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V Conferenza nazionale sulla disabilità. Ministero Lavoro lancia il 2° Programma d’azione: “Serve lavoro costante di lungo periodo”
Parte oggi a Firenze la conferenza. Focus la discussione del Programma Biennale di Azione sulla disabilità, elaborato dall'Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità. Dal riconoscimento della condizione all’inclusione formativa fino alla promozione a attuazione dei principi di accessibilità. IL PROGRAMMA
16 SET - Riconoscimento/certificazione della condizione di disabilità e valutazione multidimensionale finalizzata a sostenere il sistema di accesso e la progettazione personalizzata, Politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e l’inclusione nella società; Salute, diritto alla vita, abilitazione e riabilitazione; Processi formativi ed inclusione scolastica e occupazione Promozione e attuazione dei principi di accessibilità e mobilità; Cooperazione internazionale; Sviluppo del sistema statistico e di reporting sull’attuazione delle politiche. Queste in sintesi le linee d’intervento previste dal secondo Programma d’Azione sulla disabilità, elaborato dall'Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità (sarà definitivamente approvato entro il mese di ottobre 2016) e che sarà all’attenzione della V Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità che si è aperta oggi a Firenze.
 
L'evento è promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali assieme al Comune di Firenze. Come nel corso della precedente edizione di Bologna del 2013, la Conferenza avrà, come detto, per focus la discussione del Programma Biennale di Azione sulla disabilità, elaborato dall'Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità. Ma sarà, inoltre, l'occasione per discutere dell'attuazione, da parte del Governo, del precedente Programma nonché, più in generale, dello stato delle politiche in favore delle persone con disabilità. Verranno affrontati i temi più significativi per quel che riguarda l'area della disabilità quali la scuola, la salute, la vita indipendente, il lavoro, l'accessibilità, il riconoscimento della condizione di disabilità, il reporting  e la cooperazione internazionale.
 
Il secondo Programma d’azione.“Questo secondo Programma d’Azione – si legge nel testo - non può che ispirarsi agli stessi principi che hanno dato spessore e contenuto al Primo Programma: a) il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone; b) la non discriminazione; c) la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società; d) il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa; e) la parità di opportunità; f) l’accessibilità; g) la parità tra uomini e donne; h) il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità e il rispetto del diritto dei minori con disabilità a preservare la propria identità”.
 
Il secondo Programma d’Azione cade poi anche “nel decennale della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e riprende in larga misura la struttura del precedente e vuole soprattutto sottolineare l’impegno puntuale a suggerire opportunità concrete di innovazione di cambiamento, secondo una logica pragmatica, una prospettiva progressiva che tiene fermo il valore ideale “alto” e “impegnativo” dei principi ma è consapevole che gli obiettivi più ambiziosi possono essere raggiunti solo attraverso un’azione costante di medio-lungo periodo”.
 
 Il Programma impegna il Governo nazionale ed il Parlamento ma, allo stesso tempo, stimola l’azione coordinata e sinergica dei governi locali e, soprattutto, delle Amministrazioni Regionali.
 
“Il richiamo forte, chiaro e ineludibile all’eguaglianza delle persone con disabilità con il resto della popolazione, affermato dalla Convenzione ONU, impone di ridurre tutte le forme di diseguaglianza aggiuntive e tra queste oltre quelle di genere, di età si pongono in tutta evidenza quelle geografiche. Garanzia di successo per il Programma d’Azione, dunque, non può che essere il lavoro di riduzione delle diseguaglianze territoriali che tanto incidono sulle opportunità di vita delle persone con disabilità e che troppo, spesso sono state invocate come ragione per ritardare, se non evitare, innovazione e cambiamento nel sistema di riconoscimento della disabilità, nell’organizzazione dei servizi in generale, nella realizzazione di politiche pienamente rispettose dei diritti delle persone con disabilità”.
 
Il Programma inoltre si occupa di persone con disabilità ma, “proprio nella misura in cui accoglie e cerca di rispondere alla richiesta di “cittadinanza piena e integrale” dei soggetti più fragili e vulnerabili, offre suggerimenti e indicazioni per ripensare complessivamente una società più giusta, coesa e rispettosa delle tante diversità che compongono la comunità nazionale. E’ nello spirito del Programma d’Azione la visione di un giustizia che si misura nella risposta a chi si trova nella condizione di maggior discriminazione. Il Programma si accompagna quindi ad un forte appello a tutte le forze vive della comunità nazionale affinché interessi di pochi e privilegi antichi non frenino processi di cambiamento e di risposta alle urgenze che emergono dal tessuto sociale del paese”.
16 settembre 2016
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