolezza della necessità di far fronte a tale fuoriuscita di medici specialisti dal Ssn si è ritenuto indispensabile assicurare, oltre al reperimento di risorse aggiuntive da destinare alla formazione specialistica, l'adozione di ulteriori specifiche misure per ovviare al fenomeno dei concorsi che vanno deserti, soprattutto con riguardo ad alcune specialità". Così il sottosegretario alla Salute ha risposto ieri all'interrogazione di Troiano (M5S).
07 GIU - "Per far fronte a tale fuoriuscita di medici specialisti dal Ssn– invero già prevedibile da anni – si è ritenuto indispensabile assicurare, oltre al reperimento di risorse aggiuntive da destinare alla formazione specialistica, l'adozione di ulteriori specifiche misure per ovviare al fenomeno dei concorsi che vanno deserti, soprattutto con riguardo ad alcune specialità. Proprio in questi giorni il Parlamento, in sede di conversione del decreto Calabria, ha approvato un emendamento che consente agli specializzandi del quarto anno di corso non solo di poter partecipare ai concorsi, ma anche di essere assunti da subito. L'obiettivo è quello di immettere il prima possibile i giovani professionisti nel Servizio sanitario nazionale".
 
Così il sottosegretario alla Salute, Armando Bartolazzi, ha risposto ieri in Commissione Affari Sociali all'interrogazione sulle dotazioni organiche del Servizio sanitario nazionale, presentata da Francesca Troiano (M5S).
 
Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Batolazzi:
 
"In considerazione dei tempi concessi, eviterò di ricordare le misure concrete che questo Governo ha già adottato – e che sono ben note ai componenti di questa Commissione – al fine di cominciare ad invertire una tendenza, pericolosamente sottovalutata da chi ci ha preceduto, che sta determinando un gravissimo svuotamento delle professionalità operanti nel SSN.
 
Mi limito solo a precisare che, per contrastare il cosiddetto «imbuto formativo», questo Governo ha ritenuto di dover investire anche sull'accesso al corso di formazione specifica in medicina generale, che costituisce l'altra strada che è possibile intraprendere per poter entrare a pieno titolo nel Servizio sanitario nazionale.
Tanto premesso e venendo alla specifica questione sollevata dagli Onorevoli interroganti in merito ai dati ufficiali che consentano di effettuare proiezioni attendibili circa l'andamento della dotazione organica degli operatori del SSN, si ritiene doveroso fornire una precisazione sulle statistiche internazionali citate nel testo dell'atto ispettivo. 
 
Nel confrontare i dati riferiti al numero di professionisti sanitari che esercitano nei vari Paesi UE è necessario, infatti, entrare nel merito delle definizioni e delle classificazioni utilizzate dai distinti organismi internazionali. 
Le statistiche attualmente esistenti vengono, infatti, elaborate in base a tre distinte tipologie di «status» del professionista sanitario: licensed (abilitato all'esercizio della professione), professionally active (il cui titolo di studio è prerequisito per l'accesso alla professione esercitata) e practising (che presta servizio a diretto contatto con i pazienti). 
 
Peraltro, occorre tener conto che il numero di professionisti operanti in un Paese è strettamente correlato alla specifica organizzazione dei servizi e del sistema sanitario di quel Paese. In sintesi: qualsiasi confronto inerente il numero di professionisti sanitari operanti in Paesi diversi andrebbe contestualizzato e un raffronto con la sola media calcolata nei Paesi UE rappresenta un'indicazione di massima che non può costituire il solo metro di valutazione dell'efficienza e della qualità di un sistema sanitario nazionale. 
Per quanto riguarda l'Italia, va detto che l'unica fonte ufficiale relativa ai medici impiegati presso le strutture sanitarie del SSN è il Conto annuale: una rilevazione, effettuata dalla Ragioneria generale dello Stato, che raccoglie le informazioni relative alla struttura ed alle caratteristiche del personale dipendente di tutte le aziende sanitarie pubbliche, fornendo, dunque, una accurata ed oggettiva fotografia della reale situazione del personale del SSN. 
 
Con riferimento all'anno 2017, ultimo disponibile, la rilevazione evidenzia, in effetti, un contingente importante (pari a oltre 47.000 professionisti) inseriti nelle classi di età 55-59 e 60-64, che sono quelle che comprendono i medici che raggiungeranno i requisiti per il pensionamento nei prossimi anni. 
Nel riservarmi di lasciare agli atti della seduta la tabella con il dettaglio dei dati richiesti, desidero ribadire che proprio nella consapevolezza della necessità di far fronte a tale fuoriuscita di medici specialisti dal SSN – invero già prevedibile da anni – si è ritenuto indispensabile assicurare, oltre al reperimento di risorse aggiuntive da destinare alla formazione specialistica, l'adozione di ulteriori specifiche misure per ovviare al fenomeno dei concorsi che vanno deserti, soprattutto con riguardo ad alcune specialità. 

E così, mi piace ricordare che proprio in questi giorni il Parlamento, in sede di conversione del decreto-legge n. 35 del 2019, ha approvato un emendamento che consente agli specializzandi del quarto anno di corso (pertanto per i corsi di durata quinquennale già dal penultimo anno di corso) non solo di poter partecipare ai concorsi, ma anche di essere assunti da subito, con contratti a tempo determinato, mentre completano la formazione specialistica. L'obiettivo di tali disposizioni è, infatti, quello di immettere il prima possibile i giovani professionisti nel Servizio sanitario nazionale, evitando che i tempi tecnici intercorrenti tra il conseguimento del diploma di specializzazione e la pubblicazione dei bandi di concorso, possano determinare una «dispersione» degli specialisti stessi, che – a quanto risulta – sono sempre più attratti dalle strutture private".
 

 
 
Fabiola Bologna (M5S), replicando in qualità di cofirmataria dell'interrogazione in titolo, si è dichiarata soddisfatta della risposta. Rileva come l'attuale Governo abbia saputo introdurre misure straordinarie per sopperire al problema della carenza di medici, frutto di una inadeguata programmazione avvenuta nel passato, con provvedimenti quali lo sblocco del turn-over, l'incremento delle borse di specializzazione, la possibilità di assumere specializzandi iscritti all'ultimo anno del relativo corso. Segnala che, per il futuro, è necessaria una programmazione dei fabbisogni, favorendo il rapido ingresso degli specializzandi nel mondo del lavoro, ed evitando così di ricorrere a soluzioni di emergenza quale l'utilizzo dei pensionati. Reputa, infatti, necessario assicurare la qualità della formazione e un corretto ricambio generazionale al fine di ridare dignità e rispetto alla professione sanitaria.
07 giugno 2019
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