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Lorenzin: “La sanità non è ragioneria, è politica. Basta con la balla che in Italia si spende troppo”
Così il ministro domenica pomeriggio su Canale 5. “Non sono andata in Sicilia dopo la morte di Nicole perché in questo periodo non posso viaggiare. Ma le passerelle non servono”. "Non dimentichiamo mai che la sanità italiana resta tra le migliori al mondo, nonostante ci si debba confrontare con una situazione economica difficile".
01 MAR - Ancora Malasanità in Tv. Questa volta se ne occupa la trasmissione della domenica pomeriggio di Canale 5, condotta da Barbara D’Urso. In studio vari ospiti e in collegamento da Roma il ministro Lorenzin.
 
I fatti raccontati sono diversi ma il focus è sulla morte a Catania della piccola Nicole dopo un viaggio inutile in ambulanza alla ricerca di un posto letto in terapia intensiva neonatale che non sarà mai trovato.
 
Il ministro è pronta alle critiche. Una su tutte gliela rivolge Emiliano Luzzi del Fatto Quotidiano: “Ministro ma non pensa che sarebbe dovuta andare di persona in Sicilia?”. “A Catania ho mandato subito i Nas, gli ispettori del ministero e due direttori generali. Le passerelle non servono e in ogni caso non sarei potuta andare perché in questo periodo della mia vita non posso viaggiare”. “Perché il ministro aspetta due gemelli”, ha subito ricordato D’Urso.
 
“Il ministero è comunque in prima linea tutti i giorni su queste questioni. Non solo quando accadono tragedie come questa, di cui si parla oggi giustamente con grande attenzione ma che sappiamo domani non sarà più in prima pagina”. “Il nostro lavoro è per mettere in sicurezza il sistema sanitario e l’abbiamo fatto con numerosi atti, dal Patto per la Salute al Piano nazionale prevenzione. Ora tocca alle Regioni dare seguito a questi atti e cambiare le cose sul territorio”.
 
“Ma non dimentichiamo mai che la sanità italiana resta tra le migliori al mondo, nonostante ci si debba confrontare con una situazione economica difficile che ad esempio ha bloccato per anni il turn over del personale”, ha detto ancora il ministro.
 
“Su questo qualcosa sta cambiando. Campania e Calabria hanno avuto proprio in questi giorni lo sblocco del turn over e mi auguro che si facciano subito i concorsi per riempire i vuoti in organico”.
 
Ma una cosa voglio dire – ha concluso il ministro – la sanità non è ragioneria. La sanità è politica sanitaria. Si tratta sempre di scelte politiche che devono tener conto di un settore che non è solo un costo, come si è pensato negli ultimi dieci anni, ma una grande risorsa e un bene di tutto il Paese”. “Senza dimenticare mai che ormai la nostra spesa è, non solo sotto controllo, ma in linea con la media europea e più bassa di quella di molti Paesi Ue per non parlare degli Usa dove si spende il doppio. Per questo continuare a sostenere che in Italia si spende troppo per la sanità è una balla”.
01 marzo 2015
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