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La sanità alla Leopolda. Sei Tavoli dedicati: dalla spesa alla non autosufficienza. Ecco il primo documento
Nella due giorni di Renzi, ampio spazio dedicato alle tematiche sanitarie. Ma ad oggi è disponibile un solo documento, quello “Per una sanità più equa e solidale: tagli agli sprechi e tutela dei servizi”, coordinato da Federico Gelli. "Più programmazione per eliminare gli sprechi senza tagliare i servizi". IL DOCUMENTO
30 OTT - A quattro giorni dalla fine della kermesse renziana della Leopolda non sono ancora disponibili i documenti dei 'famosi' 100 tavoli che hanno riguardato moltissimi temi di attualità economica, politica e sociale. Sulla sanità, in particolare, sono stati sei i tavoli di discussione: Patto per la salute, coordinato da Vito De Filippo; Autismo: quali iniziative oggi? coordinato da Venera Padua; Sanità e welfare, coordinato da Ferdinando Aiello; Formazione professionisti Ssn e programmazione sanitaria, coordinato da Filippo Crimì; Per una sanità più equa e solidale, coordinato daFederico Gelli; Welfare per la non autosufficienza, coordinato da Stefano Lepri.

Di questi sei tavoli, abbiamo avuto l'occasione di leggere (vedi allegato) il documento prodotto da quello coordinato da Federico Gelli dedicato agli sprechi e alla tutela dei servizi. Questo il suo contenuto.

E' possibile tagliare i costi in sanità perché spendiamo male troppe risorse
Il punto di partenza per spendere bene le risorse del Ssn parte da una chiarezza definitiva sul ruolo della politica. La politica spesso non svolge nel governo della sanità il ruolo che le è proprio: la programmazione. La programmazione è il punto di partenza per spendere bene. La programmazione è il luogo della politica. La politica si occupa invece di sanità come potere, nomine, appalti, interessi. E allora dove la politica ha creato gli sprechi, la politica ha ora il dovere di rimuoverli.

Per tagliare la spesa sanitaria occorre eliminare gli sprechi, non i servizi
Per tagliare gli sprechi dobbiamo uscire dalla logica dei tagli lineari. I tagli lineari riducono allo stesso modo i servizi virtuosi e gli sprechi, anzi incentivano il riprodursi di questi ultimi, perché sottraggono risorse spesso indispensabili per riorganizzare in modo efficiente e di qualità i servizi migliori. Dobbiamo fare sì che ciò che viene risparmiato vada a sostenere i più virtuosi. Ci sono Regioni che non programmano, non misurano, non controllano, non tagliano i rami secchi, non impediscono le duplicazioni. Lì non si generano solo gli sprechi, ma diventa il terreno di coltura ideale per l’illegalità e la criminalità organizzata.

Se operiamo un taglio lineare e contemporaneamente si alzano i ticket, inganniamo i cittadini
Il ticket deve trovare la sua ragion d’essere in un patto etico con i cittadini fondato sull’equità, come chiede l’art. 53 della Costituzione. I ticket vanno riformati perché sono concepiti sul reddito che non è più un indicatore sufficiente per valutare le reali condizioni di ricchezza/povertà, meglio utilizzare il nuovo Isee.

Per risparmiare subito occorre combinare innovazione organizzativa e innovazione tecnologica
Se non viene operata un’innovazione organizzativa che si fonda sulla semplificazione e sull’innovazione tecnologica non riusciremo mai a risparmiare. Fascicolo sanitario elettronico, ricetta digitale, sistema informativo e analisi delle performance sono gli strumenti 2.0 che il ns. SSN deve adottare subito, ovunque. Solo così possiamo spendere per quello che serve quando serve (appropriatezza)

Accorpare o decentrare? Basta con le mode!
La decisione di accorpare (o decentrare) i livelli organizzativi e di servizio non può essere frutto di una spinta emozionale al risparmio. Accorpare non è di per sé sinonimo di minore spesa. Occorre (dati alla mano!) indicare i livelli ottimali di organizzazione e di erogazione dei servizi basandosi sui benchmark di chi ha ottenuto i migliori risultati in termini di efficienza economica e qualità dell’assistenza.

Rendiamo la spesa sanitaria complessivamente più efficace
Se produciamo buoni servizi e buone prestazioni attuiamo immediatamente un modello virtuoso di risparmio. Cosa occorre per produrre buona sanità? Occorre eliminare le prestazioni che non sono basate sull’evidenza scientifica; occorre disinvestire dove i volumi sono così bassi da non garantire né esperienza né sicurezza; occorre investire dove si è in grado di dimostrare che si lavora bene; occorre spostare risorse dall’ospedale al territorio; occorre spostare risorse dalla burocrazia alla semplificazione; occorre premiare chi lavora bene.

C’è spazio per tutti, ma solo se camminiamo insieme
Il SSN è una ricchezza ma molti, anziché proteggerla la depredano. Occorre che tutti gli attori/operatori pubblici e privati dimostrino responsabilità e consapevolezza. Il Patto per la Salute va in questa direzione ma non basta perché si ferma agli attori di governo del sistema. Occorre chiamare direttamente in causa anche chi opera: operatori sanitari, MMG, farmacie, terzo settore, imprese, devono essere protagonisti di azioni responsabili sul fronte della spesa e dell’efficienza/appropriatezza delle prestazioni. Chi non ci sta deve essere condotto fuori dal Sistema.
 
Giovanni Rodriquez
30 ottobre 2014
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