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Decreto Ilva. Intervista a Romano (Aut): “Il governo si è assunto precise responsabilità in termini ambientali e salutari”
“E questo è encomiabile perché non l’ha fatto nessun altro”. Lucio Romano, relatore del parere votato dalla Commissione Sanità riconosce all’Esecutivo Renzi un’attenzione particolare nei confronti della popolazione dell’area Ilva che altri non hanno avuto. E anticipa che non presenterà emendamenti, perché “così com’è impostato il Dl non richiede ulteriori approfondimenti”.
24 GEN - Con la presentazione da parte delle Commissioni dei pareri al Decreto Ilva, il testo si prepara al voto dell’Aula del Senato. Per la Commissione Sanità il parere è stato redatto da Lucio Romano, del gruppo delle Autonomie. Romano ritiene che il governo abbia fatto un buon lavoro assumendosi delle responsabilità precise nei confronti delle popolazioni della zona sia in termini ambientali che salutari. E questo, ci tiene a rimarcarlo, non lo hanno fatto altri governi.
 
Quando il dibattito sul decreto si sposterà in Aula, per Romano, l’esecutivo ribadirà l’assunzione di responsabilità sia per quanto riguarda il reperimento dei fondi necessari per fare tutto quello che il decreto prevede ma anche per il rispetto dei tempi di bonifica che dovranno essere brevi. Il senatore infine anticipa che non presenterà emendamenti in fase di approvazione perché “così com’è impostato e in ragione delle osservazioni approvate dalla Commissione Igiene e Sanità, il Dl non richiede ulteriori approfondimenti”.
 
Senatore Romano, con le sue osservazioni la Commissione Sanità cosa chiede al Governo sul decreto Ilva?  
La richiesta di poter fare un rigoroso monitoraggio e una raccolta epidemiologica dei dati, suggerita dalla Commissione igiene e Sanità, è fondamentale. In particolare la Commissione richiede una maggiore periodicità, con cadenza annuale, del rapporto Sentieri per tener conto, così come nell’ultimo report del 2014, non solo dell’indice di mortalità ma soprattutto dell’incidenza delle patologie gravi. Grazie a quest’azione avremo un quadro completo che ci ritorna estremamente utile nella più mirata azione di screening e prevenzione delle patologie. Altra osservazione importante è quella inerente l’attività di monitoraggio attraverso i registri dei tumori pediatrici. Infine, e questo è un aspetto innovativo, c’è lo studio delle patologie a carico del sistema nervoso o delle neuro alterazioni che possono evidenziarsi in ragione di un’influenza ambientale. Quindi a livello feto e in età pediatrica.
 
Uno dei nodi cruciali in fase di approvazione del decreto sarà l’azione di vigilanza del governo sull’effettiva disponibilità dei fondi. Crede che l’esecutivo avrà problemi?
Il governo ha assunto in maniera molto responsabile un’autonomia per quanto riguarda non solo l’aspetto amministrativo ma anche per il reperimento di fondi. Il che significa che l’assunzione di responsabilità del governo si caratterizzerà per un attento monitoraggio ambientale e salutare, ma evidentemente anche per il reperimento dei fondi qualora questi non siano nella disponibilità in tempi rapidi. E credo che sia encomiabile che l’esecutivo si sia assunto questa responsabilità proprio nell’interesse dei cittadini, cosa che non ha fatto nessun altro.
 
Lei presenterà emendamenti?
Io ritengo che il decreto, così com’è impostato e in ragione delle osservazioni da me presentate e approvate dalla Commissione Igiene e Sanità, non richieda ulteriori approfondimenti ed emendamenti. Perché il parere di per sé copre in maniera esaustiva le esigenze di una prevenzione con screening che non si limitano solamente all’area di Taranto ma che evidentemente abbracciano tutta la Puglia per la presenza di chi all’Ilva ha lavorato e lavora e dei familiari di queste persone.
 
I tempi per la bonifica dell’area devono essere brevi. Sarà cosi?
Bonifica e prevenzione devono camminare insieme. Se non c’è l’uno, è evidente che non può esserci nemmeno l’altro. I tempi dovranno essere brevi perché tutti gli effetti dell’inquinamento ambientale non si evidenziano in tempi immediati ma si presentano anche a distanza di anni. Ecco perché quanto prima si bonifica, tanto prima parte la prevenzione che deve camminare su due piani, quello dello screening, come detto, e quello della rimozione delle cause delle patologie.
24 gennaio 2015
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