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Governo. Paese in bilico tra Esecutivo “neutrale” e ritorno alle urne. I possibili scenari ed il ruolo centrale di Forza Italia. E i 5 Stelle propongono una manovrina estiva per evitare aumento Iva
Ieri Mattarella ha lanciato la sua proposta di un governo di garanzia fino a dicembre, lasciando la porta aperta a possibili accordi che permettano la nascita di un esecutivo politico. Dalle prime reazioni delle principali forze politiche (escluso il PD che si è detto favorevole), c'è il forte rischio che il governo del presidente possa nascere già 'morto'. A quel punto l'unica strada percorribile sarebbe quella delle urne. Magari in piena estate o in autunno con il rischio aumento dell'Iva. A meno che non venga accolta la proposta del M5S di una 'manovrina' pre-elettorale per decreto che congeli le clausole di salvaguardia. L'accordo tra Lega e M5S o il ritorno alle urne dipenderanno dalle mosse di Berlusconi
08 MAG - Il governo neutrale e di garanzia, per proteggere l'Italia dalle possibili speculazioni finanziarie ed evitare l'aumento delle aliquote Iva, rischia di avere la stessa durata dei richiami alla responsabilità del presidente della Repubblica ai partiti. Ieri, dopo una lunga giornata di consultazioni, Sergio Mattarellanon ha fatto quasi in tempo a finire il suo discorso che subito, tramite i loro profili social, i principali protagonisti della scena politica si sono affrettati a bocciare in maniera netta ogni sua ipotesi.
 
Nonostante ciò, come anticipato nel suo discorso di ieri, il Capo dello Stato farà lo stesso il suo Governo e lo manderà in Aula nel tentativo, quasi disperato, di raccogliere i consensi necessari. L'annuncio sul nome del prossimo presidente del Consiglio è atteso tra domani e giovedì. Si dovrà poi capire quanti ministri Mattarella deciderà di far giurare visto il serio rischio che questo esecutivo possa nascere già 'morto' e durare in carica pochi mesi.
 
Tutto dipenderà dalle intenzioni di Centrodestra e MoVimento 5 stelle. Mattarella ha lasciato loro uno spiraglio per riuscire a trovare un accordo che possa far nascere un governo politico. Il nodo da sciogliere resta sempre lo stesso: la presenza di Forza Italia all'interno di questo possibile esecutivo. Su questo i 5 stelle mantengono il loro veto. E, al momento, il presidente Silvio Berlusconi non sembra disposto a fare un passo di lato limitandosi ad un appoggio esterno.
 
Ed ecco che allora sarà necessario spostare l'attenzione proprio su Forza Italia. Berlusconi in queste ore dovà farsi i suoi calcoli. Il rischio è che con un ritorno al voto il suo partito possa ulteriormente essere 'cannibalizzato' dalla Lega. Si dovrà ora capire se questo rischio sia più alto con un ritorno immediato alle urne in piena estate o se, al contrario, sia meglio accelerare la crisi in una logica di 'riduzione del danno'.
 
Nel primo caso, non è escluso che alla fine Brlusconi possa decidere di fare un passo di lato, anche per assecondare un forte pressing interno da parte di tutti quei suoi parlamentari consapevoli di rischiare il proprio scranno in Parlamento con un voto anticipato.
 
Se poi Forza Italia dovesse decidere di votare la fiducia al governo proposto da Mattarella, questo, come spiegato questa mattina dal braccio destro di Salvini, Giancarlo Giorgetti, sancirebbe "la fine dell'alleanza di Centrodestra". A quel punto la Lega avrebbe le mani libere per dar vita ad un esecutivo politico insieme al MoVimento 5 stelle.
 
Passando ad un altro possibile scenario, con la bocciatura del governo 'neutrale' ed un mancato accordo tra i partiti, a quel punto l'unica via percorribile sarebbe quella delle elezioni. Come spiegato ieri dallo stesso Mattarella, sia a luglio che ad ottobre il Paese correrebbe peò alcuni rischi. Un voto in piena estate potrebbe essere contrassegnato da una scarsa affluenza. Questo perché la data più probabile rischia di essere quella del 22 luglio, in quanto, se anche Mattarella incaricasse già domani un premier che giurasse e chiedesse la fiducia in Parlamento tra la fine della settimana e l'inizio della prossima, lo scioglimento delle Camere, in caso di mancata fiducia, non potrebbe avvenire prima di metà della prossima settimana. E, da quel momento, dovrebbero passare almeno 60 giorni. Un ritorno alle urne in un periodo in cui milioni di italiani sono in ferie rischia seriamente di limitare il diritto al voto.
 
L'alternativa è quella di ottobre. Il rischio in questo caso, come palesato dallo stesso presidente della Repubblica, è che non ci sia lo spazio temporale sufficiente per formare un Esecutivo in grado di realizzare una manovra entro i limiti temporali stabiliti dalla legge. Da qui si arriverebbe all'esercizio provvisorio di bilancio con il conseguente aumento delle aliquote Iva.
 
Ma non è detto che debba necessariamente andare così. L'alternativa, passata sottotraccia, è stata proposta ieri da Luigi Di Maio e rilanciata oggi dai 5 stelle durante l'audizione sul Def nelle commissioni speciali congiunte di Camera e Senato: un decreto immediato per sterilizzare la clausole Iva, in modo da disinnescare subito la mina più pericolosa sul percorso della nostra economia e alleggerire rischi e incombenze della sessione di bilancio. In questo modo, si potrebbe guadagnare tempo e tornare al voto con più calma in autunno senza questa spada di Damocle sulla testa degli italiani. Ma quale Governo sarebbe in grado di varer questa manovrina e con quale maggioranza?
 
Giovanni Rodriquez
08 maggio 2018
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