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Legge Bilancio. I precari degli Irccs: “Ecco come migliorare il testo. Il cambiamento in 9 punti”
Un emendamento che ricalca la “piramide” proposta agli Stati Generali della Ricerca Sanitaria nell’aprile 2016. Oppure, uno più conciso proposto dalle Regioni, in cui si rimanda la definizione in materia del personale di ricerca degli Irccs pubblici e degli Izs alla contrattazione collettiva nazionale. Per i precari del Cro di Aviano, le prospettive della legge di bilancio sono essenzialmente due. Le loro proposte per il cambiamento in 9 punti.
16 NOV - I precari degli Irccs, dopo aver letto e analizzato le diverse proposte di emendamento alla legge di bilancio 2018 pubblicate in questi giorni, hanno deciso di dire la loro. A parlare è il Coordinamento Precari del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Cro), con il sostegno delle sigle sindacali per il Friuli Venezia Giulia Anaao – Assomed, Fp-Cgil, Fp-Cisl.
 
Per i precari in questione “dalla lettura dei documenti si prospettano due scenari principali. Il primo prevede un emendamento esteso e dettagliato che ricalca la ‘piramide’ proposta agli Stati Generali della Ricerca Sanitaria nell’aprile 2016. Il secondo, un emendamento conciso proposto dalle Regioni in cui si rimanda la definizione in materia del personale di ricerca degli Irccs pubblici e degli Iza alla contrattazione collettiva nazionale dei rispettivi Ccnl della Dirigenza Sanitaria e del Comparto come proposto nel documento della Conferenza Stato -Regioni”.
 
I precari del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Cro) hanno espresso parere favorevole per “un emendamento che preveda il ricorso alla contrattazione collettiva nazionale per due motivi principali. Il primo - hanno spiegato - è la nostra partecipazione attiva attraverso le sigle sindacali delegate alla soluzione del problema, poiché non vi è stato alcun coinvolgimento dei precari degli Irccs nell’elaborazione delle proposte uscite fino ad oggi. In secondo luogo, perché un’analisi approfondita della proposta emersa a partire dagli Stati Generali della Ricerca Sanitaria dimostra la presenza di evidenti criticità”.

Questa proposta, per i precari, si pone essenzialmente due obiettivi. “Il primo - hanno chiarito – è garantire e promuovere il miglioramento della qualità e dell’efficienza dell’attività di ricerca sanitaria, parte integrante del Ssn. In secondo luogo, consentirebbe la continuità e l’organica disciplina dei rapporti di lavoro con il personale della ricerca sanitaria operante con forme contrattuali atipiche”.
 

“Sicuramente – hanno continuato i precari del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano - si evince che la proposta ottempera al secondo degli obiettivi perché ha l’importante merito di intervenire in modo organico su un vuoto legislativo e contrattuale che nei decenni passati ha generato una situazione ormai insostenibile di precariato e diseguaglianze”.
 
In questo senso, i precari hanno sottolineato l’importanza di quattro punti fondamentali. Numero uno: “il tentativo di introdurre anche nel Ssn i principi della Carta Europea del Ricercatore”. Secondo: “il generale riconoscimento della professione di ricercatore sanitario”. Punto tre: “il conseguente inserimento del rapporto di lavoro del ricercatore in una specifica sezione del Ccnl Sanità, con tutte le tutele del caso”. Quattro: “la previsione negli atti aziendali degli istituti di una specifica ed autonoma sezione dedicata alla dotazione organica per la ricerca”.
 

L’articolato, però, per i precari del Centro di Aviano tradirebbe “il suo primo e sostanziale obiettivo: promuovere il miglioramento della qualità e l’efficienza dell’attività di ricerca sanitaria. Infatti - hanno spiegato - rischia di riprodurre la attuale situazione di precarietà dei lavoratori della ricerca, penalizzare l’indipendenza scientifica dei ricercatori in particolar modo quelli situati nei gradini più bassi del percorso, penalizzare la selezione meritocratica dei ricercatori, non garantire un apparato tecnico amministrativo stabile alla ricerca sanitaria, complicare e disincentivare l’ingresso di nuove leve”.
 

