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Nuovi Lea. “Ormai bisognerà aspettare l’anno prossimo. Si è perso troppo tempo e gli 800 milioni del 2016 sono andati persi”. Intervista a Nerina Dirindin
"Nonostante le nostre sollecitazioni il testo è rimasto fermo per 2 mesi in presidenza del Consiglio dei Ministri e non ci hanno mai dato spiegazioni tecniche sul perché", ha spiegato la capogruppo Pd in commissione Sanità al Senato a seguito dell'audizione di Regioni e Mef sul Dpcm. E aggiunge: "Ho il sospetto che alcune Regioni possano aver considerato quei fondi nelle previsioni di bilancio, in quel caso si troverebbero in seri guai".
02 DIC - Sui nuovi Livelli essenziali di assistenza e sull’erogazione della quota vincolata di 800 mln appositamente prevista dalla legge di stabilità dello scorso anno, sembra esserci poca chiarezza. E’ quanto emerso l’altro ieri nel corso delle audizioni sul Dpcm in commissione Sanità al Senato. Per il Ministero dell’Economia, infatti, quei fondi non sono stati erogati in quanto vincolati ad un aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza non ancora realizzato. Il timore, non del tutto fugato dalle Regioni, è che nonostante ciò almeno alcune amministrazioni locali possano aver considerato quei fondi nelle loro previsioni di bilancio.
 
A questo si deve poi aggiungere che, per veder pubblicato in Gazzetta Ufficiale il provvedimento, si dovrà attendere il 2017. A quel punto, persa ormai la possibilità di veder erogati quei fondi per il 2016, c’è il pericolo di dover aspettare anche buona parte del 2017 prima di veder effettivamente attuato il Dpcm che richiama a sua volta l’approvazione di altri provvedimenti dall’iter non propriamente breve.
 
Per comprendere meglio l’attuale situazione abbiamo intervistato la capogruppo Pd della XII commissione Nerina Dirindin.
 
Senatrice Dirindin, lei era presente alle audizioni, che idea si è fatta su questo provvedimento tanto atteso?
Innanzitutto è un peccato che si sia perso tutto questo tempo. Il Dpcm sui nuovi Lea è stato approvato il 7 settembre in sede di Conferenza Stato Regioni, ma in Parlamento è arrivato solo il 9 novembre. Nonostante le nostre sollecitazioni il testo è rimasto fermo per 2 mesi in presidenza del Consiglio dei Ministri.
 
Ma come mai tutto questo tempo? Questioni di iter, problemi col Mef? Avete avuto chiarimenti in merito dal ministero?
A noi non hanno mai dato spiegazioni tecniche. Abbiamo chiesto anche solo una bozza per cominciare ad esaminarla ma non c’è stato nulla da fare. Ricordo che in sede di audizione in commissione Sanità la stessa ministra Lorenzin lo scorso 5 ottobre aveva dato per ormai imminente la trasmissione del provvedimento al Parlamento. Eppure, da quella data è trascorso un ulteriore mese.
 
E così l’erogazione di quegli 800 mln per il 2016 è andata persa.
Certamente, ormai siamo a dicembre e non mi sembra realistica un’approvazione dei nuovi Lea entro la fine dell’anno.
 
A pensar male, sembra si sia voluto far finire l’anno.
Questo non posso saperlo, di certo nessuno ci ha mai fatto capire perché si sia dovuto aspettare così tanto tempo.
 
E le Regioni, all’interno dei loro bilanci, hanno contato su queste risorse già per il 2016?
Loro si son dette tranquille perché quel finanziamento è già sancito dall’Intesa. Ma è la stessa intesa a vincolare la sua erogazione solo nel momento del reale aggiornamento dei Lea. Io ho il sospetto che alcune Regioni possano aver considerato quei fondi nelle loro previsioni di bilancio, ed in quel caso si troverebbero in seri guai
 
A questo punto che tempistica possiamo attenderci per l’approvazione del Dpcm?
A questo punto si dovrà aspettare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ad inizio 2017. Vero è che le Regioni che hanno già aggiornato la loro offerta assistenziale di loro iniziativa potranno continuare a farlo, ma le differenze fra Regioni continueranno a permanere ancora per molti mesi. 
 
Anche perché l’applicazione dei nuovi Lea non è così breve, il Dpcm richiama a sua volta l’approvazione di altri provvedimenti.
Esattamente, e così i cittadini di molte Regioni per diversi mesi continueranno a dover attendere la definitiva approvazione dell'aggiornamento dei Lea per vedersi garantite prestazioni già erogate in altre aree del Paese. Non è un bel messaggio che mandiamo ai cittadini.
 
Possiamo fare un esempio?
Pensiamo all’epidurale. Visto che il provvedimento è ormai stato sbandierato da un anno, tutti pensano che già oggi il parto indolore sia garantito in tutta Italia, ed invece non è così. Saranno poi le Regioni a dover definire quali strutture potranno erogare l’epidurale. Insomma, come dicevo prima, questo è un provvedimento di grande importanza ma anche molto complesso, e proprio per questo richiederà tempo per la sua piena applicaizione. Forse sarebbe bastato non creare da subito troppe aspettative immediate per i cittadini.
 
Giovanni Rodriquez 
02 dicembre 2016
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