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Vaccini. Siliquini (Css): “La proposta di legge di Mdp ricalca quanto già in vigore con il Piano nazionale vaccini. Ma l'obbligo è necessario per garantire la salute pubblica su tutto il territorio”
Anche la senatrice Dirindin sottolinea, nella sua proposta di legge, la necessità di interventi di urgenza "in presenza di specifiche condizioni di rischio o di insufficienti coperture vaccinali". Il Decreto Legge da poco varato risponde proprio a questo: le coperture del nostro Paese oggi non garantiscono la salute pubblica. Credo si tratti di misura difficile ma assolutamente di urgenza e necessaria: attendere oltre significa mettere a rischio la vita di bambini in maniera peraltro del tutto diseguale.
17 GIU - Gentile direttore,
In questi giorni ho letto su Quotidiano Sanità le dichiarazioni della Sen. Nerina Dirindin relativamente al tema vaccini riguardo la Sua proposta di legge. Sono lietissima che, dopo circa 3 anni trascorsi da quando tutti i tecnici e i maggiori esperti del Paese, afferenti a importanti Istituti Nazionali e Università, nonché quelli internazionali (in particolare l’OMS) avevano iniziato a porre in evidenza il problema delle basse coperture, si stia organizzando un serio dibattito parlamentare sul tema.
 
Ancora più lieta che quanto scritto nel Piano Nazionale Vaccini attualmente in vigore (2017-2019) faccia quasi integralmente parte della proposta della Sen. Dirindin.
 
Infatti il piano propone un unico calendario vaccinale vigente su tutto il territorio nazionale: non vi è dubbio alcuno, dal punto di vista scientifico, che coperture vaccinali alternate su base territoriale non solo siano totalmente prive di efficacia, non solo siano deleterie dal punto di vista della capacità dei cittadini di comprendere il senso della vaccinazione, ma anche intollerabile fonte di diseguaglianze.
Per tale ragione il piano ha voluto fare chiarezza in questo senso offrendo un calendario, condiviso in Conferenza Stato Regioni, uguale per tutti e soprattutto inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza e, pertanto già gratuito e offerto attivamente.
Davvero un grande passo avanti.
 
Il Piano, poi, sottolinea con estrema forza nelle sue 80 pagine le necessità di implementare maggiormente le attività di piani di comunicazione e di formazione dei professionisti sia in fase di studi di base che di formazione continua.
Ed è con grande orgoglio che, come tecnico e professionista sanitario, segnalo in questi ultimi anni rinnovati e pesantissimi sforzi delle Società Scientifiche, delle sigle sindacali tutte, degli Ordini professionali e anche delle Università nel formare e comunicare ‘la corretta comunicazione’ ai cittadini. Gli eventi formativi in questo senso non si contano come non si contano le occasioni di dibattito cui i singoli professionisti si prestano, al fine di evidenziare i corretti aspetti scientifici per promuovere un’adesione consapevole.
 
Il Piano evidenza anche quanto di lacunoso si debba implementare e gli sforzi del Ministero, in questo senso, stanno iniziando a dare i primi frutti. Non vi è dubbio alcuno che il nostro Paese non brilli, in nessun campo, per capacità di informatizzazione: la digitalizzazione delle anagrafi vaccinali è e rimane una priorità cui si sta già lavorando così come per la semplificazione della segnalazione degli eventi avversi.
 
Per essere implementato in tutte le sue componenti il Piano deve poter poi fruire dei fondi che dovrebbero essere dedicati alla prevenzione: l’invito alle Regioni, sottolineato con decisione, è quindi quello di rafforzare i servizi di prevenzione offerti alla popolazione attraverso sinergie con i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale e programmi ed obiettivi integrati e valutabili.
 
Anche la Sen. Dirindin sottolinea, nella sua proposta di legge, la necessità di interventi di urgenza ‘in presenza di specifiche condizioni di rischio o di insufficienti coperture vaccinali’.
 
Il Decreto Legge da poco varato risponde proprio a questo: le coperture del nostro Paese oggi, malgrado di sforzi di tutti degli ultimi 3 anni, non garantiscono la salute pubblica. Tale evenienza era stata anch’essa prevista nel PNV, licenziato dalla Conferenza Stato Regioni, sottolineando anche la forte presa di posizione sul tema del Comitato Nazionale di Bioetica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che recita "in caso di allarme o necessità si pongano in essere anche eventuali interventi legislativi non escludendo, nelle regioni dove è venuta meno, l'obbligatorietà".
 
È oggi più che evidente che ci troviamo in questa situazione: l’attuale epidemia di morbillo ne è la riprova e il timore per focolai di altre malattie (es. la poliomielite, la difterite) in Paesi a noi molto vicini non può non allarmare.
 
Credo si tratti di misura difficile, non vi è dubbio, ma assolutamente di urgenza e necessaria: attendere oltre significa mettere a rischio la vita di bambini (che non hanno potere decisionale) in maniera peraltro del tutto diseguale. I nostri figli hanno il diritto alla salute indipendentemente dal territorio in cui vivono.

raggiungere in breve tempo le coperture necessarie a garantire la salvaguardia della popolazione sarà segno di grande responsabilizzazione da parte di tutti (politica, servizi e professionisti sanitari, scuole, famiglie). Misura difficile, dicevo, ma già allo studio di altri paesi (è di ieri la notizia che anche la Francia sta pensando ad un provvedimento simile), dimostrando ancora una volta la nostra leadership nella sanità pubblica.
 
 
Roberta Siliquini
Presidente Consiglio Superiore di Sanità
17 giugno 2017
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