“Innanzitutto – hanno aggiunto - la proposta contenuta nell’articolato si dichiara essere un percorso professionale, ma sostanzialmente non si configura come tale. La progressione verticale fra i diversi livelli è subordinata a due fattori. Il primo è l’idoneità del ricercatore sulla base dei criteri di produttività stabiliti con decreto dal ministero della Salute. Il secondo è la disponibilità finanziaria dell’istituto. In questo modo – hanno spiegato ancora - l’articolato penalizza il ricercatore rispetto all’Istituto”.
 

“È ovvio – ha detto iprecari del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano - che sulla performance individuale del ricercatore influiscono diversi fattori legati ad altre variabili, non ultima la performance degli istituti stessi. Mentre il ricercatore è valutato nella sua performance a cadenza annuale, non vi è traccia di meccanismi che obblighino gli istituti a far progredire i ricercatori più meritevoli che rispettano i criteri di qualità. Poiché la progressione verticale verso i livelli superiori non è automatica, non si vede la necessità di istituire per i ricercatori un percorso a più livelli”.
 

Secondo l’analisi dei precari Irccs, dalle relazioni tecnico-finanziarie allegate alle diverse proposte che sono circolate in questo periodo, emerge una ulteriore diseguaglianza: “l’inquadramento contrattuale e il livello economico equiparati al comparto del Csnl Sanità per due dei tre livelli previsti, rendendo la carriera di ricercatore meno appetibile anche per le leve future”.
 
“Infine non vi è nessun limite al ricorso alle borse di studio o altre forme atipiche come modalità di arruolamento a basso costo di personale. Questa situazione – hanno commentato - ovviamente crea un ulteriore sbarramento all’ingresso nel gradino più basso del percorso professionale previsto dall’articolato”.
 

Per loro resta inoltre “irrisolto il grosso nodo della situazione transitoria dei lavoratori precari che fino ad oggi hanno prestato servizio negli Irccs/Izs con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, partite Iiìva e borse di studio o altre forme atipiche”.
 
“Innanzitutto – hanno detto - l’inserimento di queste figure nel percorso di 15 anni previsto dall’articolato è inaccettabile, soprattutto alla luce dell’anzianità media di servizio della maggior parte di questi precari. In secondo luogo, non vi è traccia di una equiparazione fra dottorato e specialità come requisiti di accesso al ruolo della dirigenza per le figure dei ricercatori sanitari, in modo da allinearci con il resto del mondo scientifico internazionale. In terzo luogo, se l’obiettivo dell’articolato è il miglioramento della qualità e dell’efficienza dell’attività di ricerca sanitaria, non si vede perché il personale che appartiene alle cosiddette ‘professionalità della ricerca’ non debba essere immediatamente inserito in ruolo, garantendo così un’infrastruttura tecnico-amministrativa stabile all’intero del sistema ricerca”.
 
Alla luce di tutti questi chiarimenti, i precari del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano avanzano le loro proposte di miglioramento. Ecco la sintesi in nove punti.

1 Rimandare l’inquadramento contrattuale e il livello economico al Ccnl Sanità in base al relativo profilo professionale (area Dirigenza Medica e Sanitaria o Comparto).
2 Prevedere dei livelli di progressione in ruolo all’interno del Ccnl.
3 L’arruolamento dei ricercatori negli Irccs/IzsS deve avvenire attraverso le modalità previste dal Ccnl sezione dedicata per gli Irccs/Izs a seconda dei relativi profili professionali, già definiti dai requisiti di accesso concorsuali per singoli profili.
4 Rimandare a Ccnl e ai singoli Ircss/Iza i criteri di valutazione della produttività.
5 Coinvolgere i ricercatori insieme alle sigle sindacali titolari dei Ccnl ,nella stesura dei criteri di performance.
6 Contratto a tempo determinato di 5 anni e poi possibilità di richiedere l’immissione in ruolo se il ricercatore ha maturato i criteri previsti.
7 Stabilizzazione dei ricercatori con anzianità di servizio superiore ai 5 anni che possiedono i requisiti di legge per l’inserimento in ruolo.
8 Riconoscimento dell’equiparazione specialità/dottorato per le professioni sanitarie della ricerca.
9 Stabilizzazione del settore indicato come professionalità della ricerca, che già rientra nei criteri previsti dalla legge Madia o che ha già maturato almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque negli Irccs/Izs.
16 novembre 2017
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