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Biotestamento. La Camera approva la legge. Le DAT non saranno vincolanti per il medico se “inappropriate”. Il M5S prova ad inserire norme eutanasiche, ma l’Aula si oppone
Il provvedimento ha ricevuto il via libera con 326 pareri favorevoli, 268 contrari e 6 astenuti. Il testo passerà ora al Senato per l'approvazione definitiva. Approvati oggi l'articolo 3, con un contestato emendamento grazie al quale il medico potrà non tener delle DAT "manifestamente inappropriate", il 4 sulla pianificazione condivisa delle cure, il 5 sulle norme transitorie ed il 6 contenente la clausola di invarianza finanziaria. Proprio per questo motivo non è stato possibile istituire il registro nazionale delle Dat.
20 APR - L'Aula della Camera ha approvato con 326 voti a favore la legge sul biotestamento. Il testo ora passerà al Senato per l'approvazione definitiva. La seduta odierna si è aperta con l'approvazione dell'articolo 3, contenente un contestatissimo emendamento presentato dal presidente della commissione Affari sociali, Mario Marazziti.
 
L'emendamento prevede che il medico abbia la facoltà di non tener conto delle volontà lasciate da un pazienze qualora le "DAT appaiano manifestamente inappropriate o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente ovvero qualora sussistano terapie non prevedibili o non conosciute dal disponente all'atto della sottoscrizione, capaci di assicurare possibilità di miglioramento delle condizioni di vita", recita l'emendamento. 
 
A favore della modifica si sono espressi Pd, Ap, Udc, Des-Cd, Scelta civica. Hanno votato contro la modifica il Movimento 5 stelle, Sinistra italiana, Mdp, Conservatori e riformisti.
 
Dure le proteste dei pentastellati. Per Matteo Mantero in questo modo "aumeterà troppo la casistica in cui il medico puoò disattendere le DAT e sempre meno esigibile il diritto del paziente di vedere rispettare le sue volonta". Sulla stessa lunghezza d'onda anche la collega di partito Silvia Giordano: "State cercando di permettere le scappatoie ai medici per non rispettare le DAT e questo per accordi chiaramente politici, perché non può essere una questione di volontà tecnica e di merito". Per la deputata del M5S l'emendamento Marazziti, insieme all'emendamento della Commissione Affari Sociali approvato ieri che apre ad una forma "mascherata" di obiezione di coscienza, "si rischia di svuotare l'articolo 3, e questo è un errore madornale".
 
Ma per Marazziti le DAT non possono essere una "gabbia". "Le DAT sono sempre vincolanti. Il paziente non può mai chiedere una cosa contro la legge, la deontologia professionale o le buone pratiche clinico-assistenziali, e per questo, in quel caso - solo in quei casi! - non ha responsabilità professionali. Ma queste DAT non possono, non debbono mai essere una gabbia ai danni della persona stessa che ha scritto quelle DAT, perché vengono applicate, utilizzate in un momento diverso della vita dove qualcosa potrebbe essere diverso da quello che c'è scritto, anche se sembra simile", spiega il firmatario dell'emendamento.
 
"Io credo che, con questo emendamento - conclude Marazziti - diamo tutta la dignità alla persona, evitiamo che le DAT siano una gabbia, ridiamo un ruolo significativo al medico, secondo la sua deontologia professionale".
 
Sempre l'articolo 3 dispone poi che ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di una propria futura incapacità di autodeterminarsi possa, attraverso disposizioni anticipate di trattamento, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari. Viene indicata una persona di sua fiducia (fiduciario) che ne faccia le veci e lo rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie. 
 
Grazie poi ad alcuni emendamenti presentati dal vicepresidente della commissione Giustizia, Franco Vazio (Pd), le Dichiarazioni anticipate di Trattamento (DAT) dovranno essere rilasciate con atto pubblico, con scrittura privata autenticata oppure con scrittura privata consegnata personalmente dal disponente all’Ufficiale dello Stato Civile del comune di residenza, e quindi annotate in apposito registro oppure alle Strutture Sanitarie nelle Regioni che ne abbiano regolamentato la raccolta. Potranno poi essere revocate, in caso di urgenza e di emergenza, con dichiarazione verbale raccolta alla presenza di due testimoni o videoregistrata.
 
Si passa così all'articolo 4 sulla pianificazione condivisa delle cure tra medico e paziente di fronte all'evolversi delle conseguenze di una patologia cronica e invalidante. Il medico e l'equipe sanitaria sono tenuti ad attenersi a quanto stabilito nella pianificazione delle cure qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità. Ma questa pianificazione ad ogni modo potrà essere oggetto aggiornamenti rispetto al progressivo evolversi della malattia su richiesta del paziente o su suggerimento del medico.
 
L'articolo 5 dispone invece che quanto previsto dalla legge sul biotestamento si applica anche alle dichiarazioni di volontà già presentate e depositate. L'articolo 6 contiene la clausola di invarianza finanziaria a causa della quale non è stato possibile istituire il registro nazionale delle DAT.
 
Nelle schermaglie delle ultime ore il Movimento 5 stelle ha chiesto che nella legge venissero inserite norme che permettano un trattamento eutanasico anche in Italia. L'emendamento, che ha ricevuto il parere contrario della relatrice Donata Lenzi (Pd), è stato respinto con 268 no, 84 sì e 23 astenuti.
 
Ricordiamo infine che nella giornata di ieri erano già stati approvati gli articoli 1 e 2. In particolare con l'articolo 1, che regola il consenso informato nel fine vita, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico, verrà garantito l'accompagnamento terapeutico nel fine vita, aprendo anche alla possibilità di ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua. È stato inoltre riconosciuto al medico di non avere obblighi professionali qualora il paziente, ad esempio, gli chieda di sospendere terapie fondamentali per la vita, come la nutrizione e l'idratazione, o addirittura l'interruzione dei macchinari che lo tengono in vita. Un apertura dunque, seppur non esplicitata, all'obiezione di coscienza che non ha mancato di sollevare diverse polemiche.
 
Infine, si è specificato che nessun distinguo o trattamento particolare verrà riconosciuto alle strutture sanitarie private convenzionate. Lo ha stabilito l'Aula bocciando un emendamento centrista che mirava a consentire alle "istituzioni sanitarie private" di poter essere "esonerate da applicazioni non rispondenti alla carta dei valori su cui fondano i propri servizi".
 
Giovanni Rodriquez
20 aprile 2017
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