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Milleproroghe. La maggioranza M5S - Lega pone la sua prima questione di fiducia alla Camera. Insorge l’opposizione
La discussione sul provvedimento è ripresa questa mattina. Dall'opposizione presentati 800 emendamenti. Da qui la decisione della maggioranza giallo-verde di porre la questione di fiducia. Richiesta stigmatizzata dal Pd che ha provato a ritirare i propri emendamenti pur di far proseguire il dibattito. Nonostante l'apertura dell'opposizione, l'Aula ha approvato la richiesta del M5S di chiudere anticipatamente la discussione generale. Bagarre tra maggioranza e opposizione su legittimità procedura fiducia.
12 SET - La maggioranza chiede la fiducia sul decreto Milleproroghe. "Chiedo la chiusura del dibattimento per dare al Senato il tempo utile per valutare le parti modificate dalla Camera", spiega Cosimo Adelizzi del Movimento Cinque Stelle. Ricordiamo che il decreto dovrà essere convertito entro il prossimo 23 settembre ed il testo, con le modifiche approvate da Montecitorio, inclusa quella sull'autocertificazione per i vaccini per l'anno scolastico ormai in corso, dovrà essere nuovamente esaminato da Palazzo Madama.
 
Questa mattina, dopo la lunga discussione di ieri, quando ben 82 deputati del Pd avevano chiesto la parola in Aula, è ricominciata alle 9:30. A causa degli 800 emendamenti presentati dall'opposizione la maggioranza giallo-verde ha deciso di ricorrere alla fiducia. Richiesta stigmatizzata in Aula da Enrico Borghi (Pd): "Si vuole comprimere la discussione alla Camera".
 
Proprio il Pd ha provato a ritirare i propri emendamenti per poter proseguire la discussione in Aula: "Siamo disponibili a ritirare gli emendamenti e gli interventi per poter proseguire nella discussione in aula. Per dare una tempistica certa, tranne che per i vaccini. Così da consentire al Parlamento di fare il suo lavoro", ha spiegato nel suo intervento Graziano Delrio.
 
Nonostante l'apertura da parte dell'opposizione, con 293 voti a favore e 224 contrari, l'Aula ha approvato la richiesta presentata dal deputato Cosimo Adelizzi (M5S) ai sensi dell'articolo 44 del regolamento della Camera di chiudere anticipatamente la discussione generale.
 
Ma le polemiche non si sono concluse qua. Una volta annunciata l'apposizione della questione di fiducia, dai banchi dell'opposizione è iniziata una nuova e prolungata protesta su una possibile illegittimità nella procedura adottata dal Governo. È stato infatti segnalato come il Consiglio dei Ministri abbia approvato la procedura della fiducia lo scorso 24 luglio. Il decreto-legge, però, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il giorno successivo, il 25 luglio. Per l'opposizione è dunque illegittima la procedura seguita dal Governo nell'autorizzazione a porre la questione di fiducia prima che il Presidente della Repubblica abbia firmato quel decreto-legge, e prima ancora della sua pubblicazione.
 
"Le proteste delle opposizioni sono chiaramente frutto di un atteggiamento sterile. La procedura seguita dal Governo è legittima e lo dimostrano i precedenti in tal senso. Si è voluto sollevare un inutile polverone mediatico, noi continuiamo a lavorare nell'interesse esclusivo dei cittadini", ha dichiarato il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta Riccardo Fraccaro
 
"Le critiche da parte del Pd e degli altri partiti di minoranza - aggiunge - sono prive di fondamento. È pacifico che la questione di fiducia sia autorizzata per le diverse fasi dell'iter di ciascun provvedimento, senza che poi si debba ricorrere a nuove riunioni del Consiglio dei Ministri se il testo subisce modifiche, come peraltro è accaduto spessissimo in passato. Il riferimento normativo è la legge 400 del 1988, articolo 2 comma 2, che invito chi protesta a rileggere. Quanto alla deliberazione dell'assenso all'apposizione della questione di fiducia prima della pubblicazione del provvedimento in Gazzetta ufficiale, esistono dei precedenti che abbiamo puntualmente verificato. La fiducia contestuale è dunque una prassi già adottata, come peraltro le opposizioni dovrebbero ben sapere. Da parte nostra abbiamo dimostrato concretamente di voler rispettare la centralità del Parlamento. Il Governo ha infatti superato i 100 giorni dall'insediamento senza aver posto la questione di fiducia: un record rispetto agli ultimi esecutivi che, nello stesso periodo di tempo, hanno fatto ricorso alla fiducia fino a dieci volte. Le polemiche - conclude Fraccaro - sono quindi del tutto strumentali".

G.R.
12 settembre 2018
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